Italia, atto secondo
Poche chiacchiere, dobbiamo vincere. Dato il successo dell’Uruguay sull’Inghilterra, gli azzurri no, non possono proprio sbagliare. Un successo e il discorso qualificazione va in archivio: un passo falso e tutto torna in discussione. La Costa Rica è una squadra di tutto rispetto, lo ha dimostrato contro gli uruguagi, e guai a sottovalutarla, anche se diciamolo, nessuno lo farà. Perché, paradossalmente, il 3-1 con cui i centroamericani hanno superato Cavani e compagni ha destato un po’ tutti dalla convinzione che i ragazzi di Pinto fossero la classica squadra materasso in un girone di ferro.
La situazione, infatti, è del tutto diversa da come in tantissimi pensavano alla vigilia: Los Ticos in piena corsa qualificazione, Uruguay che è tornata grande grazie a Suárez (quanto si è sentita la sua mancanza nella prima partita!), Inghilterra che si lecca le tantissime ferite, e Italia che può già staccare il biglietto per la fase a eliminazione diretta. Andare a sei punti vorrebbe dire tanto, soprattutto in termini di prestigio e morale.
I ragazzi di Prandelli conoscono la forza propria e quella dell’avversario, il mix di forza e follia che compone il gruppo azzurro è quanto di più buono possa esserci per far sì che la brigata azzurra sia amalgamata nella maniera migliore. Qualità e un pizzico di sfacciataggine, sostanza e carattere, De Rossi e Balotelli, Paletta e Immobile, Bonucci e Insigne, Buffon e Verratti. Talento e intraprendenza, insomma: sempre unite, sempre miscelate tra loro nella maniera migliore, per far sì che anche contro la Costa Rica si possa trarre fuori tutto, veramente tutto da ogni singolo elemento sul terreno di gioco.
D’altronde, Prandelli lo ha detto e ridetto: “Quest’Italia ha tanta qualità”, anche se in pochi – effettivamente – la pensano come il nostro ct. Beh, vero: ci aspettavamo qualche scelta diversa (una su tutte: Pepito al mondiale) però adesso questo è il gruppo, questo è il gruppo che ha vinto all’esordio, questo è il gruppo che dovrà vincere ancora, dovrà vincerne tante, dovrà vincerle tutte. Perché – con Spagna e Inghilterra fuori, soprattutto – possiamo dire (urlando) la nostra. Perché dobbiamo crederci. Perché possiamo essere noi i veri protagonisti di un mondiale difficile da giocare e, ovviamente, da conquistare.