La prima tripletta in Serie A è un evento da ricordare. Per un attaccante, poi, è la sintesi di una giornata praticamente perfetta. Ti porti a casa il pallone della partita e te lo metti lì dove tieni tutti i cimeli di una carriera fatta di gol. Gol passati, presenti e futuri.
Riguardi quel pallone e nella mente ripasserai le tre reti con cui hai permesso alla tua squadra di vincere quel giorno a Cagliari. E ripensi a quanto siano state importanti, a quanto ti abbiano lanciato nelle corsa al Mondiale Brasiliano. Perché sì, caro Mattia Destro, ormai ci sei, in questa benedetta “corsa alla convocazione”.
Quasi a sentire la preda nei paraggi come veri rapaci, così gli attaccanti italiani stanno sentendo l’avvicinarsi del Mondiale. Toni a quota 16 gol con il suo Verona, Immobile capocannoniere a 18 con il Torino e, infine, Destro arrivato a 13 nella Roma.
Ma è proprio il 22 giallorosso l’attaccante del momento, avendo iniziato a giocare davvero solo da metà stagione in poi. Tredici reti, segnate una ogni 85 minuti giocati, che stanno mettendo davvero in difficoltà — una piacevole problematica, oseremmo dire — il commissario tecnico della Nazionale azzurra Cesare Prandelli.
Il CT ha cinque/sei posti a disposizione per l’attacco e due sembrano sicuri per Balotelli e Cerci. Il sesto, probabilmente, andrà a Candreva, capace di fare il jolly a centrocampo. Ne mancano tre, teoricamente due seconde punte/ali e una prima punta. Quindi, tenendo fede a questa ipotesi, solo uno tra Toni, Immobile e Destro andrà al Mondiale. O nessuno, se Prandelli dovesse continuare a preferire Osvaldo.
Ma siamo sicuri che sia la scelta migliore? Possiamo fare a meno di due — se non tutti e tre — tra questi attaccanti? Considerando anche che Balotelli nella sua carriera si è sempre espresso meglio con un giocatore al suo fianco, piuttosto che con due ali ai lati, perché non andare in Brasile con un giocatore d’area in più rispetto a un’ala? E, soprattutto, perché portarsi un panchinaro della Juventus che ha difficoltà a trovare la porta quando gioca piuttosto che attaccanti che, di contro, segnano regolarmente?
Quello che è certo è che non vorremmo essere nella testa del buon Cesare tra qualche settimana, quando — necessariamente — le sue scelte causeranno dei dispiaceri e dei malumori. Da italiani, possiamo solo essere felici di avere così tanti attaccanti in forma prima dei Mondiali. Ma, a sensazione, un Destro così non può prescindere dalla spedizione azzurra.