Finisce con una sconfitta la stagione dell’Ufa, una di quelle che entreranno nella storia del club. Il 3-1 patito in Siberia, in casa del Tom Tomsk, infatti, è totalmente indolore per gli uomini di Kolivanov, bravi a umiliare i loro rivali tra le mura amiche quattro giorni fa (5-1, ndr) e a conquistare per la prima volta la massima serie.
Ufa se lo meritava un epilogo del genere. Tra le città più importanti di Russia per dimensione, non è mai stato un grande centro calcistico. Non tanto per tradizione e cultura, più che altro perchè è sempre mancato un club che trascinasse la passione e l’interesse di ogni cittadino, come sta accadendo ad esempio a Tula. Se il calcio può essere considerato come lo specchio di una nazione l’estate russa è stata straordinaria sotto questo aspetto: sono state perse Tomsk e Samara (quest’ultima piazza peraltro storica per gli appassionati) ma ci sono due esordienti, come Tula e la già citata Ufa, il ritorno prepotente di Saransk e la rinascita della Torpedo. Mosca probabilmente non avrebbe bisogno di altre squadre ma la Torpedo ha una storia e un passato che di diritto la ammettono nella lista di squadre che il calcio russo necessita per elevare il suo livello, forse prima ancora dell’allargamento a 18 squadre.
Il risultato dell’andata ha fatto dormire sogni tranquilli a quelli dell’Ufa mentre per i siberiani il doppio confronto è stato un incubo. Soprattutto perchè dopo l’aberrante inizio sotto la guida di Davydov si credeva che il peggio fosse passato e che gli spareggi fossero soltanto una pura formalità. Basti pensare a quanto detto da Baskakov, allenatore del Tom, sabato:
“Ma sul serio dovremmo avere paura della terza e della quarta classificata della serie cadetta?”
Come spesso capita, chi fa il gradasso è costretto poi a uscire di scena a testa bassa. L’incontro coi tifosi (oltremodo infuriati) ha prodotto nei ragazzi siberiani una reazione, ma la rimonta era improbabile, nonostante fossero accorsi in molti a cercare di aiutare i propri beniamini, vista anche la gratuità dei biglietti. In mattinata Nepomnyaschnij, direttore del Tom nonchè ex allenatore della squadra, aveva provato a caricare l’ambiente:
“Abbiamo segnato tre gol al Rostov qualche giorno fa. Non penso che i Selmashi siano meno forti dell’Ufa”
Anche i tifosi avevano parlato prima della partita
“Ci giochiamo un campionato, siamo sotto 3-0 e voi ridete? Non è ammissibile un comportamente del genere. 5-1 è uno scempio. Se il Tom retrocede poi faticherà a risalire, voi invece troverete agevolmente un altra squadra. Se non vedremo una reazione con l’Ufa ce ne andremo dallo stadio all’intervallo”.
In realtà il Tom è entrato in campo col piglio giusto, con un duplice vantaggio immediato che metteva paura all’Ufa. Ci pensava però ancora Golubov, centravanti 29enne ex Alania che ne aveva già fatti quattro all’andata, a gelare gli animi dei padroni di casa. A venti dalla fine era Portnyagin a segnare, ma ormai era davvero troppo tardi.
Ora in casa Tom è momento di riflessioni per l’anno venturo. Baskakov ha dichiarato che il suo contratto scade il 31 maggio e che spetterà alla società decidere cosa fare. Difficilmente lo confermeranno. Per quanto riguardano i giocatori, in pochi dovrebbero andarsene, nonostante la non florida situazione economica della società. La retrocessione è un brutto colpo, soprattutto perchè in pochi si aspettavano di avere la peggio con l’Ufa.
A Ufa invece si festeggia, anche se ci sono già i primi nodi da sciogliere. Lo stadio, la cui capienza è di 4500 persone, non è a norma, anche se i vertici del club assicurano che lo sarà per l’inizio del prossimo campionato.
A quattro anni dalla fondazione l’Ufa è già nella massima serie. Ora arriva il difficile, restarci…