Trentadue nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi presentiamo la Sbornaya Rossii: la Russia.
AMARCORD MONDIALE
Dopo due pesanti assenze consecutive, la Russia torna finalmente a disputare una fase finale di un Mondiale. Quattro anni fa fu la disfatta di Maribor a spegnere i sogni di gloria del gruppo guidato da Hiddink: stavolta Capello ha badato al sodo e senza dare grosso spettacolo ha costretto il Portogallo a giocare i pericolosi spareggi. Dopo la dissoluzione dell’Urss, la Russia ha disputato soltanto due Mondiali: in entrambi i casi non ha mai superato il girone, deludendo soprattutto in Corea del Sud, quando aveva un girone alla portata. Se invece teniamo in considerazione l’URSS, registriamo un quarto posto nel 1966 e tre quarti di finale nelle manifestazioni di quella decade, con l’armata rossa guidata da campioni indimenticabili come Yashin.
LA STRADA PER IL BRASILE
Come detto, Capello ha saputo dare quella quadratura che mancava alla Russia nelle qualificazioni. Spettacolo poco, punti tanti. L’inizio è stato perentorio: quattro partite, quattro vittorie; e zero gol subiti. Conquistata la vetta subito, battendo a Mosca il Portogallo con un gol di Kerzhakov, non l’ha più lasciata. Ma il percorso non è stato lineare: dopo il prevedibile stop di Lisbona è arrivato l’inatteso ko di Belfast, al termine di una prestazione aberrante (zero tiri in porta per Shirokov e compagni). Il Portogallo però non ha saputo sfruttare l’occasione e, complice un errore del portiere iberico con Israele, alla Russia è bastato un pari nell’ostica trasferta di Baku.
LA DIFESA (Voto: 6,5)
La difesa, come da molti anni a questa parte, si affida totalmente al pacchetto CSKA. Se tra i pali ci sono molti uomini che possono sostituire degnamente Akinfeev (vedi Lodygin e Ryzhikov), manca un ricambio generale per quanto riguarda i difensori centrali. Berezutski e Ignashevich sono una coppia esperta e navigata, ma un poco anziana. Dura, se non impossibile, che riescano a rimanere competitivi per il Mondiale casalingo. I terzini, invece, sono diversi, tant’è che Capello ha escluso addirittura Anyukov. Da segnalare la convocazione del giovane Semyonov, di proprietà del Terek.
IL CENTROCAMPO (Voto: 7)
È probabilmente il reparto migliore della compagine. Shirokov è un giocatore che sa fare la differenza, Shatov può inventare, mentre Glushakov e Fayzulin alternano in maniera sapiente interdizione e inserimenti. A fare legna ci penserà Denisov, il quale forse tornerà allo Zenit tra qualche giorno. Per quanto concerne la linea dei trequartisti, quasi sicuro come titolare Samedov, giocatore che Capello ama, e Zhirkov. E Dzagoev? A Capello non piace così tanto, e Alan in questa stagione ha fatto qualsiasi cosa per non farsi apprezzare.
L’ATTACCO (Voto 6,5)
Senza Dzyuba il peso dell’attacco ricade totalmente su Kerzhakov e Kokorin. Il primo arriva da un periodo abbastanza deludente, ma in una competizione del genere può far valere esperienza e motivazioni; l’attaccante della Dinamo Mosca può essere invece uno dei crack del Mondiale. Tutti i russi sperano che non si bruci come Dzagoev dopo il discreto Europeo di due anni fa. Manca invece Smolov, diventato ormai uno dei giocatori più “trollati” dell’intero panorama calcistico russo.
IL CAPITANO
LA STELLA
IL COMMISSARIO TECNICO
LA FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1)
Akinfeev; Kozlov, Berezutski, Ignashevich, Kombarov; Denisov, Glushakov; Zhirkov, Samedov, Shatov; Kokorin.
VOTO GLOBALE: 6,5
La Russia nel complesso è un’ottima squadra, una possibile outsider, nonostante venga meno sponsorizzata rispetto ad altre squadre di simile livello. Capello sa quello che deve fare e il materiale a disposizione è più che buono. Soltanto la pressione mediatica locale potrebbe infastidire i ragazzi del tecnico friulano: a tal proposito, la lontananza e la diversità di condizioni potrà risultare, paradossalmente, un vantaggio.
Video: il cammino della Russia nelle qualificazioni mondiali.