Home » F1, GP Bahrain: c’era una volta la Lotus

Campionato mondiale di Formula 1 2014 atto terzo: trionfa la Mercedes, arrancano le altre. Il copione, in fondo, è ormai noto; sì, perché le frecce d’argento della casa di Stoccarda stanno dominando in lungo e largo questo inizio di stagione, monopolizzando le qualifiche e i gradini alti del podio. Rosberg-Hamilton, Hamilton-Rosberg: mutando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Comunque vada, al termine di ogni gara fin qui disputata, e siamo già alla terza, a risuonare nel paddock è stato sempre l’inno tedesco.

Troppo evidente il divario messo in pista nei confronti di una concorrenza che stenta a dare un senso a un campionato che sembra finito prima ancora di iniziare. Troppo facile, altresì, tessere le lodi di una monoposto che sembra non avere, al momento, rivali. Proprio per questo cerchiamo di trovare spunti di riflessione alternativi, volgendo il nostro interesse verso argomenti di discussione magari meno evidenti, ma ugualmente interessanti.

Ferrari, Red Bull, in parte McLaren stanno deludendo le attese di una vigilia che le volevano in lotta accanto alla Mercedes pigliatutto di questo primo scorcio di 2014; male, molto male il loro inizio. Tuttavia c’è chi sta riuscendo nell’impresa di fare peggio delle scuderie sopraelencate. Si tratta della Lotus; perso Räikkönen, tornato in pompa magna a Maranello, sostituito dall’arrembante Maldonado, il team britannico ha fallito miseramente in Australia, Malesia e, ultima tappa cronologicamente parlando, in Baharain.

Le prestazioni parlano chiaro, le classifiche ancora meglio. Zero punti racimolati nei tre appuntamenti fin qui disputati dalla coppia di piloti composta dal citato venezuelano ex Williams Maldonado e da Grosjean; una crisi profondissima per la scuderia di Enstone, certamente il momento più buio della sua breve storia in Formula 1, da quando, cioè, nel 2012 l’attuale squadra aveva preso il posto della Renault. I due quarti posti consecutivi nel Mondiale costruttori degli scorsi anni appaiono oggi come un ricordo sbiadito non tanto per il magro bottino sin qui colto, quanto per le difficoltà palesate da una vettura evidentemente mal realizzata.

Eppure il materiale umano a livello di piloti non sembra essere dei peggiori. Maldoado e Grosjean, tuttavia, rappresentano una coppia di driver sicuramente efficaci dal punto di vista dell’aggressività e della tenacia, sportivamente parlando, ma finora incapaci di fornire dati sufficienti per l’evoluzione di una vettura che stenta a trovare la luce al termine di un tunnel iniziato in Australia e protrattosi fino in Baharin. Non è giusto ovviamente addossare l’intera colpa ai due piloti; progettisti e ingegneri hanno evidentemente toppato nel disegnare una monoposto fin qui davvero deludente.

I prossimi appuntamenti ci diranno se questo inizio di campionato sarà valso solamente come assestamento nei confronti della “nuova” Formula 1 o se effettivamente la Lotus E22 è figlia di un progetto completamente sbagliato. Ci sarà moltissimo da lavorare, sperando in segnali di miglioramento già in ottica GP della Cina, altrimenti il 2014 si trasformerà in una lenta, ma lunghissima agonia per una scuderia che aveva abituato i propri tifosi a prestazioni tutt’altro che sottotono.