Diciamoci la verità: quando all’ottavo del primo tempo di Italia-Irlanda abbiamo visto lo scontro tra Pearce e Montolivo, nessuno di noi ha pensato al peggio per il capitano di serata della nostra Nazionale.
Ma l’avvicinarsi preoccupato dei compagni e dei medici e — soprattutto — il labiale del 18 del Milan sono stati eloquenti.
“Fermo, fermo. Non toccarla. Mi sono rotto” — con queste parole, unite a uno sguardo tra il dispiaciuto e il rassegnato, Riccardo ha decretato la fine della sua partita e dell’avventura a Brasile 2014 ancora prima di partire.
Ma tra tutti i compagni, ce n’è stato uno che ha capito prima di tutti la gravità della situazione e che, prima ancora dei medici, è andato a “soccorrere” Montolivo: Marco Verratti.
Che sia stato proprio lui, il giovane regista scelto sul filo di lana nella spedizione azzurra ai Mondiali, ad avvicinarsi per primo può essere visto come un segnale, come un ipotetico passaggio di consegne.
Sì, perché è stata proprio l’indisponibilità del capitano del Milan a dare la certezza della convocazione nella rosa dei 23 per Verratti. E da questa tragedia sportiva e personale per Montolivo potrebbe nascere una risorsa determinante tra due settimane dall’altra parte del mondo.
Il fatto che Marco Verratti fosse ancora in discussione per la spedizione in Brasile, in realtà, non riuscivamo proprio a spiegarcelo. Titolare in un club come il Paris Saint-Germain — squadra bi-campione di Francia e arrivata per due anni consecutivi ai quarti di finale di Champions League — a discapito di un fenomeno come Yohan Cabaye (che, per la cronaca, sarà titolare nel centrocampo della Francia in Brasile) e dotato di uno di quei talenti che passano una volta ogni venti anni, il giovane Marco non sembra convincere del tutto Prandelli. Eppure potrebbe essere l’asso nella manica della nostra Nazionale.
Uno dei limiti degli azzurri è, infatti, la prevedibilità in fase di impostazione dell’azione: il sistema di gioco che vede la difesa a quattro e il centrocampo a rombo, infatti, prevede il necessario passaggio dai piedi e dalla mente di Pirlo; questa sorta di “strada obbligata”, inevitabilmente, avvantaggia gli avversari e mette in difficoltà i due difensori centrali, che spesso devono ricorrere al lancio lungo. Nella Juventus, giusto per citare il club in cui militano Pirlo e i 3/4 della nostra difesa, il sistema di gioco con tre difensori, due esterni larghi e tre centrocampisti stretti aiuta lo sviluppo della manovra grazie alle sovrapposizioni dei due difensori laterali dei tre dietro (Barzagli e Chiellini) e alla presenza di un giocatore come Vidal che, in caso di bisogno, si abbassa e si propone per il passaggio, liberando Pirlo dalla marcatura o ricevendo lui stesso il pallone.
Nel sistema di gioco di Prandelli, invece, la presenza di Motta e De Rossi va a ingolfare questo meccanismo, anziché renderlo più fluido: i centrocampisti di PSG e Roma sono due “doppioni” (solo di ruolo, non di caratteristiche) di Pirlo e, giocando da mezzali, non hanno la sincronia nei movimenti adatta ad aiutare il centrocampista di Brescia. Le soluzioni potrebbero essere due: il passaggio allo stesso sistema di gioco della Juventus (così come è stato fatto nella gara inaugurale dell’Europeo 2012 contro la Spagna) con la possibilità di poter allargare il gioco sulle fasce anziché dover passare sempre da Pirlo, oppure la titolarità di Verratti di fianco a Pirlo, che liberebbe il 21 juventino dalla pressione avversaria e alleggerirebbe il compito dei due difensori centrali. Il giovane ex pescarese, oltre a esserne capace visto che lo fa con Motta nel PSG, è l’unico dei nostri centrocampisti — oltre a Pirlo — a essere in grado di liberarsi dell’uomo e creare superiorità numerica: né De Rossi né lo stesso Motta ne hanno le caratteristiche e ricorrono sempre al passaggio a un compagno per abbassare i ritmi della pressione avversaria.
Fosse per noi la titolarità di Verratti in Nazionale non sarebbe nemmeno da mettere in discussione. Ma ci rendiamo conto che le scelte del nostro CT siano diametralmente opposte alle nostre.
E allora speriamo solamente che questo intoppo di percorso come è stato l’infortunio di Montolivo — che ha privato Prandelli di una preziosa alternativa a centrocampo, più adatta di altri a fare la mezzala — possa rivelarsi alla fine una preziosa risorsa nel dare spazio al talento cristallino di Marco Verratti, uno di quelli che passa una volta ogni vent’anni.