Ci sarò o no? Aspettando il 2 giugno…
No, non siamo impazziti. Noi ci siamo, eccome se ci siamo. Ve lo stiamo dicendo ogni giorno con un lavoro di presentazione degli imminenti Mondiali di Brasile 2014 in continuo e costante aggiornamento. Perché non ci piace aspettare il 12 giugno con le mani in mano, ma preferiamo (farvi) assaggiare, poco a poco, le pietanze che imbandiranno la tavola brasiliana.
E allora perché la domanda iniziale? Per una volta, proviamo a calarci nei panni dei calciatori in ritiro con le loro Nazionali, a due settimane dal via della rassegna iridata. I campionati nazionali sono conclusi, per cui tutti i pre-convocati (parliamo di circa novecento calciatori) hanno potuto raggiungere i rispettivi ritiri e allenarsi con un obiettivo ben preciso: volare in Brasile. Però, non tutti ci andranno. Entro il 2 giugno i commissari tecnici dovranno comunicare alla Fifa l’elenco definitivo con i 23 nomi, di cui tre dovranno essere obbligatoriamente portieri. Dopo questa data, sarà possibile modificare le liste solo in casi eccezionali, ovvero in corrispondenza di infortuni gravi, verificati dalla Commissione medica della Fifa, e comunque fino a 24 ore prima del calcio d’inizio della propria squadra.
Solo Grecia, Portogallo e Usa hanno ufficializzato i nomi dei 23 che andranno a difendere i colori calcistici della loro nazione, mentre negli altri ritiri si respira un’aria di tensione e si vive in una sorta di limbo. Emozioni paragonabili a quelle degli studenti prima dell’esposizione degli esiti scolastici. D’altronde, il periodo è pressoché lo stesso.
Certo, gente come Cristiano Ronaldo, Leo Messi, Franck Ribéry, Andrea Pirlo o Andrés Iniesta sono immuni da questo tipo di ansie, ma la maggior parte dei pre-convocati dovrà sfruttare ogni momento del ritiro per convincere il proprio cittì a scrivere il suo nome in quella fatidica lista. In questo senso, le amichevoli che si stanno disputando in questi giorni costituiscono l’occasione più ghiotta per mettersi in mostra. Una sorta di ultimo compito in classe per salvare l’anno, giusto per riprendere la metafora scolastica.
Poi ci sono gli acciaccati, quelli che corrono contro il tempo, calcolano i giorni rimanenti, preoccupano i tifosi e si preoccupano. E fra questi ci sono nomi illustri come Suárez, Diego Costa, Falcao, Vidal, van Persie, Neuer, Lahm, Jô e lo stesso Pepito Rossi. Per non parlare di quelli che il Mondiale se lo sono già giocato, ma in senso figurato: Bender, Benteke, Mandanda, Mati Fernández, Strootman e, per ultimo, van der Vaart.
A proposito di Italia, Prandelli ha già detto che ufficializzerà i 23 soltanto dopo l’amichevole contro l’Irlanda, in programma sabato prossimo. Diversi ballottaggi tengono sulle spine gli Azzurri, a cominciare proprio dall’attacco, che ha in Giuseppe Rossi il suo principale punto interrogativo. Come sta Pepito? È pronto per scendere in campo contro le rocciose difese di Uruguay e Inghilterra? Ha i 90 minuti nelle gambe? Con Insigne che sembra fuori dai giochi, battagliano per un posto sull’aereo diretto a Mangaratiba, sede del ritiro azzurro, proprio Rossi e Mattia Destro. Ma non finisce qui: in difesa c’è incertezza sui nomi degli esterni, l’unico sicuro sembra essere De Sciglio, mentre si giocano un posticino Pasqual, Abate, Maggio e Darmian, con quest’ultimo che, un po’ a sorpresa, sta scalando posizioni. Lo stesso per la mediana, non ci sarà posto per Aquilani, Verratti e Parolo. Uno di sicuro (o forse due) lascerà la Nazionale. “Ci sarò oppure no?”. Un dubbio martellante, quasi un’ossessione.