Verso Brasile 2014 – Numeri e curiosità sulla XX edizione dei Mondiali

Brasile 2014 sarà l’evento che monopolizzerà l’attenzione del mondo calcistico dal 12 giugno al 13 luglio: si tratta della XX edizione del Campionato del Mondo per nazioni, e si stima che per l’evento saranno venduti all’incirca 3,3 milioni di biglietti. Per farvi rendere conto di cosa sia il calcio nel paese di Pelè, probabilmente, basta solo una cifra: quattordici. Quattordici come i miliardi spesi dal Brasile per organizzare questo mondiale, esattamente dieci in più del Sudafrica, che gestì l’edizione 2010. L’ultima volta che i verdeoro organizzarono questa competizione, però, non fu un evento molto felice per il Paese; parliamo del celeberrimo incontro del 1950 tra Uruguay e Brasile, in cui la “Celeste” s’impose per 1-2 sui più quotati rivali, davanti alle circa 200.000 persone del Maracanà. La leggenda narra che, al termine di quella partita, alcuni brasiliani si suicidarono dalla disperazione: altro dato che ci fa intuire quanto sia importante il calcio in Sud America, specie per la popolazione brasiliana.

Il Brasile ha ottenuto la candidatura nel 2007 direttamente dalla FIFA, che ha votato all’unanimità. Lo show d’apertura, assicurano gli organizzatori, sarà ricco di colori e suoni, come da tradizione brasiliana: la mascotte ufficiale della competizione, inoltre, si chiama Fuleco ed è un armadillo, animale scelto perché quando cerca di difendersi si chiude a sfera, quasi fosse un pallone. In Sud America non si fanno mancare nulla, ed è pronta la versione 2014 delle vuvuzelas, lo strumento abusatissimo dai tifosi sudafricani che fece arrabbiare, e non poco, calciatori e allenatori quattro anni fa: si chiamerà caxirola, e ci auguriamo seriamente che faccia meno rumore rispetto al precedente africano. Il pallone ufficiale della competizione, qua in foto, si chiama Brazuca e chissà se sarà al centro delle polemiche come i suoi predecessori, spesso criticati dai portieri per le traiettorie imprevedibili – vista la leggerezza degli stessi – e le conseguenti papere di cui potrebbero rendersi protagonisti i numeri uno.

Il Mondiale sarà organizzato in dodici città, e rispetto all’edizione del 1950 ha una distribuzione geografica più omogenea, considerando che nell’evento passato vi era stato un predominio totale del sud-est. Oggi invece sono rappresentate tutte le città, anche quelle del nord: Rio De Janeiro, Brasilia, San Paolo, Fortaleza, Salvador, Recife, Porto Alegre, Belo Horizonte, Cuiabà, Manaus, Natal, Curitiba. Il clima rappresenterà un problema serio per tutte le nazionali: si passa, infatti, dai 31 gradi di media diurna di Cuiabà e Manaus ai 18,3 di Curitiba, ma a pesare moltissimo sarà l’umidità del territorio sudamericano.
Sono serviti numerosi interventi di ristrutturazione – o addirittura di costruzione ex novo – per far fronte alle esigenze della FIFA: alcuni di questi lavori, tra l’altro, devono essere terminati e in passato si è assistito anche a crolli inaspettati, che hanno provocato morti tra gli operai. Nel Paese, inoltre, c’è una larga fetta di popolazione che protesta contro i numerosi rincari, utilizzati dal governo per fare fronte alle spese per l’organizzazione del Mondiale. Se c’è una nazione in cui lusso e povertà sono praticamente a contatto, questa è proprio il Brasile.

La Seleçao è l’unica squadra ad aver partecipato a tutte le edizioni dei mondiali e anche ogni nazionale vincente almeno una volta in questa competizione (Argentina, Brasile, Uruguay, Italia, Germania, Spagna, Inghilterra, Francia) sarà presente ai nastri di partenza. La Germania disputerà la centesima partita contro il Portogallo nel suo incontro inaugurale, mentre è una prima volta per la Bosnia, seppure in passato alcuni atleti bosniaci abbiano difeso i colori della Jugoslavia. Non si può parlare, quindi, di una prima volta in senso assoluto. A livello individuale, invece, c’è una specie di record che va sottolineato: riguarda Javier Hernández, attaccante messicano in forza al Manchester United, che difenderà i colori della propria nazione così come fecero suo padre (nel 1986) e suo nonno (il padre della madre, nel 1954). Infine, sempre parlando di giocatori che saranno protagonisti in Brasile, gli atleti che hanno segnato più reti nelle qualificazioni sono stati Van Persie e Suárez: entrambi fermi a quota undici gol, così come McCaulay, ma l’attaccante del Belize non sarà in campo in terra sudamericana.

In chiusura, non posso esimermi dal parlare della tecnologia, visto che in passato siamo stati protagonisti di gol fantasma abbastanza clamorosi, spesso decisivi nell’eliminazione di una nazionale piuttosto che di un’altra. Queste situazioni dovrebbero essere state eliminate, visto che in Brasile troveremo il sistema Goalcontrol-4d, ossia sette telecamere montate su ogni porta in modo che possano vedere anche ciò che l’occhio umano non è in grado di osservare. Di meno utilità, ma di certo più simpatici, saranno invece i Pokemon a bordo campo: no, non sto scherzando, perché grazie a un’accordo siglato con Adidas ci saranno anche i simpatici animaletti protagonisti del celebre cartone animato. Saranno testimonial della squadra giapponese, e sicuramente rallegreranno l’atmosfera dei mondiali brasiliani.