Primi respiri di nazionale

Il conto alla rovescia verso i mondiali è prossimo alla scadenza, ogni giorno che passa è un piccolo avvicinamento all’avventura brasiliana. Il primo step da affrontare sarà la definizione della rosa degli azzurri, uno dei passaggi che nel corso degli anni ha fornito argomenti validi per critiche e discussioni sulla gestione del commissario tecnico di turno. Creare una lista che possa accontentare l’intera opinione pubblica e tutti gli sportivi non è facile, c’è sempre qualcuno che deve rimanere fuori, richiamando complotti o false teorie su convocazioni atte a penalizzare determinate società.

Lo stage del 14-15 aprile di Cesare Prandelli ha dato già delle prime indicazioni importanti. C’è la piena voglia di recuperare i giocatori colpiti da pesanti infortuni, in particolare Giuseppe Rossi, una pedina importante che ha fatto tremare tutta l’Italia dopo il suo infortunio contro il Livorno. Le notizie che giungono da Firenze sono buone e le possibilità di vederlo in nazionale aumentano ogni giorno di più. Un po’ di fiducia anche per lo sfortunato El Shaarawy, ma in questo caso le incognite aumentano. L’attaccante viola infatti era reduce da una stagione straordinaria e interrotta bruscamente, mentre il Faraone sta attraversando una parabola discendente da cui appare difficile uscirne. Puntare su di lui con tante carte da poter scegliere in attacco appare una scelta troppo azzardata, soprattutto in virtù delle prestazioni dei suoi avversari. Per questo motivo l’attaccante rossonero è chiamato a fornire un exploit importante in questo finale di stagione.

Continua la campagna pro oriundi, che riporta alla mente le vecchie nazionali degli anni 30-40 ricche di giocatori provenienti dal Sud America. Romulo è l’ultima novità. Un calciatore apprezzabile e versatile, rapido sulla fascia e capace di saltare l’uomo con grande facilità. Sulla carta potrebbe anche svolgere il ruolo di terzino ma le sue doti difensive, come del resto capita per questo tipo di giocatori, non danno grandi garanzie di solidità per il reparto arretrato. C’è poi uno sguardo al futuro, magari pensando proprio al progetto ideato da Prandelli che vuole unire il lavoro della nazionale maggiore con quello delle nazionali giovanili, ispirandosi forse al progetto Barcellona che dalla cantera ha sviluppato la propria forza. Buffon è l’unico titolare inamovibile secondo le ultime dichiarazioni di Prandelli; nel frattempo, però, è sbocciato il talento di Scuffet, friulano come Zoff e con un esordio in serie A che ricorda quello dell’attuale estremo difensore della Juventus. Il nome del successore tra i pali dell’Italia appare cosa già fatta. Ci sono poi i Berardi, i Bernardeschi, i Baselli, i Bonaventura e  tutti i giocatori di B presenti nell’ultimo stage di Roma. Insomma una nazionale dinamica, sempre attiva con l’obiettivo di formare una nazionale con la mentalità di un gruppo simile a quello di un club.

 

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Elia Modugno