Durante le partite di calcio si finisce quasi sempre per fare il tifo per la squadra più debole quando sulla carta notiamo una notevole differenza qualitativa. Succede in molti sport e puntualmente accade anche durante i mondiali; una sorta di sindrome alla Robin Hood in cui si toglie il tifo al ricco per darlo al povero o forse è più corretto dire il “debole”. Contro Golia e a favore di Davide perché in fondo le favole del calcio ci piacciono. In passato abbiamo tifato per il sorprendente Camerun di Milla nel 1990, per la Grecia agli Europei del 2004 e come non scordare la Danimarca del 1992, una delle vittorie più belle e particolari.
Ieri qualcuno di noi ha iniziato a simpatizzare per l’Iran sperando che anche questa favola diventasse realtà. Una partita decisamente dall’esito scontato alla vigilia con la nazionale asiatica quotata addirittura a 20 in caso di vittoria. Sembravamo pronti ad assistere a una goleada di Messi e compagni e, invece, abbiamo visto un Iran in grado di sapersi difendere nel più classico dei modi senza concedere nulla all’avversario. Lo 0-0 della prima frazione aveva dell’incredibile, ma siamo rimasti ancora più stupiti al rientro dagli spogliatoi quando l’Iran, il Davide di turno, ha avuto il coraggio di alzare il proprio baricentro e affacciarsi con insistenza e coraggio dalle parti della porta argentina. Una mossa che sarebbe potuta diventare letale perché lo strenuo catenaccio dei primi minuti ha lasciato il passo a una difesa più aperta con maggiori spazi in fase offensiva per l’albiceleste. A quel punto il tifo è diventato sempre più accanito. Abbiamo quasi esultato per il colpo di testa che Romero è riuscito a deviare sopra la traversa. Abbiamo creduto al gol, ma l’Iran non è riuscito ad approfittare della grande occasione, di un momento favorevole in cui l’Argentina è apparsa sfiancata, priva di idee e sorpresa per come si stava evolvendo il match.
Gli ultimi minuti sono stati i più sofferti. Ormai calati totalmente nei panni di tifosi iraniani abbiamo patito davanti a quel muro iraniano eretto e pronto a spazzare ogni palla contro il disperato forcing argentino. L’Iran ha dimostrato grandi difficoltà sulla fascia destra dove c’era la forte sensazione che da un momento all’altro sarebbe arrivato il gol avversario. Eppure con il trascorrere del tempo e con lo scoccare del 90′ si stava materializzando sempre di più la loro impresa; un risultato poco utile per il passaggio del turno dopo il pareggio iniziale con la Nigeria, ma assai prestigioso visto il calibro dell’avversario in campo. Un sogno spezzato, però, in piena zona Cesarini, in maniera beffarda con una prodezza della pulce Messi, capace di piazzare il pallone lì dove l’estremo difensore iraniano non ha potuto arrivarci. Un gioiello di gol che abbiamo gustato solo a metà perché ha rappresentato l’infrangersi di un piacevole sogno per tanti appassionati di calci. Molta la delusione dei tifosi italiani davanti al televisore. Avremmo voluto vedere una bella prima pagina dedicata a questo Iran e alla sua impresa, ma il calcio è così, non guarda in faccia a nessuno e alla fine a sorridere sono stati gli argentini, che escono comunque con molti dubbi da risolvere prima del prossimo impegno contro la Nigeria.