Sam Dalla Bona attacca la Serie A: “In Italia il calcio fa schifo”
La parabola discendente di Sam Dalla Bona, nel ’98 uno dei giovani più promettenti in Italia ora 33enne disoccupato. L’ex centrocampista di Milan, Napoli e Chelsea (73 gettoni e 6 centri con la maglia del Chelsea in Premier League) è un disoccupato di lusso e non gioca una partita ufficiale ormai da due anni in Lega Pro con la maglia del Mantova. Alla Gazzetta dello Sport Dalla Bona si è lasciato andare a un’intervista fiume contro il calcio italiano.
Un periodo abbastanza complicato e la lontananza dell’Inghilterra: “In questo momento sono disoccupato. Mesi fa ho incontrato Grella, ex centrocampista australiano di Empoli e Torino, mi ha proposto di andare al Melbourne Heart, ma per problemi personali ho dovuto dire di no – Se potessi tornare indietro, resterei lì per sempre. Da noi il calcio è uno schifo. Soprattutto quello che c’è attorno. Le pressioni, la mentalità. Io non sono allineato alla ‘cultura italiana’ e ho pagato anche per questo. A Napoli stavo da Dio, questo fino alla promozione in A, ma con Reja il rapporto non è decollato. Non mi ha considerato, senza un perché. All’Atalanta mentalmente non c’ero più e fisicamente ho iniziato a non essere all’altezza. Penso che la mia carriera a certi livelli possa considerarsi terminata, ma ho il patentino Uefa B per allenare“.
Infine, l’ultima stoccata alla nostra Serie A: “C’è troppa ipocrisia: se fai tardi la sera o rilasci interviste non autorizzate ti multano. Se vendi le partite, ti perdonano subito. Leggo che Andrea Masiello, uno che ha confessato di aver preso soldi per perdere, durante la squalifica ha incassato lo stipendio minimo che un operaio oggi si sogna e che a gennaio tornerà a giocare. Marco Rossi, altro reo confesso, l’ha preso il Perugia. Altri squalificati giocano da tempo e la giustizia sportiva fa sconti a tutti. Intanto, ci sono decine di giocatori che non hanno mai taroccato una partita senza lavoro. Io ho guadagnato bene, ma c’è gente che fatica ad arrivare a fine mese. Farina, che ha denunciato, ha dovuto smettere e per lavorare è andato in Inghilterra. Quindi uno si chiede: perché essere onesti se a far carriera sono sempre i più furbi?”.