18 dicembre 1976, una data storica per il tennis (e lo sport in generale) italiano. La data per eccellenza, quella della prima (e finora unica) Coppa Davis vinta dalla nazionale azzurra.
Un traguardo raggiunto dai migliori tennisti italiani dell’epoca, in un clima politico difficile sia per la nostra terra che per i Cileni, avversari di quella finale.
La nazionale italiana designata per giocare quella coppa Davis era composta da tennisti di primo piano nel panorama internazionale:
– Nicola Pietrangeli: capitano non giocatore della nazionale del 1976. Nel suo palmares vanta 2 Internazionali d’Italia, 2 Roland Garros, 1 Hamburg Masters e 3 Monte-Carlo Masters in singolo ed attualmente detentore dei migliori risultati italiani raggiunti a Wimbledon. Un Roland Garros ed un Internazionale d’Italia di doppio in coppia con Orlando Sirola. Pietrangeli vanta anche un oro in singolare ed un bronzo in doppio nei giochi del mediterraneo del 1963. Insieme a Gianni Clerici è uno dei due italiani inseriti nella International Tennis Hall of Fame.
– Adriano Panatta: giocatore di punta della nazionale del 1976, anno in cui Panatta si distinte nel singolo dei maggiori tornei Internazionali.Nel 1976, infatti, conquisto gli Internazionali d’Italia, il Roland Garros (battuto Bjorn Borg nei quarti) e nel dicembre dello stesso anno la Coppa Davis. Quarto nel ranking mondiale dell’epoca (suo miglior piazzamento in carriera) e guida degli azzurri in altre 3 finali di Coppa Davis, purtroppo perse.
– Corrado Barazzutti: Vincitore dell’Orange Bowl (una sorta di mondiale per under 18) e nel 1976 dell’ATP Nizza. Secondo singolarista della nazionale italiana, attualmente è capitano non giocatore della nazionale italiana maschile e femminile. Da “coach” vanta 4 vittorie nella Federation Cup (2006, 2009, 2010, 2013), corrispettivo della Davis per le nazionali femminili.
– Paolo Bertolucci: Compagno di Pannatta nel doppio e uno dei maggiori talenti del tennis italiano. Purtroppo in singolare non riuscì a imporre il suo gioco causa un fisico non adeguato. Nonostante ciò nella sua carriera vinse 3 ATP Firenze, 1 ATP Barcellona, 1 ATP German Open ed un Berlin Open. Nessun grande slam nella sua bacheca personale.
– Tonino Zugarelli: Riserva di lusso della nazionale del 1976, ma comunque fondamentale nella conquista della Coppa Davis, battendo Taylor e Lloyd nei quarti del torneo contro l’Inghilterra. Un solo torneo in bacheca, lo Swedish Open, vinto in finale contro Barazzutti. Giocò anche una finale degli Internazionali D’Italia, perdendo contro lo statunitense Gerulaitis.
Nell’aula 5 del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma 3, Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta rivivono quei momenti nell’ambito della conferenza “In Facoltà per Sport”. organizzata dall’Ufficio Iniziative Sportive di Roma 3.
Il cammino azzurro cominciò contro Polonia e Jugoslavia, entrambe battute 5-0. A luglio a Roma arrivò la nazionale svedese, detentrice del trofeo ma orfana di Bjorn Borg (fresco vincitore di Wimbledon). Passaggio del turno e finale del gruppo europeo contro l’Inghilterra, sull’erba di Wimbledon. Pietrangeli, con una mossa a sorpresa, fece giocare Zugarelli al posto di Barazzutti , il quale vinse i due singolari a cui prese parte. Semifinale del torneo contro l’Australia, squadra ostica e ricca di talenti. Secondo molti la partita contro gli australiani è da considerarsi come la vera finale del torneo poichè i Cileni (già qualificati alla finalissima causa forfait dell’Unione Sovietica) erano visti come avversari abbordabili. 1-1 al primo giorno di partite, poi gli azzurri presero il largo vincendo il doppio ed un altro singolare. La finale era raggiunta.
Il Cile era una nazionale ostica ma non molto forte, guadagnò la finale soprattutto grazie alla rinuncia di diverse nazionali, contrarie al regime Pinochet. Anche il governo italiano era contrario alla trasferta in Cile, poichè non favorevole al governo del dittatore cileno. Gli addetti ai lavori temevano per l’incolumità dei moschettieri azzurri (così soprannominati), l’opinione pubblica spingeva per il boicottaggio della finale. Pietrangeli nel corso della conferenza ammette: “Subì delle minacce personali per non portare i ragazzi in Cile. Il tutto per una partita di tennis. Si creò un caso politico. Molti volevano non andassimo, ma noi dovevamo andare e vincere. Era un’occasione da non farsi sfuggire, eravamo superiori”. Anche Panatta ricorda quei momenti: “Il clima era tesissimo. Anche personaggi di spicco erano contrari alla trasferta in Cile. Nicola si battè duramente per strappare il consenso dal Coni. Eravamo una squadra molto solida ed avevamo fatto benissimo fino a quel momento. Noi volevamo la Coppa in Italia”. Fu lo stesso Pietrangeli a combattere in prima linea per ottenere il via libera dalle autorità competenti, il Coni decise per il si e schierò la squadra contro il Cile. Il capitano di quella nazionale continua: “Il Coni non prendeva una decisione, il governo nemmeno. Dissi che per impedirci di andare dovevano ritirarci il passaporto. Partimmo per il Cile scortati dalla polizia e tornammo quasi di nascosto. Volevamo giocare a tutti i costi, sapevamo di essere superiori. Abbiamo avuto incontri più difficili della finale, ad esempio contro Inghilterra ed Australia. Dovevamo giocare”.
Ed infatti la finale si rivelò più semplice del previsto. Subito due vittorie in singolare di Barazzutti contro Fillal e Panatta contro Cornejo. Nella seconda giornata arrivò la vittoria nel doppio grazie alla coppia Panatta-Bertolucci. L’Italia era campione di Davis per la prima volta della sua storia. Un traguardo eccezionale ed ancora oggi unico nel suo genere.
Al termine della conferenza Nicola Pietrangeli fa un piccolo commento sulle differenze tra il tennis della sua epoca e quello odierno: “Oggi si gioca più da fondo campo. Ai miei tempi si giocava molto da metà campo, ma oggi è lo stile di gioco ad essere cambiato. Il tennis odierno è molto veloce e potente”. L’Hall of Famer italiano chiude il proprio pensiero con un giudizio su Fabio Fognini: “E’ un giocatore straordinario, ma il suo peggior nemico è Fognini stesso. Fa un grande tennis ma spesso si perde, è ad un passo dal vincere ma poi butta via le partite”.