Il (falso) mito del ranking UEFA
Il Portogallo non ci ha scavalcato al quarto posto del ranking UEFA. Il Portogallo non ci ha scavalcato al quarto posto del ranking UEFA. Il Portogallo non ci ha scavalcato al quarto posto del ranking UEFA. Ancora una volta, ripetete con me: il Portogallo non ci ha scavalcato al quarto posto del ranking UEFA.
Ecco, forse così si riesce a farlo capire, vista la miriade di inesattezze scritte negli ultimi mesi sul ranking UEFA per nazioni. Probabilmente se la Treccani decidesse di creare un lemma a riguardo, la definizione più calzante sarebbe qualcosa tipo: “Tutti ne parlano, nessuno ne sa”. Dopo mesi a ripetere sempre le stesse spiegazioni m’è sembrato doveroso, oltre che comodo, riassumerle in un unico pezzo il più possibile chiaro, semplice e intuitivo. Questo per permettere a tutti coloro che, come me, non ne possono davvero più di ascoltare concetti palesemente errati, di replicare con un link risparmiando tempo e chiacchiere.
Dunque… No, l’Italia non perderà nessuna posizione a favore del Portogallo per via dell’eliminazione della Juventus. E non ne perderà nemmeno se il Benfica dovesse vincere l’Europa League. Per la stagione 2014/2015 la posizione è ampiamente salda visto che, come da immagine, l’Italia ha 66.938 punti contro i 62.133 dei lusitani. Un divario assolutamente non recuperabile con una gara.
Innanzitutto, chiariamo: il quarto o quinto posto non ha differenze sul numero di qualificate dirette e ai preliminari. Se ne parla più per una questione di prestigio che non per le conseguenze del perdere una posizione. Partiamo dunque dalla base: come funziona il ranking per nazioni? Il ranking per una determinata stagione tiene conto dei punti ottenuti dalle leghe nazionali nelle cinque stagioni precedenti. I punti stagionali vengono invece calcolati sommando il numero dei punti raccolti dai club – in base ai risultati ottenuti (vittorie/pareggi) e ai round raggiunti – diviso il numero totale delle squadre qualificate nella propria nazione. Più difficile a dirsi che a farsi, proviamo un paio di esempi della stagione in corso:
- Juventus, punti raccolti 23: 6 (vittorie) * 2 punti + 5 (pareggi) * 1 + 6 punti di bonus (4 per aver raggiunto fasi a gironi CL + 1 per i quarti di EL e 1 per la semifinale);
- Real Madrid, punti raccolti 32: 10 (vittorie) * 2 punti + 1 (pareggi) * 1 + 12 punti di bonus (4 per aver raggiunto fasi a gironi CL + 5 per aver raggiunto ottavi CL + 1 per i quarti,, 1 per la semifinale e 1 per la finale di CL).
L’Italia quest’annata ha totalizzato 14.166 punti (cioè 85 totali diviso 6, le qualificate), leggermente peggio del 2012/2013 (14.416) ma molto meglio di 2011/2012 (11.357) e 2010/2011 (11.571). Una crescita non dovuta da un netto miglioramento dei risultati generali ma dall’aver perso una squadra qualificata (che di prassi raccoglieva pochi punti) e, quindi, dal dividere il totale dei punti raccolti non per 7 bensì per 6.
Da cosa nasce l’equivoco dilagante? Dal ranking UEFA valido per la stagione 2015/2016 e che decreterà le qualificate per l’annata seguente: attualmente il Portogallo è leggermente in vantaggio ma, come noterete nell’immagine in basso, dovrà ancora esser conteggiata tutta un’intera stagione, la prossima, in cui i punti in palio sono ben oltre quelli che Juventus e Benfica si sono contese giovedì. È un po’ come pensare che gli ultimi dieci metri del penultimo staffettista abbiano un peso specifico più importante di tutta la completa frazione dell’ultimo atleta. Certo, qualche decimale in più avrebbe aiutato, ma sarebbero stati comunque spiccioli in confronto ai punti in ballo nella prossima edizione delle Coppe Europee.
Per restare in ambito Juve, sarà molto più importante il cammino nella prossima Champions League e la qualificazione agli ottavi che non l’eliminare il Benfica e vincere il trofeo. Ma è anche sbagliato credere che basti l’exploit di una squadra per macinare punti: per come è impostato il calcolo, infatti, è più performante ritrovarsi con tre semifinaliste e non vincere la coppa che avere la squadra campione e le altre prematuramente eliminate. Questo appunto perché una squadra eliminata ai preliminari è comunque considerata tra le qualificate e dunque è conteggiata nel numero complessivo con cui poi verrà diviso il totale, senza portare però punti alla causa.
Non a caso la stagione che permette al Portogallo di tenerci testa è la 2010/2011, quella delle tre semifinaliste in Europa League e del Porto vincente sul Braga. Annata che permise ai lusitani di accumulare ben 18.800 punti, battendo per punteggio in quella stagione anche Inghilterra, Spagna e Germania. Al contrario l’anno in corso vede sì il Benfica in finale, ma vede anche l’Italia guadagnare molti più punti dei portoghesi (14.166 contro i loro attuali 9.750, che potrebbero al più diventare 10.083 in caso di Benfica campione). Una tendenza che si è ripetuta la stagione precedente e che fa perciò ben sperare perché il “prestigio” tanto caro a molti colleghi venga mantenuto, con annesso quarto posto.
Fondamentale quindi non perdere pezzi subito e, se si vuole davvero ragionare pro ranking, tifare tutte le italiane in Europa, consapevoli comunque che la Germania in meno di 3/4 stagioni non è superabile, che Francia, Russia, Olanda e Ucraina sono troppo altalenanti per impensierirci e che il Portogallo dal ranking 2016/2017 perderà dai conteggi la propria stagione record, riallontanandosi nettamente dall’Italia. Insomma, molto rumore per nulla, come direbbe Shakespeare.