Francesco Guidolin ha chiarito il proprio futuro all’Udinese in una conferenza convocata nel primo pomeriggio nella sala stampa dello stadio Friuli. Il direttore sportivo Giaretta anticipa tutti: “Guidolin non sarà più l’allenatore ma resterà nella nostra famiglia nel ruolo di supervisore tecnico. Facciamo al mister un grosso in bocca al lupo“. “Per me è un bel giorno anche se non nascondo un filo di tristezza: rimango in in Friuli, ho ritenuto giusto passare il testimone dopo quattro stagioni stupende, è da più d’un anno che ci penso e un mese fa ne ho parlato con i Pozzo” dice l’ex tecnico di Castelfranco Veneto.
C’è anche lo spazio di qualche battuta che strappa dei sorrisi: “Questa è stata una scelta talmente importante che ho messo la giacca per dirmelo: inizia una nuova vita per me, nuovi orari, nuovo ufficio, nuovi compiti… ma la tuta sarà difficile mollarla: però non chiamatemi Direttore, non ho bisogno di etichette” dice Guidolin. “Tornare ad allenare? Non lo so, nel calcio tutto è possibile: adesso resto disponibile per altri giorni poi mi prendo una bella vacanza, ne ho bisogno. Ho scelto proprio questo momento per rinnovare le motivazioni: questa stagione piuttosto deludente mi ha fatto toccare con mano l’ipotesi che si potesse rovinare un meraviglioso legame con i tifosi“.
La conferenza è un coinvolgente passo a due, riprende la parola Giaretta: “Avere Francesco nel nostro staff è un valore aggiunto: monitoriamo circa 9mila giocatori all’anno, quindi ne abbiamo bisogno. Delneri come successore? Adesso non è il momento, faremo le opportune valutazioni coinvolgendo tutti quanti: vedremo se scegliere una guida esperta o uno giovane, magari aiutato dal nuovo supervisore“. “Tristezza? Penso sia malinconia di lasciare un lavoro che ho portato avanti con tanto entusiasmo: il ricordo più bello è stata l’eliminazione della Juventus dallo spareggio per entrare in Coppa Uefa, sedici anni fa, mentre il punto più basso è stata la sconfitta nel preliminare di Champions League col Braga” ammette Guidolin.