Nel Mondiale tedesco 1974, l’Italia arrivò da vice-campione in carica ma non certo sugli stessi livelli messicani. Valcareggi, colmo di riconoscenza nei confronti dei suoi giocatori, forse non valutò adeguatamente il declino inesorabile di alcuni di loro. Nonostante le buone premesse, l’impianto di squadra non si rivelò competitivo. Ad aumentare le difficoltà azzurre in Germania, un episodio poco edificante che sollevò numerose polemiche.
DATA: 15 giugno 1974
LUOGO: Monaco (Germania), Stadio Olympiastadion
EVENTO: Campionato del Mondo, prima fase
PROLOGO
Come detto, Ferruccio Valcareggi dette piena fiducia ai cosiddetti “messicani“, ovvero i giocatori che quattro anni prima avevano portato l’Italia al secondo posto dietro il Brasile. I vari Burgnich, Facchetti, Rivera, Mazzola e Riva avevano passato i loro giorni migliori, però il C.T. aveva fatto alcuni innesti di qualità, tutti in forza alla Juventus: il portiere Zoff (che arrivò al Mondiale forte di un lunghissimo record d’imbattibilità), il terzino Spinosi, lo stopper Morini, i centrocampisti Benetti e Capello, l’ala Causio. In più, nel campionato di Serie A si era rivelato un possente centravanti che arrivò all’appuntamento iridato da capocannoniere e campione d’Italia: Giorgio Chinaglia. Solo pochi mesi prima, Gigi Riva aveva infranto lo storico record di reti di Meazza. Insomma: era presente un discreto ottimismo.
I FATTI
L’Italia debuttò al Mondiale 1974 contro la matricola Haiti, esordiente assoluta. La doccia fredda arrivò al 46° minuto, quando Sanon infilò il numero 1 italiano. Ma le successive reti di Rivera e Benetti ribaltarono la gara. Al 70° Valcareggi sostituì Chinaglia, poco in evidenza, con Anastasi. Il centravanti non la prese per niente bene e abbandonò il campo ignorando tutto e tutti, gesticolando verso la panchina azzurra. Alcune fonti riportano erroneamente di un suo “gesto dell’ombrello” al C.T.: le immagini mostrarono invece un reiterato gesto della mano destra come a dissociarsi con forza da quella decisione. La beffa per il giocatore della Lazio fu completa quando il suo sostituto realizzò il terzo gol.
EPILOGO
Chinaglia, furibondo, voleva lasciare il ritiro: Tommaso Maestrelli dovette recarsi in Germania per calmare il suo campione che, dopo il rischio di rimpatrio anticipato, venne perdonato. Si alzò un polverone mediatico e, sicuramente, a livello di spogliatoio, la faccenda non fu facile da gestire. Chinaglia saltò la seconda partita e giocò il primo tempo della disfatta con la Polonia. Il gesto restò clamoroso e storico. Valcareggi, intervistato, dichiarò che la sostituzione Chinaglia-Anastasi avvenne per precisa volontà di allargare le maglie della difesa haitiana, essendo Anastasi un attaccante più rapido e sgusciante di “Long John”. Quella sconfitta chiuse malinconicamente la carriera internazionale dei “messicani”.
Leggi anche le precedenti puntate di “Giallo Mondiale”:
1 1962: La Battaglia di Santiago
2 1998: Il male oscuro di Ronaldo
3 1978: Marmelada Peruana
4 1954: La Germania e il morbo misterioso
5 1970: Il Messico amaro di Lodetti
6 1930: La pazza idea di Jules Rimet
7 2002: Byron Moreno, fischi e spettacolo
8 1950: Un dramma chiamato “Maracanaço”
9 1994: Escobar in scivolata sul destino
10 2006: Zidane, malinconico adieu
11 1982: L’invasione dello Sceicco del Kuwait