Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi è la volta delle Tigri Asiatiche della Corea del Sud.
AMARCORD MONDIALE
La Corea del Sud si appresta a disputare il suo nono mondiale, sessant’anni esatti dopo l’esordio a Svizzera ’54. Fu una prima volta amara per i Guerrieri Taeguk, che subirono una doppia umiliazione da Ungheria (9-0) e Turchia (7-0). Ma era una squadra distante anni luce dai livelli del calcio occidentale, a differenza di quella del 2002, protagonista di un Mondiale giocato in casa e capace di agguantare uno storico quarto posto. Le malelingue dicono che fu aiutata dalla Fifa (effettivamente, contro Italia e Spagna ricevette aiuti arbitrali “inquietanti”), ma gli allora ragazzi di Hiddink superarono avversari ben più quotati e si arresero soltanto alla Germania in semifinale e alla Turchia nella finalina. Dopo gli ottavi raggiunti nel 2010, ora, con un eroe del 2002 in panchina, Hong Myung-Bo, proveranno a stupire nuovamente il mondo calcistico.
LA STRADA PER IL BRASILE
Dopo un primo turno superato a pieni voti (sconfitta solo dal Libano a Beirut per 2-1), la Corea si è qualificata a Brasile 2014, quasi per il rotto della cuffia, ai danni dell’Uzbekistan. Inseriti nel gruppo 1 della zona asiatica assieme a Iran, Libano, Qatar e, appunto, Uzbekistan, i coreani hanno chiuso al secondo posto, alle spalle dell’Iran, con 14 punti, gli stessi degli uzbeki, ma con una differenza reti di poco superiore (+6 contro +5). Il doppio k.o. contro gli iraniani ha complicato le cose per gli asiatici, ma con un pizzico di fortuna, che non guasta mai, la Corea si appresta a partecipare al suo ottavo Mondiale consecutivo. Attualmente, occupa la posizione numero 55 del ranking Fifa.
LA DIFESA (Voto: 5,5)
Nonostante abbia subito soltanto 17 reti nei 14 incontri delle qualificazioni (media di poco superiore a un gol a partita), la difesa coreana non ci convince appieno, vuoi per l’inesperienza a livello internazionale, vuoi perché nel Gruppo H avrà di fronte Belgio e Russia, che non sono Libano e Qatar, con tutto il rispetto parlando. Sia Hong che il suo predecessore Choi hanno sempre impostato la squadra con una difesa a 4, con due esterni veloci come Lee Yong e Park Joo-Ho e due centrali abili nel gioco aereo. La scelta al centro delle retrovie dovrebbe ricadere su Hwang Seok-Ho e Kim Young-Gwon, ma occhio anche al giovane Hong Jeong-Ho, che milita in Germania nell’Augsburg ed è più che una valida alternativa. Fra i pali, nessun dubbio: toccherà a Jung Sung-Ryong (Suwon Bluewings), il giocatore più impiegato durante le qualificazioni.
IL CENTROCAMPO (Voto: 6,5)
È proprio in mezzo al campo dove si concentra la qualità maggiore della Corea: due mediani davanti alla difesa, che avranno il delicato compito di collegare la retroguardia con gli attaccanti, e tre trequartisti alle spalle della punta centrale. In mediana, chi è certo di giocare è Ki Sung-Yueng, stellina dello Stoke City, che ha giocato al Sunderland nella stagione appena conclusa. Nonostante la giovane età (25 anni), Ki è un giocatore di grande esperienza, con buona tecnica, visione di gioco e un gran tiro dalla distanza. Al suo fianco, ruoteranno Park Jong-Woo e Han Kook-Young. Sulla trequarti, invece, genio e sregolatezza, con a destra Lee Chung-Yong del Bolton, in mezzo l’estro di Koo Ja-Cheol del Mainz 05 (con Kim Bo-Kyung del Cardiff City che è più di un’alternativa) e a sinistra Son Heung-Min del Bayer Leverkusen, un giocatore che non ha bisogno di presentazioni.
L’ATTACCO (Voto: 6)
La Corea giocherà con una sola punta centrale, che sarà costantemente assistita dal trio Lee-Kim-Son. Non è facile capire, però, chi giocherà da terminale offensivo, visto che, nelle ultime uscite, Hong ha alternato gli attaccanti in rosa. Probabilmente, la scelta ricadrà su Kim Shin-Wook, ariete di 1,96 m in forza all’Ulsan, abile nel far da sponda per gli inserimenti delle ali. Ma anche Ji Dong-Won e Lee Keun-Ho si giocheranno le loro carte e l’impressione è che Hong deciderà chi schierare partita per partita, a seconda anche delle caratteristiche dell’avversario. Occhio, infine, all’esperienza di Park Chu-Young: il giocatore dell’Arsenal, ma in prestito al Watford, è stato convocato da Hong dopo tre anni di assenza in Nazionale e ha già ripreso confidenza col gol, lo scorso marzo, contro la Grecia in amichevole. Ah, piccolo particolare: sa come buttarla dentro nella fase finale di un Mondiale, visto che andò a segno contro la Nigeria in Sud Africa.
IL CAPITANO
LA STELLA
IL COMMISSARIO TECNICO
LA FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1)
Jung Sung-Ryong; Lee Yong, Hwang Seok-Ho, Kim Young-Gwon (Hong Jeong-Ho), Park Joo-Ho; Ki Sung-Yueng, Park Jong-Woo; Lee Chung-Yong, Koo Ja-Cheol (Kim Bo-Kyung), Son Heung-Min; Kim Shin-Wook (Park Chu-Young).
VOTO GLOBALE: 6
La Corea del Sud si presenta ai ranghi di partenza di Brasile 2014 con una rosa equilibrata, ma senza troppe aspettative. Inutile girarci intorno, ma Russia e, soprattutto, Belgio sono superiori e difficilmente lasceranno a Corea e Algeria lo spazio per inserirsi in ottica qualificazione. La squadra, poi, è giovane e inesperta a livello internazionale. Lo dimostra l’andamento altalenante delle numerose amichevoli disputate nell’ultimo anno: trionfi con Mali, Svizzera e Grecia, ma batoste contro Croazia, Brasile e proprio Russia. Alla fin fine, i coreani si giocheranno la gloria del terzo posto del Gruppo H con i nordafricani, ma nel calcio c’è sempre quella componente d’imprevedibilità e pazzia che rende questo gioco il più bello del mondo.
Video: il 2-2 esterno sul campo dell’Uzbekistan, alla fine, si è rivelato decisivo per la qualificazione della Corea del Sud ai Mondiali brasiliani.