Verso Brasile 2014: l’Ecuador

Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi è il turno della Tri: l’Ecuador.

AMARCORD MONDIALE
La Tricolor arriva alla fase finale del Mondiale di Brasile 2014 iniziando così, pian piano, a vantare una propria storia – seppur recente – nell’ambito delle competizioni mondiali. Soltanto 2, infatti, le precedenti partecipazioni a un Mondiale, esattamente nel 2002 e nel 2006, con l’approdo agli ottavi ottenuto proprio in quest’ultima occasione. Dal 1939 l’Ecuador vanta anche 24 partecipazioni alla Copa America e due quarti posti raggiunti nel 1959 e nel 1993.

LA STRADA PER IL BRASILE
Forse la sorpresa maggiore fra le sudamericane con la quarta posizione ottenuta alle spalle di Argentina, Colombia e Cile, ma davanti all’Uruguay: 25 i punti guadagnati, frutto di 7 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. Un percorso che ha visto gli ecuadoriani trionfare sull’Uruguay e fermare sul pari – per 2 volte, in qualificazione e in amichevole – nientemeno che l’Argentina di Leo Messi. La strada brasiliana non si pone neanche tanto in salita, visto che i gialli canarino incroceranno Francia, Svizzera e Honduras. Se gli uomini di Rueda affronteranno le europee col giusto piglio e senza sottovalutare la centroamericana, potranno bissare quantomeno il risultato di Germania 2006.

LA DIFESA (Voto: 5,5)
Partiamo, ovviamente, dall’estremo difensore: con Domínguez costretto ai box, sarà probabilmente il portiere del Barcelona Guayaquil Máximo Banguera a difendere i pali della Tri; a schermo dell’ultimo difensore ci saranno il classe ’88 Erazo – in buona forma con il suo Flamengo – e probabilmente l’esperto Guagua. Sulle corsie laterali, spazio al capitano Walter Ayoví sulla sinistra, mentre sull’out di destra agirà Paredes, mentre il giovanissimo e ancor più promettente terzino sinistro Cristian Ramírez non ha trovato spazio nei 23 definitivi.

IL CENTROCAMPO (Voto: 6,5)
Il centrocampo ecuadoriano è sicuramente il reparto meglio attrezzato dei sudamericani, che possono vantare la presenza di Christian Noboa in mediana al fianco dell’esperto Edison Méndez e, soprattutto, Antonio Valencia sulla fascia destra a scorrazzare e seminare il panico tra le maglie delle difese avversarie; dalla parte opposta, infine, dovrebbe agire Jefferson Montero, ex Villareal e militante attualmente nel Monarcas, che dovrà lottare per la maglia con João Rojas – nella Liga messicana quest’anno con il suo Cruz Azul 7 gol e 2 assist in appena 20 presenze – e con il giovane Fidel Martínez, una delle stelle pronte a esplodere proprio in questo Brasile 2014. Corsa, dribbling e rapidità da vendere sono le sue principali qualità. Attenzione anche ai più giovani, con il giovanissimo Carlos Gruezo ottimo rinforzo per la mediana gialloblù, mentre nel ruolo di trequartista, sempre che Rueda decida di non usare la seconda punta, escluso Penilla, resta a disposizione l’esperienza di Saritama. Peserà l’assenza dell’ultim’ora di Segundo Castillo (distorsione al ginocchio per lui), sostituito dal giocatore del Chivas Oswaldo Minda.

L’ATTACCO (Voto: 6)
Infine, in attacco l’Ecuador potrà contare su Felipe Caicedo – attaccante attualmente in forza al Al-Jazira, che con il Lokomotiv Mosca, al top della sua carriera ha messo a segno 15 reti in 63 presenze – mentre per l’altro posto sarà ballottaggio fra Enner Valencia – 17 gol e 16 assist per lui quest’anno con la maglia dell’Emelec – e il roccioso Jaime Ayoví. Il primo ha ampiamente dimostrato di essere un attaccante completo, capace di segnare in qualsiasi modo; mentre il secondo è dotato di grande fisicità e dunque meno agile. Anch’egli ha un fiuto del gol eccezionale: in Nazionale ha all’attivo 9 reti su 29 presenze e nel suo club, l’LDU Quito, dove ha giocato in prestito, ha realizzato 8 centri in 15 apparizioni.

IL CAPITANO
Capitano della Tri è l’esperto Walter Ayoví, centrocampista sinistro impiegato spesso nel ruolo di terzino. Il trentaquattrenne ecuadoriano ha vissuto i suoi anni migliori al Monterrey – club in cui ha collezionato 215 presenze complessive guarnite da 15 reti e 20 assist -, mentre l’ultima stagione, sempre nella Liga messicana, l’ha trascorsa in forza la Pachuca, collezionando 3 gol e 4 assist in 33 presenze. In Nazionale, il numero 10 della corsia mancina ha realizzato 8 reti in 88 gare giocate e fornito svariati assist per i compagni. Il suo mancino potente e preciso rimane una delle armi fondamentali di questo Ecuador.

LA STELLA
La stella più brillante dell’Ecuador corre lungo la fascia destra e lo fa con una velocità che metterebbe in difficoltà chiunque, il suo nome non può che essere quello di Antonio Valencia, esterno offensivo in forza al Manchester United (21 gol e 48 assist con la maglia dei Red Devils). Otto le reti messe a segno con la maglia della Nazionale e più di 10 assist in 69 presenze, la stella gialloblù. Nonostante un buon destro capace di incrociare anche da posizione angolata, fa dell’assist certamente la sua arma migliore. Spesso mette in mezzo la sfera al servizio dei compagni, dopo aver conquistato il fondo con la sua velocità.

IL COMMISSARIO TECNICO
Commissario tecnico dell’Ecuador è il colombiano Reinaldo Rueda, il modulo adottato dall’ex allenatore di Deportivo Cali e Independiente Medellin è un 4-4-2 poco classico con le ali di centrocampo molto spinte, che lo trasformano in fase di possesso in un vero e proprio 4-2-4: una macchina da gol micidiale. Dopo le esperienze nel massimo campionato colombiano, Rueda ha dato un grande contributo nell’affermazione della Colombia nel panorama mondiale – dei giovani prima (dall’Under 17 all’Under 21), dei senior poi -, salvo poi portare alla ribalta anche l’Honduras, per approdare, infine, sulla panchina dell’Ecuador.

LA FORMAZIONE TIPO (4-4-2)
Banguera; Paredes, Erazo, Guagua, W. Ayoví; Valencia, Méndez, Noboa, Montero; J. Ayoví (E. Valencia), Caicedo.

VOTO GLOBALE: 6
Complessivamente l’Ecuador avrà la possibilità di dire la sua e se la giocherà probabilmente fino all’ultimo per il superamento del girone, cercando di guadagnare almeno il secondo posto a discapito, presumibilmente, della Svizzera o dell’Honduras, mentre la Francia avrà certamente una marcia in più. A ogni modo, il passaggio del turno è alla loro portata, vista la qualità e la quantità del centrocampo canarino, che se lavorerà bene – dal filtro del duo sulla mediana, alle ripartenze veloci e letali delle due ali laterali – saprà donare equilibrio all’intero gruppo.

Video: con la rete di Jefferson Montero l’Ecuador ha battuto l’Uruguay 1-0 e strappato il biglietto per il Brasile.