Carletto, che succede? Eppure, avevamo tanto parlato bene di te, del fatto che esporti il marchio italiano all’estero, del problema che in Italia non si è più in grado di esprimere un calcio vincente se non fuori dai propri confini. Carletto, che succede? Il tuo Real pareggia con il Valladolid e adesso? Il Barça torna in corsa, ci sarà lo scontro diretto tra blaugrana e Atlético, le merengues rischiano di veder praticamente vanificata un’intera stagione.
Già. Perché qui non c’è in ballo soltanto la Liga: qui c’è da decidere anche il destino di una Champions che i blancos vogliono far propria. Ovviamente, è impossibile non considerare il fattore psicologico. La defaillance in campionato, per i madrileni, rischia di far crollare tutte le certezze che una stagione comunque vissuta ad alti livelli aveva costruito. Morale basso, dunque, e problemi, e sfortuna: il ko di Cristiano Ronaldo per esempio, la cui assenza è impossibile che non si faccia sentire sul terreno di gioco. Il campione portoghese proverà a recuperare per la finale, ma quindici giorni per un problema muscolare rischiano di essere troppo pochi: bisognerà valutarne l’entità.
Di certo, senza Ronaldo questo Real perde una grandissima fetta della sua incisività, e anche delle sue idee. Senza Ronaldo, Ancelotti fatica a proporre il suo gioco, ma alla fine è anche ovvio che sia così: scontato quasi che una grande squadra ruoti attorno al suo giocatore migliore, soprattutto se il tecnico è bravo a plasmare un’identità di gruppo che capisca di possedere una punta di diamante da lucidare, e mettere in bella mostra, e utilizzare per incrementare il proprio valore, il proprio blasone. Ronaldo fuori: il Real ha paura. L’uno a uno con il Valladolid è un segnale chiaro che qualcosa, proprio ora che invece tutto dovrebbe andare alla perfezione, non gira come dovrebbe. Il campionato, a due giornate dalla fine, è praticamente gettato alle ortiche: se la giocheranno Atlético e Barça. L’Atlético, già: meriterebbe l’Oscar del calcio Simeone quest’anno, per aver tirato su qualcosa di eccezionale. I Colchoneros hanno l’occasione di vincere il doble: Liga e Champions League. Il ko nell’ultima giornata con il Levante è di fatto equivalso a una chance persa: la rojablanca avrebbe potuto chiudere almeno il discorso campionato con un paio di giornate di anticipo, guardando poi come si sono messe le cose. Invece no, invece è ancora tutto aperto. Carletto ha paura, Simeone è lassù, complimenti a lui, ma rischia. Martino? Clamorosamente in corsa. Bistrattato durante tutto l’arco della stagione, etichettato come “non idoneo” per questo vecchio e tattico gioco europeo, eliminato dalla Champions, può fare il colpo di coda finale. Tutto dipenderà dalla supersfida della penultima giornata. Un successo del Barcellona vorrebbe dire molto. Vorrebbe dire che anche nel calcio, sì, chi chiacchiera troppo non combina mai fatti. Una vittoria del Tata su Simeone avrebbe del clamoroso: in pochi ci contano, in molti, forse, ci sperano, per far sì che almeno la Liga regali quelle emozioni fino all’ultimo minuto a cui noi, qui in Italia, da anni oramai non siamo più abituati.