Cominciamo con una breve presentazione ai nostri lettori di MondoPallone.it.
Mi chiamo Jacopo Leandri, ho 32 anni e sono l’allenatore del San Zaccaria, formazione che militava nella Serie B girone C del campionato femminile e che quest’anno è stata promossa in Serie A.
Lei allena prime squadre da 6 anni e da 2 anni è al comando del San Zaccaria. Come è entrato in contatto con il calcio femminile?
Diciamo per casualità: il mio vecchio direttore sportivo si è avvicinato al calcio femminile e mi ha contattato quando ho preso il patentino di allenatore perché voleva un allenatore che non avesse avuto a che fare con il calcio femminile: mi è arrivata la chiamata e mi sono buttato in questa avventura.
In questi ultimi due anni, da allenatore, che idea si è fatto del calcio femminile? Cosa ne pensa della rivoluzione che sta succedendo a livello di Dipartimento e di Serie A con la diminuzione delle squadre nel campionato?
Che il movimento femminile sta cambiando ed è in espansione, finalmente si sta capendo che è il momento di fare il salto e di portare la Serie A al livello professionistico dal punto di vista federale, delle società e delle categorie. Si sta andando nel verso giusto, sta cambiando qualcosa nella mentalità delle società. Per quanto riguarda la Serie B, rispetto alla Serie A2, secondo me si è fatto un passo indietro: passando dai due gironi ai quattro gironi nazionali il livello tecnico globale è calato. Senza volere entrare nel merito del Dipartimento e della sua politica, si sta cercando di copiare il modello tedesco che ha portato ad un aumento della qualità del calcio femminile anche se abbassando il livello della Serie B le squadre che salgono ora non sono tutte pronte ad affrontare la massima serie. Se si vuole copiare l’Europa, bisogna anche dire le nazioni come la Germania e la Francia hanno obbligato le società di Serie A maschile ad avere anche una formazione di calcio femminile e questo ha portato ad uno sviluppo immenso: basti guardare il Lione, il PSG, il Bayern.
4) Dopo una stagione in B a dir poco eccezionale, Il suo San Zaccaria in Serie A che figura farà? Che rapporti ci sono con il Presidente Macori? Come è il rapporto con il vostro corrispettivo maschile?
In questo momento stiamo affrontando con la società il nodo della prossima stagione. Abbiamo disputato una ottima stagione di Serie B, con 20 punti di vantaggio sulla seconda ed abbiamo dimostrato ampiamente di meritare la promozione. Per fare la Serie A dobbiamo fare il famoso salto di qualità a livello economico, di rosa ed organizzativo. Abbiamo tutti i presupposti per farlo, dobbiamo solo avere tutte le componenti della società pronte a fare dei sacrifici a livello economico, tecnico ed organizzativo. Credo che ci siano tutti i presupposti per fare bene.
Il rapporto con il presidente è ottimo, abbiamo passato due anni stupendi ed i risultati hanno aiutato a mantenere buoni i rapporti, c’è una reciproca fiducia ed un reciproco rispetto. Il rapporto è buono, ci spronano e loro sono stimolati a vedere il nostro mondo e spesso ci troviamo a giocare insieme.
Quale è stato secondo lei il fattore più importante per la stagione fantastica che ha disputato il San Zaccaria?
Sicuramente in primis la fortuna perché abbiamo fatto anche delle scommesse ad inizio campionato su delle ragazze giovani classe ’97, ’98 e ’99 e sono state tutte scommesse vinte, con delle ragazze che hanno dato il loro contributo e che sono in prospettiva da Nazionale. Il segreto è stato che la rosa era tutta competitiva: quando si è infortunata la Cimatti, il nostro bomber, non è cambiato niente, mentre altre squadre hanno fatto più fatica.
A proposito di Nazionale, come è la situazione nel San Zaccaria? Avete delle azzurrine tra di voi?
Si, la Santoro, classe ’99 è stata convocata nell’Under 17 ma non ha potuto prendere parte al Mondiale in Costa Rica per problemi di età ma dovrebbe essere chiamata nel prossimo ciclo. Poi abbiamo Trenga Alessia, classe ’98 convocata nella Nazionale Under 19 albanese perché ha il doppio passaporto ma secondo me la Nazionale Italiana non dovrebbe farsela scappare via. In più abbiamo un elemento che potrebbe fare parte della Nazionale A e lo dico da anni, Donata Pancaldi classe ’89, un difensore che potrebbe fare comodo a Cabrini. Forse ci vuole la visibilità della Serie A per farla scoprire al grande pubblico.
Quale è la sua valutazione sull’operato delle varie Nazionali Femminili italiane?
Corradini e Sbardella si sono comportati molto bene ma vedo nel complesso che forse i selezionatori dovrebbero fidarsi di più dei consigli degli allenatori in merito alle segnalazioni: ci sono in Serie B ed in Serie C ragazze che secondo me sono all’altezza ma che, senza la vetrina della Serie A, fanno fatica a venire alla ribalta.
Ultima domanda: quali sono le aspettative di Leandri per il suo futuro? Quale è il suo desiderio per il calcio femminile?
Sto cercando di arrivare al professionismo e spero di arrivarci con il calcio femminile perché secondo me è un mondo in grande crescita. Già da un paio d’anni sto facendo degli stage di calcio estivi femminili in America a Washington per l’A.C. Cesena e lì vedo tantissima attenzione per il calcio femminile che è al livello del basket maschile sia a livello di strutture che a livello di visibilità. Mi piacerebbe moltissimo allenare una prima squadra all’estero, magari in Germania dato che conosco bene la lingua. Per quanto riguarda il calcio femminile, secondo me la strada da seguire per farlo progredire è obbligare le squadre di calcio maschile di Serie A e di Serie B ad avere una squadra di calcio femminile.