Si è chiuso nel peggiore dei modi il tour dell’Inghilterra di rugby in Nuova Zelanda. Contro i favoriti All Blacks, gli inglesi si sono inchinati in tutte e 3 le partite, cedendo sostanzialmente ai più forti del mondo.
E dire che la serie, giocata tra Auckland, Dunedin e Hamilton, era iniziata in modo sorprendentemente tirato: nel primo test un’Inghilterra zeppa di riserve e priva dei giocatori reduci dalla finale di campionato (Saracens-Northampton) aveva condotto a lungo e spaventato i 47 mila di Eden Park. Positivo, per il record di imbattibilità dei padroni di casa, il risveglio nel finale, con l’accelerazione e la sterzata decisive firmate da Conrad Smith e dalle punizioni di Cruden. Nonostante il buon apporto di Burns e una spavalderia in attacco, inglesi troppo lontani dal marchio di fabbrica della concretezza e quasi presuntuosi nello sfidare gli All Blacks nel gioco alla mano e sul piano degli offload: 20-15 il finale.
Il secondo test, giocato al Forsyth Barr Stadium di Dunedin, è stato meno aperto, seppure il punteggio finale possa dire il contrario. Il 28-27 a favore della Nuova Zelanda, punteggio lusinghiero ma troppo indulgente nei confronti del XV di Stuart Lancaster, è figlio del colpo di reni inglese firmato Brown-Ashton nel finale, con l’ex giocatore di rugby league a segno all’80’ con partita già in ghiaccio. Nuova Zelanda, al solito, devastante in campo aperto: mete di Ben Smith, Savea e Nonu al 43′, 49′ e 63′.
Ancora meno aperta la terza partita, inutile ai fini dell’assegnazione della serie ma importante sul piano del prestigio: lo scarto finale (36-13) è netto e in qualche modo severo nei confronti di un’Inghilterra volenterosa nella ripresa, ma distratta in difesa. Determinanti, nel primo tempo, Savea e Aaron Smith, autori di un poker di mete nel primo tempo che avrebbe spezzato le gambe a chiunque, figurarsi a chi portava nelle gambe la fatica di 3 test match in casa dei campioni del Mondo. Nonostante la marcatura dell’ex London Welsh Yarde, impossibile per gli inglesi tenere il passo e risultato severo al fischio finale.
Chi cerca di trovare un senso e una morale in questa serie dirà che gli All Blacks, impacciati e sfilacciati all’inizio ma sicuri e autoritari nel finale, sono ancora insuperabili, o battibili solo in serata no. Detto che l’Inghilterra, rispetto all’ultimo tour della Francia in Nuova Zelanda e in generale alle performance delle partecipanti al Sei Nazioni contro le 3 regine dell’Emisfero Sud, ha tenuto botta con una certa efficacia, la sensazione è che il divario sia ancora netto e che il lavoro di qui alla Coppa del Mondo diventerà ogni giorno più delicato e importante.
Globalmente, la serie si è confermata interessante, dai mille temi tattici e un buon intrattenimento per lo spettatore neutrale. Che non può far altro, in questi casi, che ammirare lo stile e l’efficacia di chi rischia di passare alla storia come la squadra più forte e dominante nello sport. Non solo di quello con la palla ovale.
Tour dell’Inghilterra – Nuova Zelanda 2014
Nuova Zelanda-Inghilterra 20-15
Nuova Zelanda-Inghilterra 28-27
Crusaders-Inghilterra 7-38
Nuova Zelanda-Inghilterra 36-13