Verso Brasile 2014: la Bosnia ed Erzegovina
Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati!
Oggi tocca ai Dragoni della Bosnia ed Erzegovina.
AMARCORD MONDIALE
La Nazionale della Bosnia ed Erzegovina, iscritta alla FIFA dal 1996 e all’UEFA dal 1998, è alla sua prima partecipazione storica a una fase finale di un Mondiale, rappresentando l’etnia dei bosgnacchi, ovvero dei musulmani di questa nazione. Le altre etnie, i serbi e i croati, tifano per le altre due compagini nazionali.
LA STRADA PER IL BRASILE
La Bosnia ha ottenuto la sua prima storica qualificazione a un Mondiale di calcio vincendo il Gruppo G davanti a Grecia (a pari punti ma sconfitta negli scontri diretti), Slovacchia, Lituania, Lettonia e Lichtenstein, grazie soprattutto ai gol di Edin Džeko, Vedad Ibišević e Zvjezdan Misimović, e alle giocate di Miralem Pjanić, in forza alla Roma. Attualmente, occupa il 16º posto del Ranking FIFA.
LA DIFESA (Voto: 6)
La difesa bosniaca può contare su giocatori che ormai hanno maturato un’esperienza internazionale. Tutto poggia sulle spalle del portiere Begović, in forza allo Stoke City, e del centrale Spahić del Bayer Leverkusen, definito dal cittì “l’unico uomo in grado di fermare Messi”. Oltre loro due, occhio a uomini come Vranješ e Bičakčić. La difesa probabilmente giocherà a 4 con Lulić e Vršajević sugli esterni.
IL CENTROCAMPO (Voto: 7)
È il reparto migliore, visti i nomi che lo popolano. Il faro della mediana bosniaca è, senza dubbio alcuno, il romanista Miralem Pjanić, una sicurezza in termini di tecnica, assist e visione di gioco. Oltre a lui, troviamo Medunjanin, Salihović e Misimović, che verosimilmente saranno le prime scelte di Sušić, con licenza di offendere, visto che sono tutti centrocampisti con il vizio del gol. Subito dietro, scalpitano Tino Sušić, nipote del cittì, e Ibričić, centrocampista offensivo in forza al Kayseri Erciyesspor.
L’ATTACCO (Voto: 7)
La scelta in questo reparto è quasi obbligata, visto che sono stati convocati solo tre giocatori. Džeko non ha bisogno di presentazioni: oltre a essere il vice capitano della squadra, è il capocannoniere con 33 centri in 60 partite. Un vero punto di riferimento per il gioco dei Dragoni. Affianco a lui troveremo Ibišević dello Stoccarda, altro artefice della qualificazione con otto reti. In panchina scalpita Edin Višća, ala sinistra dell’Istanbul BB, in cerca della prima gioia con la maglia del suo Paese.
Emir Spahić è il capitano della nazionale bosniaca: 33 anni, difensore, milita attualmente nel Bayer Lerverkusen dopo aver vestito le maglie di Torpedo Mosca, Lokomotiv Mosca, Montpellier, Siviglia e Anzhi. In Nazionale ha collezionato 72 presenze segnando 3 gol. È cugino di Edin Džeko.
LA STELLA
Si giocava il titolo con Edin Džeko, ma la stella della Nazionale bosniaca non poteva che essere Miralem Pjanić, centrocampista che ha fatto la fortuna della Roma targata Garcia. Classe 1990, figlio d’arte, prima di approdare in Italia ha giocato con Metz e Lione. Soprannominato “Giotto” per il modo con cui “pennella” la palla, è un centrocampista completo: forte fisicamente, tecnico, ha grande visione di gioco e si inserisce in zona gol come pochi. Parla sei lingue e grazie alle sue giocate, la Bosnia ha acquisito quell’imprevedibilità in attacco che può essere letale per le avversarie.
IL COMMISSARIO TECNICO
Safet Sušić è il selezionatore della Nazionale bosniaca. Da giocatore ha militato nel Sarajevo e nel Paris Saint-Germain, dove è diventato una stella ed è stato nominato il migliore calciatore nella storia di questo club. Da allenatore, Sušić ha lavorato in Turchia con il Çaykur Rizespor, l’İstanbulspor e il Konyaspor. Dal 2010 è commissario tecnico della Nazionale di calcio della Bosnia ed Erzegovina. Gioca normalmente con un 4-4-2 “mascherato”, in cui i terzini spesso si scambiano con i mediani.
LA FORMAZIONE TIPO (4-4-2)
Begović; Mujdza, Spahić, Vranješ (Bičakčić), Lulić (Vršajević); Pjanić, Međunjanin (Višća), Salihović, Misimović; Džeko, Ibišević.
VOTO GLOBALE: 6,5
La Bosnia è alla sua prima partecipazione e questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio: la rosa è molto giovane per una competizione del genere e potrebbe pagare un pesante pedaggio in termini di esperienza. Dall’altro lato, però, c’è grande voglia di fare bene in una vetrina così importante, anche grazie ai tanti talenti che mette in mostra. Potrebbe lottare per il secondo posto alla pari con la Nigeria.
Video: il 3-1 contro la Grecia, che ha lanciato la Bosnia ed Erzegovina al comando del Gruppo G di qualificazione.