Chissà cosa staranno pensando adesso Franck Ribéry e Marco Reus. Chissà dove la guarderanno, questa benedetta partita. Chissà come tiferanno i propri compagni di Nazionale, se urleranno, se avranno le maglie di Francia e Germania ugualmente addosso.
Una sola cosa si può probabilmente azzardare: entrambi saranno ben consapevoli del fatto che oggi, alle 18,00 ora italiana, si sarebbero dovuti trovare abbastanza vicini durante gli inni nazionali (poi, in campo, la distanza sarebbe invece aumentata molto), si sarebbero dovuti stringere la mano, avrebbero dovuto incendiare la gara con i loro tagli repentini palla al piede.
E invece niente, staranno a casa, di fronte a un televisore sintonizzato sul quarto di finale che entrambi avrebbero dovuto giocare, quel Francia-Germania che non vedrà questi due fenomeni delle fasce in campo. Chi lo sa, magari lo spirito patriottico avrà la meglio sull’amara certezza di non potervi prendere parte o, magari, la proiezione di sé sul rettangolo verde in caso finisca male non farà che acuire il dolore di un’eventuale eliminazione.
Il destino beffardo ha voluto che entrambi saltassero l’appuntamento coi Mondiali per infortuni arrivati proprio appena prima della kermesse verdeoro: per Ribéry sarebbe stato probabilmente l’ultimo vissuto da assoluto protagonista in quella che, prima che iniziasse il Mondiale, era la sua Nazionale come mai prima (in Russia avrà 35 anni, un po’ troppi per guidare un’Equipe che, attualmente, sembra aver trovato il suo leader in Karim Benzema) mentre per Reus il primo, a 25 anni precisi e all’apice della sua carriera da calciatore, dopo una stagione da trascinatore del suo BVB.
Un meraviglioso duello fatto di conclusioni a giro, dribbling nello stretto, accelerazioni improvvise e cross al bacio per Benzema o Thomas Müller che non ci sarà, un piccolo grande vuoto in mezzo al campo che vedrà protagonisti altri due giocatori che hanno vissuto l’avventura brasiliana al posto loro.
Sarebbe stato bellissimo avere questo duello, rinnovatosi spesso nelle ultime stagioni di Bundesliga, anche in Brasile, ma gli dèi del calcio hanno deciso diversamente. Quanto ai due campioni di Bayern e Dortmund, invece, pare che solo il campionato tedesco rimarrà depositario dei diritti di trasmissione sulle loro sfide.
Cosa si può dire altrimenti se non “peccato”?