Mino Raiola: “Vergognoso prendersela con Balotelli. L’Italia non ha più un’identità”

A distanza di qualche giorno dalla brutta figura italiana ai Mondiali di calcio brasiliani, a distanza di qualche ora dal fuggi fuggi generale tra la Malpensa e Fiumicino è tornato a parlare Mino Raiola, procuratore di Balotelli, in una intervista fiume alla Gazzetta dello Sport.

BALOTELLI –È vergognoso prendersela con il solo Balotelli: questa sì che è mancanza di equilibrio, specchio di un Paese in cui il calcio è morto. Ma qualcuno in Italia pensava davvero di vincere il Mondiale? Io non mi sono stupito di questo fallimento. In Europa i nostri club non vincono più, come poteva la Nazionale fare il miracolo? Distinguiamo il calcio giocato dai nostri problemi veri. Non giudico le persone, non conosco Prandelli, ma la sua idea tattica era perdente. Come si può pensare di vincere con un solo attaccante in campo? Anche la Costa Rica ne schierava tre – tuona Raiola – Mario in questo momento è triste, anzi disperato. Solo Galliani lo ha tutelato mentre dalla Figc silenzio assoluto. Invece lui non ha accusato nessuno, semmai è depresso perché sa di non essere riuscito a esprimere tutto il suo talento. Ma io aggiungo: chi salvereste dell’Italia? Io dico solo che è sottoposto a pressioni incredibili, ha tutta l’Italia addosso. Lui reagisce alla sua maniera, ma vi assicuro che non è semplice la sua situazione. Cosa gli devo dire? Io non ci riuscirei“.

FUTURO – “Mario ha sempre risposto alle convocazioni con entusiasmo. Per lui è il massimo giocare per l’Italia. Ma non dipende da lui. Se dovessi credere alle critiche magari il prossimo c.t. non lo chiama… Per quanto riguarda il Milan, Mario sta dove gli vogliono bene. Apprezzo le frasi di Galliani, ma ora voglio rispondere anche a quelle di Barbara Berlusconi. Se per lei è sostituibile, mi chiami in sede e una soluzione la troviamo: come sono abituato a fare. Ricordo che Mario aveva altre offerte importanti. Lui al Milan c’è per cuore, lei non lo so“.

L’ELIMINAZIONE E I PROBLEMI DELL’ITALIA –Cosa non ha funzionato? Basta vedere le altre squadre per capire. Non abbiamo più un’identità. Nell’82 vincemmo in contropiede. Poi Lippi ci ha illuso nel 2006. Stavolta ci siamo ridotti a puntare su un solo attaccante – continua Mino Raiola – Il nostro Paese ha un cancro. Siamo alla deriva anche nel calcio e nessuno si prende una responsabilità. A Coverciano non cambia nulla da decenni. Ai tecnici delle giovanili chiediamo solo di vincere: e chi forma i giovani? In Germania hanno scelto una strada e i risultati si vedono. Qui si pensa solo alle poltrone. Non basta cambiare un singolo se il sistema non cambia radicalmente. Abete aveva già fallito perdendo l’assegnazione dell’Europeo 2008. Abbiamo così perso l’occasione di rinnovarci puntando su stadi moderni e strutture adeguate. In 6 anni non ha mai prospettato un progetto di rilancio e il problema non sono gli extracomunitari. Il prodotto oggi è scadente. Non stupiamoci se perdiamo i calciatori migliori e non arrivano più le stelle come una volta. Gli stessi presidenti hanno da riflettere“.