Parma e UEFA: c’eravamo tanto amati
La qualificazione in Europa League, con ogni suo possibile scenario finale, avrebbe avuto un pizzico di romanticismo calcistico, di quelli che ti fanno poi amare quel magnifico sport che è il calcio.
Se il rigore di Cerci fosse finito in rete, in Europa adesso ci sarebbe il Torino, che non si affaccia in una competizione europea dal lontano 1993.
Se invece, con una particolare combinazione di risultati, ci fosse andato il Milan, i rossoneri l’anno prossimo avrebbero potuto avere come obiettivo quello di vincere l’unica coppa europea che manca nel loro numeroso palmarés.
Ma, visto che quel rigore di Cerci non si è trasformato in gol, in Europa ci è andato il Parma, ultimo vincitore italiano della competizione — quella che ai tempi si chiamava Coppa UEFA — nel 1999.
Erano altri tempi, bellissimi per il calcio italiano. Dominavamo l’Europa, eravamo saldamente primi nel ranking europeo e nelle competizioni internazionali portavamo sempre almeno una squadra fino in fondo.
Nel periodo che va dal 1989 al 1999 abbiamo vinto più coppe di tutti, erano i nostri anni d’oro.
Per rendere l’idea, ecco il dettaglio di quelle stagioni:
– 1989: Milan vincitore della Coppa dei Campioni, Napoli vincitore della Coppa UEFA, Sampdoria finalista della Coppa delle Coppe;
– 1990: Milan vincitore della Coppa dei Campioni, Juventus vincitrice della Coppa UEFA in finale contro la Fiorentina, Sampdoria vincitrice della Coppa delle Coppe;
– 1991: Inter vincitrice della Coppa UEFA in finale contro la Roma;
– 1992: Torino finalista della Coppa UEFA;
– 1993: Milan finalista della Coppa dei Campioni, Juventus vincitrice della Coppa UEFA, Parma vincitrice della Coppa delle Coppe;
– 1994: Milan vincitore della Coppa dei Campioni, Inter vincitrice della Coppa UEFA, Parma finalista della Coppa delle Coppe;
– 1995: Milan finalista della Champions League, Parma vincitore della Coppa UEFA in finale contro la Juventus;
– 1996: Juventus vincitrice della Champions League;
– 1997: Juventus finalista della Champions League, Inter finalista della Coppa UEFA;
– 1998: Juventus finalista della Champions League, Inter vincitrice della Coppa UEFA in finale contro la Lazio;
– 1999: Parma vincitore della Coppa UEFA, Lazio vincitrice della Coppa delle Coppe.
Insomma, non propriamente dei risultati simili alle nostre ultime campagne Europee. Dal 2000 in poi, complice anche l’abolizione della Coppa delle Coppe (l’ultima la vinse proprio la Lazio), siamo andati in una finale Europea solo 5 volte: due volte nel 2003 con Milan e Juventus (e l’Inter in semifinale), poi nel 2005 e nel 2007 sempre con il Milan e nel 2010 con l’Inter.
E in tutte e cinque le occasioni si trattava di Champions League. La Coppa UEFA, competizione dominata per un decennio, è sparita dai nostri traguardi e risultati, un po’ per mancanza di stimoli, un po’ per snobbismo e un po’ — soprattutto — per diminuzione della qualità del nostro campionato e, di conseguenza, delle nostre squadre.
Torniamo a quel 1999, per esempio. Un campionato, quella della Serie A, formato dalle Sette Grandi Sorelle: Milan, Lazio, Fiorentina, Parma, Inter, Juventus e Roma. Squadre formate da grandissimi campioni, rose che adesso farebbero rabbrividire la Juventus campione d’Italia con 102 punti.
Fermiamoci sul Parma. In quel campionato i ducali arrivarono quarti, ma Alberto Malesani riuscì comunque a portare due trofei a casa: la Coppa Italia e la Coppa UEFA. La finale di Mosca contro il Marsiglia, con quel 3-0 finale, fu l’apoteosi di un cammino europeo che annovera anche un 6-0 rifilato al Bordeaux nei ritorno dei quarti di finale.
Guardando i componenti della rosa c’è da restare a bocca aperta: Buffon, Benarrivo, Sensini, Cannavaro, Thuram, Fuser, D. Baggio, Boghossian, Stanic, Vanoli, Verón, Crespo, Chiesa, Balbo.
Questa squadra arrivò quarta in Serie A. Quarta. Ed è anche l’ultima italiana a vincere la ormai ex Coppa UEFA dopo quel lungo dominio.
E allora è anche giusto così, che torni proprio il Parma a giocarsela, questa benedetta Europa League, in nome del feeling che i ducali hanno sempre dimostrato negli anni ’90 con questa coppa. Sperando che onorino la loro storia e che non escano subito in nome dello “stress da troppi impegni settimanali”.
Perché sono queste le cose che affossano davvero il ranking, non uscire in semifinale contro i portoghesi.