Trentadue Nazionali, un unico obiettivo: salire sul tetto del mondo e alzare al cielo la coppa. Lo stesso trofeo sollevato da grandi capitani come Casillas, Cannavaro, Cafu, Deschamps, Matthäus, Maradona, Zoff e Pelé. Proviamo a conoscere meglio ciascuna delle squadre partecipanti attraverso due appuntamenti giornalieri, uno alle 9 e uno alle 18. Manca poco al calcio d’inizio, meglio non farsi cogliere impreparati! Questa volta è il turno dei Socceroos, i canguri del pallone: l’Australia.
AMARCORD MONDIALE
A differenza di quanto avviene in altri codici del football, l’Australia non è una potenza dominante del calcio internazionale. L’esordio al Mondiale avvenne nel 1974 (14° posto), dopo di che i Socceroos dovettero aspettare sino alla positiva Coppa del Mondo 2006, chiusa con l’eliminazione agli ottavi, contro l’Italia ai tempi supplementari. Fuori alla fase a gironi di Sudafrica 2010, gli australiani da qualche tempo si sono uniti alla Asian Football Federation, per affrontare più spesso avversari di livello e competere anche in Coppa d’Asia.
LA STRADA PER IL BRASILE
Rispetto alle partite contro formazioni composte da dilettanti e amatori, disputare le qualificazioni asiatiche ha alzato l’asticella e le difficoltà, senza però l’obbligo del terribile spareggio contro le sudamericane. L’Australia ha ottenuto il pass per il Brasile grazie al secondo posto nel Gruppo B, dietro al Giappone di Zaccheroni. Parità nei big match di Brisbane e Saitama, le vittorie sono giunte contro Iraq in trasferta, Giordania in casa e di nuovo con gli iracheni a Sydney nel giugno 2013. Impressionante la partecipazione di pubblico in questa partita, giocata davanti a 80 mila spettatori in uno stadio solitamente utilizzato per le gare degli sport più seguiti nel Paese. La qualificazione è stata un sollievo, date le difficoltà a inizio campagna come in occasione del pareggio contro il non irresistibile Oman e la sconfitta 2-1 ad Amman.
LA DIFESA (Voto: 5,5)
Nonostante la crescita, in termini di audience, affluenze agli stadi e livello tecnico, della A-League, questa spedizione australiana è in ritardo rispetto alle altre. Non fa eccezione la difesa, dove qualsiasi coppia centrale tra quelle ipotizzabili manca di esperienza internazionale, o di minutaggio a livello di grandi competizioni di club. Difficile, col c.t. fresco di nomina, ipotizzare le scelte e il taglio di Wilkshire della Dinamo Mosca ha fatto scalpore; pochi gli elementi che giocano nel campionato locale. Promette bene il portiere Ryan. Qualche polemica l’ha suscitata la convocazione di Wright, uno dei calciatori del Preston North End coinvolti nelle recenti indagini sulle scommesse. Ignorato il veterano Lucas Neill.
IL CENTROCAMPO (Voto: 6)
Rispetto al pacchetto difensivo, la qualità c’è. Il faro è Jedinak, punto di forza del Crystal Palace e calciatore maturo per certi palcoscenici. Gli australiani insistono che non “parcheggeranno il bus” contro gli attacchi di Cile, Olanda e Spagna, ma è lecito aspettarsi un centrocampo muscolare e pronto al sacrificio. Al solito, Tim Cahill collegherà i reparti e cercherà di prendere per mano la squadra. Fondamentale il lavoro in fase di non possesso palla, con Holland e i compagni di reparto chiamati a fronteggiare la superiore tecnica degli avversari nella fase a gironi.
L’ATTACCO (Voto: 5,5)
Lontani i tempi di Viduka e Kewell, il punto di riferimento al centro dell’attacco dovrebbe essere Kennedy (Nagoya Grampus), oltre 130 gol in carriera tra Germania, Giappone e calcio internazionale, 5 nelle qualificazioni asiatiche. Riflettori puntati su Leckie (FSV Frankfurt) e Oar (Utrecht), ma lo stesso Cahill, al terzo mondiale, dovrà dare brillantezza in zona gol: 3 centri per lui nelle qualificazioni. Da valutare l’impatto di Taggart, capocannoniere del campionato locale con 16 realizzazioni.
Capitano è Mile Jedinak del Crystal Palace. Centrocampista classe 1984, ha partecipato all’impresa della salvezza del suo club e guarda ora a un mondiale da vivere come leader. Dopo le esperienze in A-League e nel campionato croato, ha giocato anche in Turchia. Vanta 38 presenze e 4 gol con l’Australia.
Come in altre occasioni, molto del peso di centrocampo e attacco sarà sulle spalle di Tim Cahill, classe 1979, tra i simboli del calcio australiano. Classico esempio di ciò che gli inglesi chiamano centrocampista box-to-box, è il capocannoniere di ogni epoca della Nazionale e ha scritto pagine di storia dell’Everton sotto la guida di David Moyes. Attualmente in forza ai New York Red Bulls, è lontano dallo smalto di un tempo, ma può trasmettere la sua esperienza ai compagni, specie i più giovani.
Si tratta semplicemente di uno degli allenatori più vincenti del calcio australiano. Greco di nascita, una vita a South Melbourne da calciatore, Ange Postecoglou ha indossato la casacca della Nazionale prima di appendere gli scarpini al chiodo e dedicarsi alla carriera di allenatore, nella quale ha vinto tutto ciò che poteva vincere: titoli nazionali, continentali e della A-League, la lega professionistica nata nel 2004. Guida i Socceroos dall’ottobre 2013, quando è subentrato al tedesco Holger Osieck, autore di un poco rassicurante 52% di successi. L’ingaggio di un c.t. australiano, per la prima volta dal 2007, prometterà una maggiore attenzione al talento locale, ma preoccupa la mancanza di esperienza all’infuori dell’Oceania.
LA FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1)
Ryan; Franjić, Špiranović, McGowan, Davidson; Jedinak, Milligan; Leckie (Vidošić), Cahill, Oar; Kennedy.
VOTO GLOBALE: 5,5
Lontana anni luce dalla qualità di Olanda e Spagna, ma anche dalla tecnica del Cile, l’Australia è a detta di tutti la vittima sacrificale del più classico dei gironi di ferro. Come testimonia la convocazione di numerosi giovani, Postecoglou guarda soprattutto al futuro e alla Coppa d’Asia 2015 organizzata in casa, ma chissà che con l’applicazione tattica e la grinta di chi non ha niente da perdere i Socceroos, la cui lega è in crescita a livello di popolarità, non strappino qualche punto. Utopico pensare alla qualificazione, ma esserci è già tanto.
Video: la rete di Josh Kennedy, a sette minuti dalla fine, con la quale l’Australia ha strappato il biglietto per il Brasile.