F1, GP Cina: che l’Europa sia indigesta alle Mercedes
I primi quattro appuntamenti del Mondiale 2014 di Formula 1 ci regalano un titolo troppo facile: “Strapotere Mercedes“. Difficile scrivere di altro, si potrebbero passare ore, forse giorni, a studiare tematiche differenti, ma il risultato sarebbe sempre lo stesso: niente altro riassumerebbe meglio questi primi GP. Non fosse che per la quarta volta ha vinto una vettura della casa della stella d’argento.
È lampante il dominio della casa di Stoccarda, non solo nei risultati (che potrebbero essere anche frutto di disavventure altrui) ma soprattutto nelle prestazioni. La facilità con cui le due monoposto tedesche staccano gli altri in qualifiche e gare è a dir poco disarmante. Passi per il sabato, i due/tre tentativi veloci nei Q3 possono lasciare spazio a piccoli errori dei piloti, ma in gara non ce n’è per nessuno. Più di un secondo al giro nei confronti dei diretti concorrenti, strategie con nessuna necessità di marcatura che non sia diretta a contrastare il solo compagno di squadra, vittorie facili con gestione tranquilla di motori e pneumatici, condizioni atmosferiche che non intaccano minimamente le forze in campo. Verrebbe da dire: “Questo è troppo“. Invece no, non è troppo se lavori talmente bene in inverno da coglierne i risultati in primavera. Andiamolo a raccontare a un contadino, che ha raccolto e sta sta guadagnando troppo, nonostante abbia speso e lavorato in maniera perfetta. Non si può, non sarebbe giusto.
La classifica del campionato costruttori recita così: Mercedes 154, Red Bull 57, Force India 54, Ferrari 52, McLaren 43, Williams 36, Toro Rosso 8. Ma se la leggiamo dal punto di vista della fornitura di propulsori diventa ancora più imbarazzante per gli “altri”: Mercedes 287, Renault 65, Ferrari 52.
Le due grandi rivelazioni dell’anno (finora) sono Force India e Williams, neanche a dirlo motorizzate Mercedes. Sarebbe riduttivo dare i meriti al solo propulsore di Stoccarda ma non sarebbe disonesto dire che gran parte del lavoro è esaltato dal Turbo ibrido teutonico.
Ma “viva Dio” (ci concederete l’esclamazione in pieno periodo pasquale) le Scuderie esistono ancora e il loro impegno ingegneristico e gestionale fa ancora la differenza. In Ferrari lo sanno bene: una sosta a dir poco perfetta, nell’ultimo gran premio cinese, ha permesso ad Alonso di recuperare una posizione su Vettel , mantenendola fino alla fine e portando a casa il primo podio stagionale. Lo sanno bene anche la Williams e Massa, che dopo un errore madornale di un meccanico (ha portato in piazzola le gomme sbagliate) hanno dovuto dire addio all’ennesimo buon piazzamento. E se vogliamo andare indietro qualche puntata ci accorgiamo che la decisione dal muretto di fermare Hamilton, a Melbourne, sia stata la più azzeccata che potesse esserci: per lui tre vittorie su tre nelle successive gare.
Dal canto loro, in Mercedes, hanno le loro beghe. Dovranno spiegare ai fieri tedeschi e soprattutto ai tanti lavoratori Mercedes (che negli anni passati avevano messo in discussione la presenza della casa produttrice nel circus della Formula 1, visti i costi e la pochezza dei risultati raggiunti) che probabilmente spetterà al poco amato Hamilton riportare a casa un titolo mondiale piloti. Poco amato perché rivale nelle scorse stagioni ma soprattutto perché britannico, quando in casa hanno un rampante Rosberg che coronerebbe un’accoppiata vincente. Tutti a tifare il “biondo” e politicamente peseranno molto le decisioni prese da Toto Wolff e Paddy Lowe dal muretto box.
Una gara nella gara, come per Vettel e Ricciardo in Red Bull, anche ieri il quattro volte campione del mondo si è visto sverniciare dal suo nuovo compagno di squadra australiano, secondo pilota che lui stesso aveva scelto l’anno scorso ai danni dell’altrettanto emergente Vergne. I due piloti finiscono fuori dal podio (4° e 5° posto) e in Spagna è previsto l’arrivo di una macchina quasi completamente nuova, una sorta di progetto B già pronto in Austria se il primo avesse fallito.
Le Ferrari arrancano, nonostante il podio di Alonso. Troppo evidente il divario con chi sta davanti. Confortano le prestazioni sui rettilinei visti in Cina, una ripresa che dà luce e ottimismo a Maranello. Räikkönen fatica ancora a trovare confidenza con la sua F14T. Anche per le rosse ci sarà aria di novità col Gran premio di Catalunya del prossimo 11 maggio: attese modifiche importanti sia per i propulsori che in ambito aerodinamico. L’arrivo di Marco Mattiacci, al posto del dimissionario Domenicali, ha portato e porterà una ventata di area nuova nel paddock del cavallino rampante.
In Force India sono increduli, il mix perfetto del motore Mercedes e l’avvento del più che promettente Hülkenberg stanno portando punti e prestazioni da capogiro. I frutti di un lavoro durato sette anni si stanno finalmente palesando. Grande affidabilità e consumo contenuto degli pneumatici sono i fiori all’occhiello anche dopo Shanghai, ancora un sesto posto alle spalle dei big.
Amaro in bocca per Williams e McLaren, per i primi un buon settimo posto con Bottas ma come già detto preoccupanti notizie per la squadra dopo la grave disattenzione su Massa; per i secondi neanche un punto dopo l’ottimo inizio del debuttante Magnussen e l’affidabilità accertata del “paracarro” Button, ma i risultati scarseggiano e l’11esimo e il 13esimo posto finale di ieri non sono certo confortanti.
La Lotus resta ancora a secco, ma qualche segnale di miglioramento c’è. Confortante il Q3 raggiunto da Grosjean sabato scorso, ottavo posto in griglia. Poi ritiro per il francese in gara. Ciò che preoccupa maggiormente è la difficoltà di Maldonado a entrare in sintonia con la sua monoposto, a cui fa coppia la pessima notizia dei 2 motori già fusi in sole 4 gare (ce ne saranno solo 5 a disposizione per tutto il campionato, da lì in poi sanzioni).
Si chiude il primo capitolo del Mondiale 2014, ora arriva la tanto attesa Europa, si correrà a Barcellona il prossimo 11 maggio. Tante attese che hanno il rischio di essere solo illusioni. Molti che guardano ai GP europei come a un punto di svolta e di cambiamento degli equilibri in pista. Probabilmente avremo dei cambiamenti ma non crediamo degli sconvolgimenti. I tifosi di Formula 1, soprattutto italiani, si augurano: “Che l’Europa sia indigesta alle Mercedes“.