Home » Capitani coraggiosi

Stavo pensando a Tony Adams, a come cantava l’inno. Storico capitano dell’Arsenal oltre che dell’Inghilterra, mi è capitato di vedere uno speciale dedicatogli, su FoxSports e vai col fiume dei ricordi.

Ci stavo pensando perché rappresentare il tuo paese in una grande manifestazione internazionale deve essere un brivido non da poco. E perché c’è chi ne è degno e chi un po’ meno.

Ci stavo pensando, soprattutto, mentre la mente andava ai fierissimi Franco Baresi o ai Paolo Maldini, magari campioni su altri palcoscenici ma rimasti a bocca asciutta in Coppa del Mondo.

Guidare il tuo paese, insomma, ti carica di un peso supplementare. Di un ulteriore fardello che non è fatto solo dell’esperienza delle prime rughe, dei primi capelli brizzolati o del numero di presenze. È fatto di leadership, attitudine e coraggio. È essere l’allenatore sul campo o molto di più.

Se sfoglio i dati su Brasile 2014, di capitani coraggiosi ce ne sono tanti. Quello della Spagna, per esempio, ha appena vinto la Champions col Real. Già sul trono d’Europa e del Mondo, deve portare la fascia anche per gente come Butragueño, Zubizarreta, Hierro e Raúl. Nati probabilmente prima del dovuto, in anticipo rispetto alla riscossa dello sport spagnolo.

L’Italia di capitani vincenti ne ha avuti, non scherziamo. Eppure Buffon (non capitano in Germania) sente sulla fascia il sudore di Baresi e Maldini, o quello di altri che la gloria mondiale l’hanno solo potuta rincorrere.

La lista è lunga e lascio che la fantasia dei ricordi di ognuno di noi faccia il resto. Né Beckham né Gerrard hanno raccolto, sinora, l’eredità di Bobby Moore (che è la Coppa Rimet). E anche Maradona è rimasto solo, nell’immaginario collettivo e nei ricordi.

È per questo che voglio augurare, di cuore e con onestà, in bocca al lupo a tutti i capitani del Mondiale. Parlo di gente tosta, sotto l’occhio del ciclone, piegata ma non schiacciata dal peso di una fascia che è la delega di milione di sognanti individui.

Dall’onore, più che dal peso. Perché diciamoci la verità: per un mese non c’è Re, Regina o Presidente che tenga, c’è solo il capitano.

In bocca al lupo, allora, a Thiago Silva, Samuel Eto’o, Darijo Srna, Rafael Márquez, Mile Jedinak, Claudio Bravo, Robin van Persie, Iker Casillas, Mario Yepes, Giorgos Karagounis, Didier Drogba, Makoto Hasebe, Bryan Ruiz, Steven Gerrard, Gianluigi Buffon, Diego Lugano, Antonio Valencia, Hugo Lloris, Noel Valladares, Gökhan Inler, Lionel Messi, Emir Spahić, Javad Nekounam, Vincent Enyeama, Philipp Lahm, Asamoah Gyan, Cristiano Ronaldo, Clint Dempsey, Madjid Bougherra, Vincent Kompany, Vasili Berezutski, Koo Ja-cheol,