Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Continuiamo oggi con Los Catrachos, ovvero l’Honduras.
AMARCORD MONDIALE
La prima partecipazione ai Mondiali da parte dell’Honduras risale a Spagna ’82, quando gli honduregni si classificarono ultimi nel Gruppo E. La seconda, invece, quasi trent’anni dopo: Sudafrica 2010, ma l’esito il medesimo, con l’ultima piazza nel Gruppo H. I centroamericani si apprestano a giocare il terzo Mondiale della loro storia e sperano che la cabala del “non c’è due senza tre” non sia valida, ma è già molto esserci in Brasile.
LA STRADA PER IL BRASILE
L’Honduras si è guadagnato la qualificazione ai Mondiali grazie a un cammino irto di ostacoli. Nella prima fase della Concacaf si è qualificato grazie a una roboante vittoria per 8-1 contro il Canada. Giunto alla fase successiva, ha sudato le proverbiali sette camicie per qualificarsi, riuscendo ad andare in Brasile a discapito del più titolato Messico (costretto allo spareggio interzona) grazie alla vittoria contro il Costa Rica e al pareggio contro la Giamaica. L’Honduras occupa la 30esima posizione nel ranking Fifa.
LA DIFESA (Voto: 5,5)
L’Honduras gioca principalmente con una difesa a 4. Gli “inamovibili” sono il portiere Valladores classe 1977 e il pacchetto difensivo composto da Figueroa, Izaguirre, Bernárdez e Beckeles, con quest’ultimo che si gioca il posto con Chávez. È una squadra che si basa molto sulle ripartenze e che fa della difesa uno dei suoi punti di forza, ma le riserve non sembrano avere molta esperienza internazionale.
IL CENTROCAMPO (Voto: 5,5)
I centroamericani giocheranno con un centrocampo folto, per lasciare pochi spazi agli avversari. Nella linea mediana, con molta probabilità, ci saranno Wilson Palacios (Stoke City), Espinoza (Wigan), García (Houston Dynamo), Garrido (Olimpia) e Najar (Anderlecht). Il faro della squadra è senza dubbio Palacios: il ventinovenne dello Stoke City è fra i giocatori più esperti, visto che gioca dal 2007 in Premier League. Ma occhio ai giovani che avanzano: Najar, 21 anni, è un’ala destra in forza all’Anderlecht, dove ha dimostrato di avere un piede niente male. Tra gli Usa e l’Honduras, ha scelto La Bicolor. Un ragazzino con le idee chiare.
L’ATTACCO (Voto: 5,5)
In attacco il vate inamovibile è Carlo Costly, attaccante trentunenne della Real España, che ha segnato 30 gol in 68 partite con la maglia bianco-azzurra e che funge spesso da unica punta (vista la sua altezza, 1,90 m, è un giocatore che fa reparto da solo). Quando Luis Fernando Suárez schiera due attaccanti, entra in gioco Jerry Bengtson del New England Revolution, altro calciatore bravo a giocare spalle alla porta e a favorire il fraseggio con i compagni. Gli altri due attaccanti, Jerry Palacios e Rony Martínez, probabilmente non avranno molto spazio.
IL CAPITANO
LA STELLA
IL COMMISSARIO TECNICO
LA FORMAZIONE TIPO (4-5-1)
Valladares; Beckeles (Chávez), Bernárdez, Figueroa, Izaguirre; Najar, Garrido, Palacios, Espinoza, García; Costly (Bengtson).
VOTO GLOBALE: 5,5
L’Honduras giunge a questa manifestazione dopo un girone Concacaf dall’esito altalenante e con una squadra molto vecchia anagraficamente, che non sembra all’altezza di competere per il passaggio del turno. La Bicolore si trova nel Girone E insieme a Svizzera, Ecuador e Francia e sembra destinata a rivestire il ruolo della vittima sacrificale. Ma nel calcio bisogna sempre stare attenti alle piccole.
Video: i gol di Bengston e Costly mandano al tappeto il Messico e regalano all’Honduras tre punti fondamentali per la qualificazione a Brasile 2014.