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Le due facce della stessa medaglia

Immaginate di avere tra le mani un vecchio VHS, di quelli che una volta terminati andavano riavvolti sino all’inizio: ecco quella videocassetta, probabilmente, avrà la stessa qualità video delle riprese dell’All Star Game della Serie A Beko, l’A1 di Basket italiana. E magari il problema fossero solo le immagini, perché vedere un palazzetto semivuoto nella giornata delle stelle, scusate, ma lo ritengo offensivo per il secondo movimento sportivo italiano. Il problema è anche tutto il resto: la gara da tre punti senza la grafica in sovrimpressione, come se uno dovesse segnarsi a mente i canestri fatti e quelli sbagliati, uno spettacolo indecente durante l’incontro stesso e, tanto per gradire, una competizione atletica – mi riferisco alle schiacciate – a dir poco da dilettanti, con poca fantasia da parte degli interpreti, quasi fossero lì per caso. Però questo passa il convento, direte voi, quindi meglio accontentarsi: niente di più sbagliato. Non mi accontento nemmeno di vedere un nome errato sulla schiena di uno dei partecipanti all’All Star Game, non un semplice giocatore ma un atleta che da anni sta dominando la Serie A, portando anche la Dinamo Sassari a traguardi prestigiosi e turni di playoff superati. Potevate sbagliate tutto, ma Deiner no.

Il Basket italiano, però, non è solo figuracce. E’ anche qualità a livello europeo, visto che l’Emporio Armani Milano disputerà stasera il playoff di Eurolega contro il Maccabi Tel Aviv, un avversario molto duro che, però, ha perso tre delle ultime partite delle top 16: in palio c’è l’accesso alle Final Four, proprio in quel di Milano. Un’occasione più unica che rara, per l’Olimpia, di disputare la competizione più importante davanti ai propri tifosi; i biglietti per la partita contro gli israeliani sono stati venduti nonostante i prezzi alle stelle, e lasciatemi fare un elogio alla società anche per una vicenda extra. Stasera, infatti, tutti i tifosi riceveranno una maglietta rossa da indossare, in modo da colorare il Mediolanum Forum, quello che per tutta la stagione è stato per davvero il sesto uomo in campo, l’anima di una squadra operaia che non può fare a meno del calore dei tifosi per esplodere di rabbia verso il canestro. Un po’ quello che accade normalmente nei playoff NBA, qui invece siamo su un altro pianeta – dal punto di vista cestistico – e quindi non si può fare altro che complimentarsi con la società, nella speranza che questo sforzo possa servire all’intero movimento.

Non ci sarà il capitano, Alessandro Gentile, uscito malconcio nel derby contro Cantù: questa squadra però ha dimostrato di andare oltre ai singoli. Proprio contro l’Olympiacos, quando mancava la guardia azzurra, l’Olimpia sotterrò con un passivo pesantissimo i campioni d’Europa: e contro il Barcellona, due settimane fa, fu Langford a guardare dalla panchina un tripudio biancorosso sul parquet. L’americano è tornato e, nemmeno a dirlo, le sue magie saranno fondamentali per far sognare il pubblico di Milano. “Red shoes are back“, le scarpette rosse sono tornate: e non potevano farlo in un momento migliore.