Una classica. Quasi un derby. La sfida iniziale del Mondiale brasiliano vede i giocolieri verdeoro che detestano avere il cognome, contro i guerrieri slavi che giocano con una scacchiera sul petto. Chi vincerà? Ve lo racconta lo Sghimberlo!
0′ – Inni nazionali commoventi: stonano così tanto i giocatori brasiliani che la banda si ferma e lascia l’Hino Nacional al proprio triste destino, in balìa delle raccapriccianti ugole dei ragazzi di Scolari. E sono già brividi!
0′ – Lo stadio di San Paolo può contenere 66.000 spettatori, ma a giudicare dal casino che fanno dovrebbero essere circa 320.000. Ma sappiamo che il fattore casa non è mai stato un problema per i popoli jugoslavi…
0′ – Partita non ancora cominciata, ma già a casa De Laurentis volano le prime bestemmie: “Uagliò, giocano al San Paolo e nisciun’ m’ha ritt nient’?”.
1′ – Subito pericolosa la Crozia con un bel tentativo di Kovačić, che termina fuori. Mazzarri in panchina chiede un calcio d’angolo ogni tre tiri sul fondo.
3′ – Croazia spavalda, il Brasile traccheggia con una certa spocchia. Succede quando il giocatore più scarso che hai in rosa vale sul mercato più o meno come la Sardegna.
7′ – Vicinissima al gol la Croazia con la zuccata di Olić, ma il pallone gli scivola via dalla fronte per colpa del cognome e finisce fuori.
8′ – I parenti di Rakitić ci hanno appena scritto per e-mail che la battuta sul cognome non era affatto divertente.
11′ – Meritatissimo 1-0 della Croazia con l’autogol di Marcelo, che non riuscirà mai più a dire “mamma” in vita propria. Brasile completamente in confusione: lo dimostra il fatto che Marcelo abbia esultato 40 secondi dopo il gol, prima che i compagni gli facessero capire a badilate sul mento l’amara verità.
13′ – Pletikosa si è chiaramente svegliato 20 minuti fa. Ha appena abbrancato un pallone vagante con le occhiaie.
16′ – Il Brasile continua a palleggiare e collezionare calci d’angolo. Non è una tattica efficace in genere, soprattutto quando il più buono degli avversari mangia a merenda i gattini con la Nutella.
20′ – Avanza il baricentro la Seleçao: Pletikosa non sembra invincibile, ma i brasiliani hanno questo vezzo atavico di voler calciare in porta da dentro la porta…
22′ – Ora il Brasile fa davvero paura: arrivano palloni da tutti i lati e il giovane pischello Pletikosa sembra il miglior Ed Warner.
24′ – La fondamentale tecnologia Goal-Line ci rivela che l’autogol di Marcelo è autogol. E’ bello sapere che Blatter resta al passo coi tempi. Potrebbero esordire nei prossimi Mondiali anche l’acciarino, il torchio e il commodore 64 per i replay.
27′ – Neymar entra finalmente nel tabellino della partita cercando di decapitare Modrić con una mossa di taekwondo. Giallo per lui.
29′ – Pareggio del Brasile grazie a un sinistro di Neymar a 3,4 km/h, con Pletikosa che si tuffa con la stessa prontezza di riflessi di una zanzara spiaccicata quando cerchi di lavarla via dal muro. S’accende la Torcida: 1-1!
33′ – Tornano sulla Terra i Croati. Ora sono famosi soltanto per aver inventato la cravatta.
37′ – Serve la “vergine di ferro” per far passare il pallone a Neymar. Scolari chiede tutela per il suo numero 10, ma l’impressione è che il suo numero di arti diminuirà presto.
42′ – L’arbitro mostra fiero il suo spray al peperoncino che serve a minacciare la barriera. Altra trovata ipertecnologica dalla mente vulcanica di Blatter. Si vocifera anche di aggiungere alla dotazione arbitrale il fischietto bitonale, le Reebok Pump e il cartellino giallo con l’ologramma di John Holmes per determinare i falli più spaventosi.
47′ – Scolari sposta i propri giocatori utilizzando il tasto random del proprio telefonino: Oscar va a fare il terzino sinistro, Marcelo viene buttato a centrocampo (così sta lontano dalla propria porta) e Júlio César viene fermato appena in tempo mentre stava andando a battere un calcio d’angolo.
48′ – Si chiude sull’1-1 il primo tempo: di Marcelo e Pletikosa i gol partita.
46′ (s.t.) – Ricomincia la partita. Prima della gara il Brasile era quotato a 0.70, il che vuol dire che a giocare un euro sui verdeoro vincenti ti danno indietro 70 centesimi. Ma dopo la grande prestazione croata del primo tempo la quotazione è salita almeno a 0.75.
50′ – Oscar viene fermato a pallettoni da Vrsaljko. Ora lo chiamano Oscarface.
52′ – La Croazia è scesa in campo con un simpatico 8-1-1 che non lascia trapelare quali siano le reali intenzioni di Kovač.
53′ – La fondamentale tecnologia Goal-Line ci ha intanto ragguagliati sul fatto che, sul gol di Neymar, Pletikosa è morto.
54′ – Vrsaljko ha cambiato residenza sulla carta d’identità. Ora c’è scritto: “Caviglie di Oscar, n.2”.
56′ – Luiz Gustavo è chiaramente Vampeta dopo la cura.
61′ – Fuori un inutile Kovačić, dentro un inutile Brozović. Ma il cambio serve solo a fare sfoggi0 della nuova lavagnetta a forma di teiera che fa tanto impazzire le nonne.
63′ – Dentro anche Hernanes per Paulinho. Le quote interiste sono ristabilite: Mazzarri chiede una comproprietà omaggio ogni 3 suoi giocatori in campo.
66′ – Ćorluka tenta il suicidio lasciando il pallone a Neymar, poi gli deve amputare un piede in corsa per rimediare. L’arbitro, nonostante le sue origini nipponiche tradiscano ammirazione nei confronti dell’harakiri, è costretto a estrarre il giallo.
67′ – Barriera a 3 metri dal pallone. Disegnare la linea con lo spray sulle scarpe dei croati non è una mossa utilissima per far rispettare le distanze…
69′ – I biscotti sono pronti e vengono tirati fuori dal forno belli fumanti al 69esimo, come da ricetta. Rigore per il Brasile che punisce il petting troppo osé di Lovren su Fred.
70′ – Gol di Neymar, che prima di calciare il rigore inscena un balletto del teatro Kabuki per far felice l’arbitro, chiaramente suo parente. 2-1 per il Brasile.
72′ – Secondo la RAI Dilma Rousseff sarebbe presidentessa degli Stati Uniti. La fondamentale tecnologia Goal-Line ci restituisce le toccanti immagini dell’esultanza di Obamão.
75′ – Dopo il rigore assegnato al Brasile, la FIFA ha anche dichiarato che, al posto dei tempi supplementari, le partite della fase finale terminate in parità verranno decise col gioco delle tre carte grazie a un banchetto eretto a centrocampo da un cugino di Marcelo.
79′ – Tacco di Neymar sulle caviglie di un avversario. L’arbitro assegna rigore, tre espulsioni e il mondiale del ’66 a tavolino. Poi ci ripensa: calcio d’angolo.
83′ – Gol annullato alla Croazia per un inesistente fallo di Olić sul solito Júlio Saponetta César. Visto che c’era l’arbitro assegna al Brasile anche un punto supplementare in classifica e tre province paraguaiane.
86′ – Croazia generosissima contro i Truffinhos di Scolari. Ci sentiamo un po’ tutti croati: io ho cominciato ad aggiungere il suffisso “ić” a tutti gli avverbi.
87′ – Modrić tenta clamorosamentic il tiro direttamentic da Zagabria, ma su quel pallone manca il CAP e Júlio César lo rispedisce al mittente.
91′ – Forcing finale della Croazia, e in contropiede Oscar trafigge Pletikosa che si allunga lateralmente con la stessa velocità con cui la nonna abbassa il finestrino a manetta prima di vomitare in auto. 3-1 e festa grande allo stadio.
94′ – Triplice fischio. Gioca meglio la Croazia, ma è il Brasile a vincere rispettando i pronostici. Di Marcelo il gol croato, doppietta di Pletikosa e gol decisivo di Nishimura per i verdeoro. Dallo Sghimberlo è tutto, seguiteci ancora con le prossime partite!