Brasile 2014 – Top&Flop dopo gli ottavi di finale

Iniziata la fase da “dentro o fuori”, i Mondiali di Brasile 2014 regalano le prime vere emozioni. I padroni di casa hanno vinto ai rigori contro uno sfortunato Cile, ma la Seleçao non è stata l’unica Nazionale a dover faticare oltre il previsto: Germania contro Algeria, Argentina contro Svizzera e Belgio contro Usa hanno dovuto giocare 120 minuti per avere la meglio sui rispettivi avversari. Come la sorpresa Costa Rica, vittoriosa ai rigori contro la Grecia e per la prima volta nella sua storia ai quarti di un Mondiale. Bene l’Olanda (2-1 sudato contro il Messico), la Francia (2-0 alla Nigeria) e soprattutto la Colombia di James Rodríguez (2-0 all’Uruguay).
Ecco i migliori e i peggiori dopo le gare degli ottavi.

TOP 11 – Partiamo dall’uomo della provvidenza per il popolo verdeoro: la traversa di Pinilla al 120′ ha portato il Cile a “un centimetro dalla gloria” e il Brasile vicino a un nuovo dramma sportivo dopo il 1950. Ma ai rigori, ci ha pensato Júlio César (7,5) a far scatenare la festa a Belo Horizonte. Proprio lui, che alla vigilia era fra i giocatori più criticati della lista di Scolari, ha parato due rigori ai cileni. Quando i fenomeni non si chiamano soltano Neymar… Nella solita linea difensiva a tre, spiccano i nomi di Mathieu Debuchy (7), motorino francese contro la Nigeria, Johan Djourou (7), muro elvetico contro Messi e compagni e il mastino cileno Gary Medel (6,5), in campo 108 minuti contro il Brasile, nonostante qualche acciacco muscolare. Centrocampo a due fatto di muscoli, qualità e grande intelligenza tattica: Philipp Lahm (7) è uno di quei giocatori in grado di fare la differenza ovunque lo si faccia giocare. Contro l’Algeria, il tedesco ha tappato le falle della retroguardia teutonica e fatto ripartire l’azione da grande giocatore qual è; l’altra sicurezza risponde al nome di Paul Pogba (7). Suo il gol che ha tolto le castagne dal fuoco alla Francia contro la Nigeria, ciliegina sulla torta di una prestazione di alto livello. Nella nostra top 11 figurano, poi, due fenomeni che definire “esterni” sarebbe riduttivo. Il primo è Ángel Di María (7,5), autore del gol qualificazione per l’Argentina contro la Svizzera. Seppur a volte impreciso al momento del cross, El Fideo è fra i più pericolosi al tiro e il suo destro al 118′ vale oro. Sulla sinistra, e qui rischiamo di dire sempre le stesse cose, c’è il capocannoniere dei Mondiali: James Rodríguez (8). Una doppietta contro l’Uruguay per la definitiva consacrazione di uno dei giocatori più forti del pianeta. La prima rete, in particolare, è un mix di tecnica, forza e coordinazione. In Colombia non si parla d’altro che del Diez. Il Brasile è avvisato. Veniamo al tridente offensivo, dove non può mancare uno dei giocatori più in forma del Mondiale: l’olandese Arjen Robben (7). Probabilmente, il rigore contro il Messico è cercato con furbizia, ma quando il numero 11 oranje decide di puntarti, ti salta. E non c’è scampo. L’altro nome che vi proponiamo, non ce ne vogliano gli ottimi André Schürrle (7) e Kevin De Bruyne (7), è Bryan Ruiz (6,5), capitano e simbolo di una sorprendente Costa Rica. Dopo l’Italia, è andato a segno anche contro la Grecia. Il numero 10 costaricano, dunque, merita le luci della ribalta. Terminale offensivo, finalmente, il belga Romelu Lukaku (7,5). Assente ingiustificato in termini di rendimento nella fase a gironi, il ventunenne del Chelsea è entrato ai tempi supplementari contro gli USA ed è riuscito a spaccare la partita. Wilmots lo attendeva, sarà lui l’arma in più del Belgio ai quarti di finale?

FLOP 11 – Senza nulla togliere alla prodezza balistica di James, ma che ci faceva Fernando Muslera (5,5) così fuori dai pali? Il portiere dell’Uruguay alterna ottime prestazioni a momenti di black out totale. Al centro della difesa dei peggiori ci mettiamo Óscar Duarte (4,5), che con una doppia ammonizione ha rischiato di compromettere la qualificazione della Costa Rica. Assieme a lui, maglia nera per l’olandese Paul Verhaegh (5), spaesato sulla fascia sinistra e inspiegabilmente titolare al posto di Janmaat, e il doriano Shkodran Mustafi (5), apparso fuori posizione e spesso in difficoltà contro l’Algeria. Veniamo al centrocampo, dove non si sono certo contraddistinti John Obi Mikel (5), ci si aspettava più sostanza dal nigeriano, e l’olandese Georginio Wijnaldum (4,5), sul quale van Gaal puntava molto. Sulle corsie, brutte prestazioni per lo statunitense Alejandro Bedoya (5,5) e, soprattutto, per il brasiliano Oscar (5), mai in partita e mai pericoloso contro il Cile. Comanda il trio di attaccanti un altro giocatore verdeoro, Fred (5), avulso dal gioco e lontano parente da quello visto un anno fa in Confederations Cup. Male, e parecchio, anche il tedesco Mario Götze (5), che ha sprecato contro l’Algeria, e l’uruguayano Diego Forlán (5). A 35 anni suonati, forse, è il caso di appendere le scarpette al chiodo.