Non poteva esserci partenza migliore per i colori azzurri. L’avventura brasiliana comincia con una vittoria prestigiosa contro la temuta Inghilterra di Roy Hodgson; un risultato reso ancora più prezioso dalla clamorosa sconfitta dell’Uruguay per mano della Costa Rica, che ci proietta come favoriti per il primo posto del nostro raggruppamento. Un sabato notte particolare, da insonni. Niente serata in disco o al cinema; tutti riuniti insieme, invece, con birra, patatine e bandierone al seguito davanti al televisore ad attendere la voce di Bizzotto o della collaudata coppia Caressa-Bergomi. Italia-Inghilterra e il pensiero corre subito al leggendario ragionier Fantozzi e al famoso palo di Mckinley, evocato al legno colpito da Candreva prima dell’intervallo. Per nostra fortuna non c’è stato nessuna visione obbligatoria di un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco a interrompere questo momento, anche se l’incredibile tempesta che si è abbattuta su gran parte dello stivale, poche ore prima, aveva fatto temere il peggio con il rischio di non avere il segnale del televisore.
Una giornata all’insegna dell’azzurro e i segnali c’erano tutti ed erano particolarmente chiari. Già verso le ore venti i colori italiani erano stati allietati dagli importanti successi ai campionati europei della sciabola maschile e soprattutto del fioretto femminile, dream team nostrano e fiore all’occhiello del movimento sportivo italiano. Due vittorie in due finali da cardiopalma, tesissime ed equilibrate.
A Manaus l’Italia ha saputo rompere gli indugi in avvio con quel potente rasoterra di Marchisio; una gioia interrotta qualche minuto dopo dal pareggio inglese. Il passare in vantaggio per primi non aveva portato fortuna in molte gare precedenti di qeusto mondiale, ma l’Italia ha saputo sfatare questo tabù. Prima del calcio d’inizio il modulo scelto dal CT Prandelli con una sola punta aveva fatto storcere il naso a parecchi; malumore proseguito anche dopo l’avvicendamento nel corso della ripresa tra Balotelli e Immobile con buona pace di chi sperava di poter vedere una nazionale con due punti di riferimento offensivi. L’Italia ha comunque saputo dire la sua in campo. L’assenza di Buffon all’ultimo minuto è stato un fulmine a ciel sereno, Sirigu, però, non ha fatto rimpiangere il cambio obbligatorio. In difesa abbiamo ballato con Paletta apparso molto in difficoltà e riconosciuto da tutti tra i peggiori in campo della nostra nazionale; il fortino azzurro è riuscito a tenere gli assalti inglesi, poco premiati da una mira non precisa e dagli esterni italiani che hanno saputo contenere le pericolosità offensive avversarie laterali.
Un’Italia con buona personalità in campo in fase di possesso palla. Darmian è stata la piacevole scoperta. L’esterno del Torino ha avuto grande carattere ed è stato eletto meritatamente come uno dei migliori in campo. Del resto è stata proprio la corsia destra quella che ha dato più vivacità all’attacco azzurro; da qui ha avuto origine il cross che ha permesso a Balotelli di segnare il gol partita. La traversa finale di Andrea Pirlo rimane forse un unico leggero rimpianto; se quella palla fosse entrata in rete, invece di stamparsi sul legno, sarebbe stata l’ottima ciliegina sulla torta per immortalare il successo azzurro. Prossimo step la Costa Rica, uno sparring partner fino a qualche giorno fa e adesso, improvvisamente, un avversario da studiare con molta attenzione. L’obbligo dei ragazzi di Prandelli è di non sottovalutare l’avversario e andarci a prendere una nuova vittoria che ci porterebbe con un piede agli ottavi, ma soprattutto ci darebbe maggiori garanzie per un’eventuale vittoria del girone, utile a evitare il Brasile almeno fino alla finale.