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Verso Brasile 2014 – Ghana, Inkoom: “Gruppo difficile, ma vogliamo fare meglio del 2010”

Con buona probabilità Samuel Inkoom sarà uno dei 23 convocati da Appiah per i prossimi mondiali di Brasile 2014. Il laterale del Ghana e del Dnipro, anche se ha soli 24 anni, è fra i veterani della selezione africana, avendo preso parte alla cavalcata ghanese agli scorsi Mondiali in Sud Africa. Una cavalcata che ha portato le Stelle Nere vicine a centrare una storica semifinale, arrendendosi soltanto ai calci di rigore contro l’Uruguay.

Sarà difficile ripetere una simile impresa, ma in Ghana vivono quasi un’ossessione e sperano di poter fare quel passo in più che è mancato quattro anni fa. Lo ammette lo stesso Inkoom in un’intervista rilasciata a Fifa.com: “Sappiamo di non essere una squadra di spicco ai prossimi Mondiali, ma abbiamo l’ossessione di fare meglio rispetto al Sud Africa. Ci siamo fissati degli obiettivi realisti, il che significa che lavoreremo duramente per esaudire i nostri desideri in Brasile”.

La sorte, però, non è dalla parte del Ghana, visto che il sorteggio gli ha “regalato” un girone con Germania, Portogallo e Usa: “Abbiamo pescato un gruppo molto difficile: Germania e Portogallo sono fra le più forti al mondo e anche gli Stati Uniti non possono essere sottovalutati. Dovremo dare più del cento per cento per strappare risultati positivi contro queste squadre”. Tuttavia, fra le africane, il Ghana sembra quella più attrezzata per andare avanti anche in Brasile: “La squadra ha grande qualità e può contare sull’esperienza di veterani come Essien, Muntari, Asamoah Gyan e altri. Abbiamo un buon mix di esperienza e gioventù e tenteremo di sfruttarlo per andare avanti”.

Infine, la giovane Stella Nera, pensa a sé e alla gioia di giocare nuovamente in un torneo come i Mondiali: “Sono la persona più felice del mondo, ho avuto l’onore di giocare la Champions, ma questa è una competizione ancora più grande. Tutti i calciatori sognano di raggiungere questi livelli. Rappresentare i colori del proprio Paese, poi, è una sensazione che non si può spiegare a parole e desidero viverla un’altra volta in Brasile e nelle prossime edizioni dei Mondiali”.