Verso Brasile 2014: la Germania

Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi è il turno della Mannschaft: la Germania.

AMARCORD MONDIALE
La Germania è una delle rappresentative nazionali più titolate della storia, con tre vittorie iridate e la partecipazione a ben sette finali, record della Coppa del Mondo. Dal 1950, anno in cui furono squalificati dal Mondiale proprio in Brasile per le responsabilità addossate per la seconda guerra mondiale, i tedeschi non hanno mai mancato una qualificazione alla fase finale, salendo sul gradino più alto del podio nel 1954, 1974, e 1990 e conquistando quattro secondi posti (nel ’66, ’82, ’86 e 2002). Nella storia del nuovo millennio, la Nazionale teutonica ha confermato la propria appartenenza all’elite del calcio mondiale conquistando due terzi posti, nel 2006 e 2010, e un secondo posto nel 2002. Insomma, una storia, sia recente che remota, che piazza la Germania di diritto tra le maggiori pretendenti alla vittoria finale in Brasile.

LA STRADA PER IL BRASILE
I tedeschi si sono qualificati per la fase finale di Brasile 2014 vincendo in maniera dominante il Gruppo C nella zona europea. Nel girone, che includeva Austria, Far Oer, Irlanda, Kazakistan e Svezia, la Germania si è qualificata raccogliendo ben 28 punti, frutto di nove vittorie e un solo pareggio. Proprio quest’ultimo è stato, senza dubbio, uno dei risultati più clamorosi delle qualificazioni alla competizione iridata. Il 16 ottobre 2012, avanti per quattro reti a zero all’Olympiastadion di Berlino contro la Svezia, la Germania si è fatta rimontare nel giro di mezz’ora, regalando una vittoria che sembrava ormai scontata. I 36 gol segnati nelle dieci partite di qualificazione sono il valore massimo per la zona europea, un potenziale offensivo che spiega il piazzamento attuale al secondo posto del ranking Fifa, dietro i campioni in carica spagnoli.

LA DIFESA (Voto: 7,5)
Le dieci reti subite nel girone di qualificazione, numero superiore ad altre superpotenze del calcio mondiale, non deve essere preso in considerazione come sintomo di una difesa non all’altezza degli altri reparti. In porta si può contare su uno dei migliori portieri al mondo, Manuel Neuer. Il reparto arretrato, che Löw schiera sempre con una difesa a quattro, può contare su campioni come Lahm e Hummels, massimi esponenti mondiali nei loro ruoli. Nel quartetto titolare, ad affiancare le due colonne portanti di Bayern Monaco e Borussia Dortmund, ci sarà sicuramente anche Jérôme Boateng. Punti interrogativi per quanto riguarda la corsia mancina. Löw ha lasciato a casa Schmelzer, puntando invece sul ben più giovane compagno di squadra Durm, alla sua prima esperienza mondiale. Come alternativa c’è Höwedes, anche se ormai poco abituato a giocare sugli esterni, venendo utilizzato quasi sempre come centrale.

IL CENTROCAMPO (Voto: 8)
Vista la spiccata dote offensiva di molti giocatori della rosaa di Löw, diventa spesso difficile identificare la differenza tra centrocampisti e attaccanti in una squadra che fa della manovra offensiva il suo punto di forza. Come raccordo tra difesa e attacco, Löw punta sempre sull’utilizzo di due mediani di quantità e qualità. Tra questi spiccano sicuramente i nomi di Bastian Schweinsteiger e Sami Khedira, in fase di recupero da infortuni vari. Prevedibile, o per meglio dire, quasi scontato, sarà però anche l’utilizzo di Toni Kroos, il centrocampista del Bayern si è dimostrato in un anno di grazia, mettendo a referto una prestazione sopraffina dopo l’altra. Abile in entrambe le fasi, Kroos sarà molto probabilmente il perno sul quale girerà il resto della Germania.

L’ATTACCO (Voto: 8,5)
Proprio considerata la forte partecipazione delle mezzepunte alla fase realizzativa della squadra, l’attacco della Germania si può considerare tra i più variabili e talentuosi in corsa per il titolo mondiale. Nomi come Özil, Götze, Müller, Schürrle e Podolski figurerebbero senza ombra di dubbio tra le stelle di qualsiasi squadra al mondo. A sostegno della singola punta, dunque, Löw può contare su un ampio arsenale a sua disposizione e varierà spesso i giocatori sulla trequarti per non lasciare punti di riferimento e per sfruttare continuamente la freschezza mentale e fisica di giocatori che fanno della tecnica il loro marchio di fabbrica. Nonostante ciò, sarà difficile rinunciare a uno qualsiasi di questi nomi, come Müller, Scarpa d’Oro in Sudafrica al suo primo Mondiale. Scelte difficili in vista, dunque, per il commissario tecnico tedesco.  Qualora nessuno di questi giocatori dovesse venire utilizzato nel ruolo di falso nueve in avanti, Löw potrebbe optare per l’esperienza di Miroslav Klose, massimo marcatore nella storia della Nazionale con 68 reti, a pari merito con la leggenda Gerd Müller e a una sola marcatura dalla vetta della classifica di massimo marcatore nella storia della Coppa del Mondo.

IL CAPITANO
Con 105 partite giocate (5 reti) con la maglia della Nazionale, Philipp Lahm è uno dei giocatori più esperti in materia di competizioni nazionali tra quelli partecipanti alla Coppa del Mondo. Nella Mannschaft è dietro solo a Podolski (112 presenze) e Klose (131) . Il suo carisma da leader lo ha reso negli anni una colonna portante sia del Bayern Monaco che della Nazionale tedesca. Nonostante in questa stagione si sia disimpegnato anche in mediana, Lahm ha costruito la sua incredibile carriera da terzino destro. Il nano magico, come è soprannominato per via della sua minuta statura, è conosciuto per la sua precisione in fase difensiva e un’abilità naturale nel rendersi offensivo in avanti, con una velocità e una tecnica di base che spesso gli consentono di portarsi sul fondo per crossare o per tagliare verso il centro e concludere. Nel 2006 ha segnato il gol inaugurale nel Mondiale giocato in casa dalla Germania.

LA STELLA

Indubbiamente è il tedesco di origine turche Mesut Özil. Le manovre del tridente che stazionerà dietro l’unica punta dipenderanno dai suoi colpi di genio: tuttavia, il lato negativo di questo meraviglioso giocatore è duplice. In primis c’è la discontinuità: spesso si dimentica di giocare, ma quando è connesso con la realtà diventa uno dei trequartisti più pericolosi al mondo con le sue repentine verticalizzazioni e inserimenti senza palla, che tolgono un marcatore ai suoi compagni di squadra; in secondo luogo, in molti non lo apprezzano a pieno perché non canta mai il “Lied der Deutscher”, l’inno tedesco. In passato, forse, andava peggio perché fra una strofa e l’altra recitava il Corano… Ma una cosa è certa: il c.t. Joachim Löw non rinuncerà mai al genio del giocatore dell’Arsenal.

IL COMMISSARIO TECNICO
Dopo il terzo posto nel Mondiale di casa, è arrivata la chiamata della vita per Joachim Löw: la Germania ha scelto il vice di Klinsmann per portare avanti il progetto di rinascita del 2006. Inizia fra molti dubbi e perplessità, perché Löw è stato un attaccante mediocre (mai convocato in Nazionale, un paradosso), ma da allenatore non ha fatto di meglio, ripartendo proprio da dove aveva finito, dallo Stoccarda, che porterà alla vittoria di una Coppa di Germania. Troppo poco. Fallita la grande avventura europea al Fenerbahçe, torna in patria al Karlsruhe in Zweite Liga, ma non evita la retrocessione e per questo viene esonerato. Per riprendersi, emigra in Austria dove la bassa competitività del campionato gli fanno vincere una Bundesliga e una Supercoppa austriaca. Ma è sulla panchina della Nazionale tedesca che avviene la completa maturazione: la sua squadra gioca un 4-2-3-1 moderno (anche se in passato ha provato con scarsi successi il 4-1-4-1 alla Guardiola), arioso per come riesce a coinvolgere ogni zona del campo. Grazie a Löw, la Germania ha acquistato un elemento che in passato non ha mai avuto: la fantasia dei giovani tedeschi.

LA FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1)
Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Durm; Schweinsteiger, Kroos (Khedira); Götze, Özil, Podolski (Schürrle ); Müller.

VOTO GLOBALE: 8
Non ci sono dubbi: la Germania è la grande favorita, assieme al Brasile padrone di casa, per la vittoria finale. Dal centrocampo in su, questa squadra può far entusiasmare il già caldo pubblico sudamericano con dei giocatori giovani, ma che hanno già un Mondiale e un Europeo alle spalle; il punto debole sono i difensori centrali, troppo spesso cadono vittima di errori elementari, inficiando così il pragmatismo tipico dei tedeschi. Il ct Löw ha composto una squadra che fronteggerà al meglio ogni problema: Lahm può giocare su entrambe la fasce e addirittura come regista, Thomas Müller è l’attaccante che non concede punti di riferimento, mentre in panchina c’è il vecchio Klose. Se a centrocampo si attende il pieno recupero della diga Khedira, sulla trequarti c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Video: le reti del rocambolesco 4-4 fra Germania e Svezia.