Brasile 2014, il personaggio: Louis van Gaal
Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal rettangolo di gioco, fino al 14 luglio: durante tutti i Mondiali vi regaleremo quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi è il turno di Louis van Gaal, allenatore dell’Olanda: genio fino a pochi giorni fa, adesso gioca per il gradino basso del podio.
Incapace l’Olanda di avere la meglio su una coriacea Costa Rica, van Gaal aveva avuto la mossa geniale: una sostituzione ancora a disposizione, al minuto 120 si sostituisce il portiere. E badate bene: la scelta ricade non su Vorm, che in carriera ne ha parati diversi (circa uno ogni quattro: in una serie da cinque, avrebbe potuto dire la sua), ma Krul, che in carriera ne ha parati… due più di Cillessen (ancora fermo a zero). Costa Rica che non conosce le abitudini del portiere, Krul che ci mette del suo, van Gaal sull’altare.
Solo che poi anche la semifinale va per le lunghe, e la mossa non è replicabile (l’abbiamo già detto ieri). Primo, perché certe sostituzioni vanno fatte comunque (de Jong non aveva la partita intera nelle gambe, van Persie non stava bene); secondo perché l’Argentina sicuramente avrà studiato ogni possibilità, dopo la sorpresa olandese nei quarti; terzo (e non meno importante) perché togliere nuovamente Cillessen avrebbe significato mortificarlo (da mossa geniale diventa scelta: e quindi sfiducia completa nel titolare).
È il rovescio della medaglia: perché Cillessen non era più sostituibile senza venire detronizzato (subito prima della possibile finalissima, poi), ma al contempo era condannato a fare bene almeno come Krul, lo specialista che non lo era. E la montagna da scalare era altissima: parare il primo rigore in carriera, in una semifinale mondiale.
Con la sostituzione nei quarti, van Gaal ha bluffato: ha fatto una mossa che non era ripetibile, e che avrebbe sicuramente avuto delle conseguenze. Il primo azzardo è stato premiante, il secondo deprimente. Contro la Costa Rica, il carico emotivo di tutti gli olandesi, grazie alla sostituzione, era calato: van Gaal aveva servito l’eventuale alibi ai suoi. Contro l’Argentina, viceversa, il carico era decuplicato. Un pallone diventato pesante.
Perché il portiere, in genere, nei rigori è sempre e solo l’eroe possibile; Cillessen, con quella scimmia sulla spalla, è stato il primo portiere che ai rigori ci arriva come potenziale colpevole (Krul lo avrebbe parato!). E i suoi colleghi di movimento condividevano il peso di dover rimediare alla mancata sostituzione.
Risultato pratico: senza mosse di alcun genere, stavolta van Gaal di fatto ha sgombrato la testa degli argentini. E si è scavato da solo l’eliminazione, ahilui. Può anche spiegarci che “in realtà, non abbiamo perso”… ma la realtà è i rigori sono una lotteria in cui la fortuna non sempre basta, e les jeux sont faits.
Puntate precedenti
13 giugno – Stipe Pletikosa
14 giugno – Stefano Bizzotto
15 giugno – Gary Lewin
16 giugno – il sorteggio
17 giugno – Pepe
18 giugno – Guillermo Ochoa
19 giugno – Iker Casillas
20 giugno – Roy Hodgson
21 giugno – Giorgio Chiellini
22 giugno – Miroslav Klose
23 giugno – Fabio Capello
24 giugno – il parrucchiere (di Neymar)
25 giugno – Cesare… Maldini
26 giugno – l’esprit de l’escalier
27 giugno – Claudio Sulser
28 giugno – lo psicologo dimissionario
29 giugno – Mauricio Pinilla
30 giugno – Arjen Robben
1° luglio – Thomas Müller
2 luglio – Mario Ferri
3 luglio – Jürgen Klinsmann
4 luglio – Dunga
5 luglio – Neymar
6 luglio – Tim Krul
7 luglio – Ángel Di María
8 luglio – Alfredo Di Stéfano
9 luglio – Luiz Felipe Scolari
10 luglio – Sergio Romero