Mercato Nba, LeBron James: da Akron a Ocean Drive. Andata e ritorno?
Lo sport non è una scienza esatta, figuriamoci la Nba: come più volte vi abbiamo ripetuto in questi anni cercando di informarvi il più possibile sulle vicende oltreoceano ricordatevi sempre questa formula: expect the unexpected. Ovvero a meno di clamorosi ribaltoni dell’ultim’ora LeBron James resterà ai Miami Heat e chiuderà la carriera ai Cleveland Cavs.
Gli hanno dato del traditore, del perdente, del mercenario. Facile per gli addetti ai lavori prendersela con il singolo e a non valutare oggettivamente le prestazioni e le dichiarazioni che oltreoceano in Europa vengono tradotte a convenienza di chi cerca di illudere tifosi e spesso edicole. Polemica che sono ben consapevole di portare, perché certezze non ne esistono ma balle spaziali sì. A partire dal discorso free agent, sulla carta molti non hanno specificato che può non vuol dire nulla, ma semplicemente una richiesta di attenzioni del “prescelto” per il suo presidente, o forse la voglia di tornare a casa e riprendersi la folla dell’Ohio che tanto ha fatto piangere e sognare. La verità la conosce solo il nativo di Akon, un’atleta di cui si parla da quando aveva 14 anni e su cui avevano messo gli occhi i Dallas Cowboys e i Denver Broncos. Non esattamente due squadre di basket…..
Ma passiamo a questa notte e al tweet che ha fatto impazzire 13,3 milioni di followers: “My favorite player in the draft”. Queste le parole di LeBron James dopo che Pat Riley – presidente e anima dei ragazzi di Ocean Drive – ha fatto sì che Shabazz Napier sia stato selezionato al draft dai Miami Heat. Il talentuoso play 23enne ex Huskies è stato acquistato dalla franchigia della Florida, brava a convincere gli Hornets per accaparrarsene le prestazioni. Questo è il motivo principale per cui LeBron resterà? No! Andarsene da sconfitto da una serie non fa per il numero 6, la tattica di attirare attenzione uscendo dal contratto ha funzionato e bene per un giocatore che al contrario di molti altri fa della pressione la sua migliore arma, e non una scusa.
Alla finestra, però, per il futuro resta Cleveland. Non esiste possibilità che James vada via da Miami se non per la sua squadra del cuore: i Cleveland Cavs. Lo ha anche dichiarato il prescelto, che quando parla è deciso come sul parquet: “Un giorno tornerò”. Forse qualcuno se ne è dimenticato… Certo la situazione con il presidente Wayne Embry non è delle migliori, visto che quando James lasciò l’Ohio fu definito un codardo. Ma quale Bulls, quale Lakers, quale Rockets? Perché rischiare avventure improbabili quando a casa potrebbe emulare Michael Jordan e far vincere per la prima volta un anello a uno stato che di basket prima della sua nascita non aveva quasi idea di cosa fosse. Nessuno fischierebbe un suo ritorno, nessuno sarebbe più felice, forse un giorno tornerà, magari ci aveva già pensato quest’anno, ma Pat Riley lo conosce bene e James e i Miami Heat anche l’anno prossimo saranno la squadra da battere, nonostante la cocente sconfitta contro i San Antonio Spurs di quest’anno. State tranquilli. L’anno prossimo il ritornello dei palasport americani sarà sempre lo stesso: “Beat the Heat”. Nel frattempo, in Ohio, Irving e Wiggins lo aspettano…