Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Questa volta è il turno dei Samurai Blu: il Giappone.
AMARCORD MONDIALE
La Nazionale nipponica, pur avendo fatto il suo esordio nel 1917, non ha mai centrato la qualificazione al Mondiale fino al 1998, anno in cui per la prima volta la squadra partecipò alla competizione in Francia, senza però andare oltre la fase a gironi. Nell’edizione successiva, organizzata proprio dai giapponesi insieme alla Corea del Sud nel 2002, è arrivata la prima qualificazione agli ottavi, bissata anche nel 2010, mentre nel 2006 ancora una volta è arrivata l’eliminazione ai gironi.
LA STRADA PER IL BRASILE
Il Giappone ha avuto la possibilità di iniziare il suo cammino dal terzo turno delle qualificazioni asiatiche, in virtù della sua posizione nel ranking FIFA (attualmente si trova al 47° posto). Il girone sembrava poter essere una passeggiata per i ragazzi di Zaccheroni, visto che le squadre presenti erano Uzbekistan, Corea del Nord e Tagikistan. E invece sono stati proprio gli uzbeki a fregiarsi del primo posto, con il Giappone secondo a 10 punti, dopo aver raccolto anche due sconfitte contro gli uzbeki stessi e contro i coreani. Nel girone finale però, i giapponesi hanno trovato finalmente continuità e si sono piazzati al primo posto, strappando il biglietto per il Mondiale e lasciandosi alle spalle l’Australia e la Giordania, che erano le Nazionali più accreditate a contendergli il primo posto. Il cammino è stato di 5 vittorie, 2 pari (entrambi con l’Australia) e una sconfitta, proprio in Giordania.
LA DIFESA (Voto: 6)
Per il reparto difensivo, Zaccheroni solitamente schiera la sua difesa a 4, ma gli interpreti di fama internazionale del reparto arretrato nipponico sono soprattutto gli esterni, in primis l’interista Yuto Nagatomo. Tra i terzini, però, figurano anche Uchida, che milita nello Schalke 04, e i due Sakai, Hiroki e Gōtoku, che giocano entrambi in Germania. Tra i centrali invece, quello sicuro di una maglia da titolare è Yoshida, difensore in forza al Southampton, mentre al suo fianco nelle ultime amichevoli è stato spesso provato Morishige, del Tokyo FC. Il portiere invece è Kawashima dello Standard Liegi. Complessivamente un reparto abbastanza solido, come nella migliore tradizione giapponese, ma non impenetrabile.
IL CENTROCAMPO (Voto: 6,5)
Il reparto di centrocampo è ben organizzato, con il giusto mix tra giocatori di qualità e giocatori che danno equilibrio al reparto. Tra questi ultimi vanno sicuramente inseriti il capitano Makoto Hasebe, attualmente in forza al Norimberga, e il recordman di presenze in maglia blu, Yasuhito Endō. I giocatori di miglior qualità però, si trovano nella categoria dei centrocampisti offensivi, che può vantare giocatori del calibro del milanista Keisuke Honda e di Shinji Kagawa dello United. Se Zaccheroni, come sembra, proseguirà sulla strada del 4-2-3-1, insieme ai due ci sarebbe Shinji Okazaki a completare il trio alle spalle della punta, nonostante nasca come attaccante. A centrocampo però potrebbe trovare spazio anche Yamaguchi, in forza al Cerezo Osaka.
L’ATTACCO (Voto: 6,5)
Il giocatore di maggiore esperienza e qualità sarebbe il già nominato Okazaki, che però giocherà con tutta probabilità come esterno offensivo. Il ruolo di unica punta titolare se lo contenderanno quindi Kakitani del Cerezo Osaka e Ōsako del Monaco 1860. In realtà, ci sarebbe anche Kiyotake del Norimberga, ma anche per lui è più probabile un eventuale impiego nei tre dietro la punta. Nessun nome di spicco insomma, tanto è vero che nel gioco offensivo dei giapponesi prevale la manovra collettiva e gli inserimenti dei centrocampisti. Il potenziale offensivo della squadra abbonda sopratutto in materia di rifinitori, mentre è un po’ carente nei finalizzatori.
IL CAPITANO
LA STELLA
IL COMMISSARIO TECNICO
LA FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1)
Kawashima; Nagatomo, Yoshida, Morishige, H. Sakai (Uchida); Hasebe, Yamaguchi; Kagawa, Honda, Okazaki; Kakitani.
VOTO GLOBALE: 6,5
Non si può dire certo che la sorte sia stata cattiva con il Giappone, visto che gli ha riservato uno dei gironi più equilibrati insieme a Colombia, Costa d’Avorio e Grecia. I nipponici, in realtà, partono forse qualche gradino dietro rispetto agli ivoriani e, soprattutto, ai colombiani, mentre appaiono alla pari con i greci. Ma, come già detto, il girone è molto equilibrato e la qualificazione non sembra una chimera. Del resto, i giapponesi ci hanno abituato a prestazioni solide e squadre ordinate nelle passate edizioni, che ne fanno una compagine sempre difficile da affrontare. E l’Italia, messa in difficoltà per lunghi tratti nell’incontro di Confederations Cup lo scorso anno, ne sa qualcosa.
Video: il gol su rigore di Honda contro l’Australia, nella partita che ha regalato la qualificazione matematica ai giapponesi.