Tennis, Internazionali d’Italia: edizione storica, record di pubblico
Si sono chiusi, al Foro Italico di Roma, gli Internazionali d’Italia 2014: un’edizione entrata di diritto nella storia. Per alcuni versi, un torneo che ha visto, anche, un piccolo ricambio generazionale.
Il primo dato storico è di sicuro il record di pubblico: circa 176 mila spettatori paganti per un incasso alla biglietteria di quasi 8 milioni di euro; oltre 30 mila presenze in una sola giornata, tra sessione pomeridiana e serale; quadruplicato il numero di accessi tramite social network e raddoppiate le visualizzazioni del canale Youtube del torneo: insomma, un successo senza precedenti per l’organizzazione e per Sergio Palmieri.
Altro dato, importante, la numerosa partecipazione di bambini e ragazzi: grande successo delle iniziative promosse, che li hanno riguardati da vicino. Dalla Mostra-Lab Playground all’Happyground: eventi interattivi che, per l’intera settimana, hanno guidato i più giovani, attraverso un percorso ludico e culturale, a raggiungere un vero e proprio connubio tra “arte e sport”.
Non meno storica, visto che riguarderà espressamente questa edizione, la decisione di Novak Djokovic di donare, attraverso la sua fondazione, l’intero ricavo della vittoria del torneo alle popolazioni della Serbia, che hanno subito i danni dell’alluvione della scorsa settimana. Soldi che verranno impiegati, soprattutto, per la ricostruzione di asili nido e scuole nelle zone colpite.
Passando al lato sportivo, di sicuro storica è la nona finale, al Foro Italico, di Rafael Nadal (sesta consecutiva, nona nelle ultime dieci edizioni) come lo è la sua sconfitta, arrivata in combinazione con il torneo di Montecarlo e la “fortunata” affermazione di Madrid (grazie al ritiro di Nishikori in finale); tutti segnali che evidenziano la crisi dello spagnolo sulla terra rossa, da sempre, per lui terreno di conquista e sul quale non perdeva più di due incontri in stagione dal 2004.
E, nonostante a vincere il torneo sia stato Djokovic, parliamo di piccolo storico ricambio generazionale perché i progressi e i risultati raggiunti da Milos Raonic e Grigor Dimitrov, nonché il potenziale piazzamento di Key Nishikori fermato alla vigilia dall’infortunio, lasciano intendere che sotto il cielo di Roma qualcosa è cambiato e ne avremo conferma o smentita, la prossima settimana, al Roland Garros di Parigi.
In campo femminile “cose nuove, roba vecchia”, con il successo di Sua Maestà Serena Williams, ma pur sempre un’edizione storica è stata grazie a Sara Errani. Alla tennista romagnola va il ringraziamento per aver raggiunto la finale, cosa che non accadeva – al Foro Italico – da ben 64 anni, con la sfortuna di non potersela giocare per l’infortunio che le è occorso durante l’ottavo gioco del primo set (che l’ha costretta a ritirarsi anche dalla finale di doppio, raggiunta in coppia con Roberta Vinci).
È stato lo stesso Angelo Binaghi, presidente della FIT (Federazione Italiana Tennis, ndr), a evidenziare tutti questi aspetti, durante la consueta conferenza stampa per il consuntivo degli Internazionali d’Italia.
Binaghi si è rivolto al neo presidente dell’ATP (Association of Tennis Professionals, ndr), Chris Kermode, in questi termini: “Chiediamo all’ATP di aiutarci a placare la fame di tennis che c’è in Italia concedendoci di allungare il torneo di qualche giorno. Nella giornata di mercoledi, quando abbiamo avuto oltre 30 mila persone al Foro Italico, non sono riuscito a seguire Ivanovic-Cornet su un campo secondario perché mi sono trovato davanti una muraglia umana. Questo fenomeno non è frutto del caso, ma è la conseguenza di una serie d’investimenti mirati e oculati che hanno fatto esplodere la passione per il tennis nel nostro paese”.
Proseguendo, Binaghi ha sottolineato: “Ormai non si discute più sul fatto che Roma possa ospitare o meno un Mini Slam. Noi dobbiamo continuare a lavorare, nel rispetto della nostra totale disponibilità espressa l’anno scorso all’ATP, quando noi e Madrid ricevemmo l’invito alla gara per l’attribuzione del Mini Slam”.
Il presidente della FIT ha concluso dicendo: “….a Madrid, le donne giocavano nel deserto assoluto. Noi, al contrario, avevamo il pienone sin dai primi giorni. Quando i nostri giocatori erano impegnati sul Pietrangeli, il campo era strapieno e c’erano cinque file di persone in piedi. Secondo me bisogna domandarsi cosa potrebbe succedere in Spagna quando non avranno più Nadal, oppure se noi dovessimo trovare un giocatore di quel livello. In fondo basterebbe che Fognini assumesse qualche atteggiamento della Errani. L’altro motivo deriva da quello che sento e percepisco, anche leggendo le interviste. Mi pare che i giocatori preferiscano decisamente Roma rispetto a Madrid”.
Parole e fatti: il pubblico italiano ama il grande tennis, il tennis italiano ama il grande pubblico. Con l’augurio di ritrovarci nel 2015 per una nuova e storica edizione.