Verso Brasile 2014: il Cile

Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi è il turno della Roja: il Cile.

AMARCORD MONDIALE
La Rossa arriva alla fase finale del Mondiale di Brasile 2014 portando così a 9 le apparizioni nella massima competizione internazionale. Un percorso che pone le origini oramai lontane nel 1930, anno del primo Mondiale per il Cile; la gloria maggiore la Nazionale cilena l’ebbe senz’altro nel 1962, quando riuscì a chiudere la competizione al terzo posto, mentre la peggiore prestazione è targata 1982, quando la Roja non andò oltre la fase a gironi, perdendo 3 partite su 3. Nel corso della sua storia, anche 35 partecipazioni alla Copa America, che hanno fruttato quattro secondi posti e cinque “bronzi” – l’ultimo dei quali, tuttavia, risale al 1991.

LA STRADA PER IL BRASILE
Il percorso del Cile verso Brasile 2014 ha inizio sotto la guida di Claudio Borghi, tecnico che verrà poi sostituito nel 2012 dall’attuale allenatore argentino Jorge Sampaoli. Un percorso fatto di 16 incontri, con un bilancio complessivo di 9 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte: 28 punti che sono valsi la terza posizione alle spalle di Argentina e Colombia. Un Cile che, dopo un inizio non certo brillante, ha avuto un punto di svolta nell’arrivo proprio di Sampaoli, capace di assestare la squadra in campo nel migliore dei modi di volta in volta, di conquistare la fiducia dei propri giocatori e di vincere 5 partite su 7 , tra cui la sfida con l’Uruguay e, da ultimo, con l’Ecuador, e pareggiarne un’altra, quella terminata 3-3 con la Colombia di Cuadrado, oltre che figurare alla grande in amichevole con squadre del calibro di Spagna, Germania e Inghilterra – battuta 2-0 dai cileni.

LA DIFESA (Voto: 6)
Partiamo, ovviamente, dall’estremo difensore, che sarà Claudio Bravo, al suo probabile ultimo Mondiale da titolare. Il numero uno della Real Sociedad difenderà la porta Rossa, cercando di abbassare ulteriormente la media di quasi un gol e mezzo subiti a partita. A suo schermo, probabilmente, in una difesa a 3 – rivoltabile facilmente in una linea a 5 con l’abbassamento dei centrocampisti esterni – spazio a Jara e González con Medel arretrato e Isla e Mena pronti a ripiegare all’occorrenza sulle corsie laterali.

IL CENTROCAMPO (Voto: 6,5)
Centrocampo che costituisce probabilmente il settore più affollato della formazione cilena con Arturo Vidal – condizioni fisiche permettendo –  punto di riferimento di Sampaoli, che dovrà poi decidere se affiancargli Marcelo Díaz o dare la possibilità di giocarsi le proprie carte ad Aránguiz – protagonista di un ottimo avvio di campionato con il suo Internacional in Brasile – o Felipe Gutiérrez o, ancora, affidarsi all’esperienza e alla duttilità di Valdívia. Incerto anche l’impiego del tuttofare bianconero Vidal, che può agire sia da centrale, sia da esterno nel centrocampo della Roja, mentre proprio negli ultimi giorni il tecnico argentino si è visto costretto a rinunciare all’estro e alla qualità tecnica del viola Mati Fernández, che dovrà operarsi alla caviglia. Don Sampa potrebbe così ripensare alla convocazione dell’altro fiorentino David Pizarro – diversissimo per età e caratteristiche – o virare su altre scelte.

L’ATTACCO (Voto: 7)
Punta di diamante in avanti è senz’altro Alexis Sánchez: l’attaccante del Barcellona è reduce da una buonissima annata in blaugrana (quasi 20 reti all’attivo e numerosi assist) ed è in grado di creare tanto scompiglio nelle aree di rigore avversarie. Ad affiancarlo ci sarà, probabilmente, Edu Vargas – anche lui in gran forma in questa stagione con il suo Valencia -, mentre qualche possibilità avranno con tutta probabilità anche Orellana e Pinilla.

IL CAPITANO
Capitano inamovibile della Rossa resta il timoniere della nave, quel Claudio Bravo che tanto deciderà – e da un punto di vista concreto, quanto da uno più squisitamente morale – nel corso dei match che vedranno il Cile protagonista. Sarà lui a trascinare ancora una volta la sua Roja, nella speranza di ottenere quantomeno il passaggio di un girone che si preannuncia difficile. 78 presenze in maglia rossa per lui, con gli ultimi 2 anni passati a parare il parabile, ma, soprattutto, a creare un legame di squadra con i compagni, a rendere davvero unito questo Cile. Da gran capitano.

LA STELLA
Viste le incognite sul recupero di Arturo Vidal – anche se filtra un certo ottimismo – e per quanto il centrocampista della Juventus possa essere uno degli elementi più decisivi del Cile per la riuscita della squadra intera, la stella più lucente della squadra sembra rispondere al nome di Alexis Sánchez. Uno dei pochi in grado di ribaltare da solo un risultato, trascinando i compagni alla vittoria con guizzi imprendibili, rapidità e, non ultimo, grande fiuto del gol, qualità che gli permette di segnare da qualunque posizione e in qualunque modo. Oltre alle 19 reti messe a segno con il Barcellona, sono ben 22 le marcature sul registro Nazionale in 65 presenze complessive, senza contare gli innumerevoli assist forniti per i compagni.

IL COMMISSARIO TECNICO
Il commissario tecnico del Cile risponde al nome di Jorge Sampaoli, che vanta 7 partite all’attivo sulla panchina della Roja, di cui ben 5 vinte, una pareggiata e una persa. Il modulo adottato dall’argentino dovrebbe essere un 3-5-2, all’occorrenza modificabile in 5-3-2 in corso d’opera, anche se i moduli del ‘bielsista’ Sampaoli sono molto più che variabili e non è certo facile capirne le geometrie in anticipo. Come detto, grandi numeri per l’attuale tecnico, che da quando ha assunto l’incarico di guidare i cileni ha perso in sole tre occasioni, due delle quali con Brasile e Germania in amichevole.

LA FORMAZIONE TIPO (3-5-2)
Bravo; González, Medel, Jara; Isla, Vidal, Mena (Beausejour), Marcelo Díaz (Valdívia), Aránguiz (Gutiérrez); Eduardo Vargas, Alexis Sánchez.

VOTO GLOBALE: 6,5
Complessivamente, l’idea che si ha del Cile è che ci si trovi di fronte a una squadra dall’alto potenziale offensivo che soffre, però, oltremisura nel reparto arretrato. Tuttavia, i sudamericani potranno dare del filo da torcere a qualsiasi avversario; il passaggio del girone B rimane, comunque, un’impresa davvero ardua con Spagna e Olanda sul proprio cammino, oltre all’Australia. Chissà, però, che questo Cile non riesca a stupire tutti.

Video: l’ultimo incontro valido per le qualificazioni con l’uno-due targato Sánchez-Medel, che regala al Cile la qualificazione alle spalle di Argentina e Colombia.

 

Published by
Daniele Gubbiotti