Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal rettangolo di gioco, fino al 14 luglio: durante tutti i Mondiali vi regaleremo quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi è il turno di Luiz Felipe “Felipão” Scolari: sempre in semifinale ai Mondiali, ma stavolta quasi non è un merito.
Oh sì, quando si organizza una grande manifestazione la si vuole indimenticabile. E i brasiliani hanno un modo tutto loro per rendere impossibile l’oblio di certi eventi. Dopo il Maracanaço del 1950, adesso si parla di Mineirãço:
Vergogna storica, già. Un Maracanaço 2.0, una versione rimodernata ma non per questo migliore. E dispiace che a esserne condottiero sia stato proprio Felipão: uno che nel 2002 il titolo nippocoreano lo ha portato a casa. Adesso che a casa c’era già, esce di scena nel modo peggiore. Facendo le cose in grande che più grande non si può: a memoria, mi ricordano che l’ultima volta che si era andati all’intervallo con cinque gol di scarto è stato nel 1974, in Haiti-Polonia (poi terminata 0-7), e il giorno prima era andata ancora peggio allo Zaire contro la Jugoslavia (6-0 all’intervallo, 9-0 finale). L’ultimo distacco così clamoroso che ricordo è l’8-0 in Germania-Arabia Saudita del 2002: “solo” 4-0 all’intervallo, alla fine Klose ne mise tre.
Ecco, Klose si è appena scavato il proprio posticino nella storia, togliendo un altro record a un brasiliano: superato Ronaldo (ieri visto in lacrime anche lui) nelle segnature ai Mondiali, e in effetti 16 non paiono poche. Per raggiungere un risultati del genere occorre un po’ di fortuna (cioè: evitare gli infortuni) e tanta costanza ad alti livelli. Nessuna delle due doti è mancata al tedesco di Opole (… in Polonia), complimenti a lui. Poi, ragioniamoci meglio, Müller sembra destinato a superarlo (occhei, gliela stiamo tirando).
Ma tutto questo c’entra solo di riflesso con Scolari e il suo Brasile. Dopo la sequenza di quattro gol in sei minuti, attorno al trentesimo chiunque non fosse tedesco non vedeva l’ora che arrivasse la fine del primo set del primo tempo. O cercava di cambiare canale, perché pensava di avere di fronte Scapoli-Ammogliati, finale del Torneo Parrocchiale 1987. E chi aveva Júlio César al fantamondiale stava già facendo venire giù il calendario.
Ha vinto il progetto-Germania: vivai e scuole d’eccellenza, squadre B e allenatori coraggiosi – un Müller è stato lanciato da van Gaal, per dire; ma soprattutto i vari Hummels, Höwedes, Schürrle, Özil, lo stesso Müller e quant’altri stanno tutti tra i 23 e i 26 anni: un Mondiale fa erano ancora materiale da Under21, eppure tanti giocavano già con i migliori. Il coraggio di osare: quello che è mancato a un Brasile il cui progetto è affidarsi al talento più che all’organizzazione. Un Brasile in cui Dante sembra Thiago Silva solo al momento di farsi ammonire.
Ricominciare da capo. Vincere in casa propria è durissima, per la pressione e perché si ha… soltanto da perdere. Coraggioso Scolari a riprovarci, anzitutto. Però, dopo una débâcle come quella di ieri, bisogna ricominciare da capo. Una semifinale inguardabile, ingiudicabile; un record da cancellare, e un record cancellato (Klose, l’abbiamo detto). Mancano quattro gol al record di segnature in un Mondiale (Francia 1998): ieri Felipão ha provato a incassarne dodici… peccato non sia ci si sia riusciti.
Puntate precedenti
13 giugno – Stipe Pletikosa
14 giugno – Stefano Bizzotto
15 giugno – Gary Lewin
16 giugno – il sorteggio
17 giugno – Pepe
18 giugno – Guillermo Ochoa
19 giugno – Iker Casillas
20 giugno – Roy Hodgson
21 giugno – Giorgio Chiellini
22 giugno – Miroslav Klose
23 giugno – Fabio Capello
24 giugno – il parrucchiere (di Neymar)
25 giugno – Cesare… Maldini
26 giugno – l’esprit de l’escalier
27 giugno – Claudio Sulser
28 giugno – lo psicologo dimissionario
29 giugno – Mauricio Pinilla
30 giugno – Arjen Robben
1° luglio – Thomas Müller
2 luglio – Mario Ferri
3 luglio – Jürgen Klinsmann
4 luglio – Dunga
5 luglio – Neymar
6 luglio – Tim Krul
7 luglio – Ángel Di María
8 luglio – Alfredo Di Stéfano