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#imieplayoff è l’hashtag usato dalla Legabasket per permettere agli appassionati del basket nostrano di commentare su Twitter, in tempo reale, la corsa scudetto del campionato italiano. Una parte di stagione giocata con grande intensità e in maniera ininterrotta con partite in programma ogni giorno senza un attimo di respiro. Un’ottima parentesi anche per avvicinare a questa disciplina gli orfani del calcio di serie A, con il campionato concluso da poco, in profonda attesa dell’evento mondiale in Brasile.

Il tutto, purtroppo, preceduto dal caso Ferdinando Minucci e dalle critiche riservate alla Rai in una campagna che chiede a gran voce maggiore spazio sulla televisione nazionale. In questo clima, i play-off di A sono partiti con l’unico obiettivo di far parlare solo il parquet e la palla a spicchi, lasciando momentaneamente alle spalle tutto il resto. E il primo atto, in parte, ci sta riuscendo, regalando emozioni forti, ribaltando gare dall’esito scontato e abbattendo alcune certezze della stagione regolare.

Il coraggio di aver trasformato il certo in incerto appartiene a Pistoia e Reggio Emilia, due splendide realtà, arrivate a questi play-off in extremis e capaci di far soffrire Milano e Siena. In questa post-season, la qualità e soprattutto la quantità della rosa fa senza dubbio la differenza a lungo andare, con ritmi e frequenze di gioco così elevate; le prime gare, però, hanno visto il primeggiare del gruppo e della volontà. Emblematico il terzo periodo disputato ieri sera da Pistoia, la giusta reazione di chi riesce a resettare tutto e a non farsi prendere dalla paura di aver perso tutto. Milano e Pistoia andranno a giocarsela in un’unica partita: le mitiche scarpette rosse avranno il vantaggio del pubblico a favore, ma dovranno fare i conti con la maggiore differenza di pressione rispetto all’avversario. E nel frattempo gongola Sassari, che ha chiuso la pratica Brindisi in sole tre partite in una sfida in cui in molti auspicavano un maggior equilibrio.

Cantù vede Roma e poi muore. La “Legge del Pianella” sembra non valere contro il roster capitolino, che spiazza tutti, tornando dalla doppia trasferta lombarda con un doppio successo. Una Virtus letteralmente trasformata rispetto a quella vista nel finale di stagione regolare. Sono tornati a primeggiare elementi fondamentali come Hosley, Goss e soprattutto Mbakwe, dominatore sotto canestro. Rispetto a un anno fa non c’è un fulcro come Datome, un giocatore con il carisma necessario per giocare il ruolo da condottiero. Si è vista in campo una squadra più spavalda, più convinta nel recuperare palloni. Resterà comunque l’incognita di non avere a disposizione un organico numeroso e coach Dalmonte dovrà essere bravo a ponderare le energie; di certo l’aver chiuso già in gara 3 il primo ostacolo è utile alla causa giallorossa.