In Bahrain, nel 900esimo GP nella storia della Formula 1, arriva la seconda vittoria consecutiva per Hamilton, al termine di una lotta molto serrata con il suo compagno di squadra: Rosberg lotta, Hamilton resiste, e lo spettacolo in pista è a senso unico.
Nessun incidente alla partenza: partono bene le Mercedes, con Hamilton che alla prima curva è già davanti a Rosberg; grande spunto di Massa, che alla prima curva gira per terzo, mentre tra le Ferrari parte male Räikkönen, subito sorpassato da Alonso e poi colpito lievemente da Magnussen; le Red Bull rimangono impantanate a centro gruppo.
La prima parte della gara è un chiaro dominio della Mercedes, intesa sia come scuderia che come motore: il telaio a disposizione di Hamilton e Rosberg è chiaramente superiore a tutta la concorrenza, e i due fanno gara a sé, con il tedesco che rimane attendista, contando evidentemente sulla strategia; Massa battaglia a lungo con Bottas per il gradino più basso del podio, mentre le Ferrari rimangono ai margini della zona punti.
Alonso si ferma già al 13esimo giro, mentre nelle retrovie Sutil si ritira dopo un contatto con Bianchi: bandiere gialle e detriti in pista, ma niente di preoccupante. Perlomeno non come i messaggi in radio di Vettel (partito su gomme medie), il cui DRS non funziona: Ricciardo chiede ai box se può superarlo, e riceve l’occhei.
Un primo assaggio di spettacolo arriva attorno al 20esimo giro: Rosberg attacca Hamilton per due giri consecutivi, l’inglese risponde sempre incrociando la traiettoria e mantenendo la posizione in virtù di una migliore accelerazione, ma la cosa impressionante è che le due Mercedes, oltre a girare più veloce di tutti, ancora non si sono fermate ai box.
Quando arriva il momento delle soste, Hamilton va per primo, e sceglie di nuovo le gomme morbide; Rosberg, dopo un giro decisamente più lento del collega, rientra e monta le morbide, pensando di allungare il secondo stint. Dopo la sosta delle Mercedes, la gara sembra già delineata: si assiste spesso a duelli “fratricidi” tra piloti della stessa scuderia (Massa-Bottas, Hülkenberg-Pérez), mentre le Ferrari lentamente scompaiono dalle posizioni che contano.
Ma il vero motivo di interesse è la lotta interna alla casa di Stoccarda: per la prima volta abbiamo entrambi i piloti in corsa per la vittoria, e quindi le macchine non saranno gestite al risparmio come era successo nei primi due GP.
Ad aiutare lo spettacolo, poi, c’è il brutto incidente occorso a Gutiérrez: Maldonado lo tampona, la macchina del messicano fa una giravolta in aria e riatterra poco fuori dalla pista, alla prima curva. Attimi di spavento per il pilota che non esce dall’abitacolo, e attimi di indecisione dalla direzione gara, che dopo un giro si decide a far entrare la safety car: si fermano entrambi i piloti della Mercedes (Rosberg per le morbide, Hamilton per le dure), mentre le Ferrari decidono di andare fino in fondo. È il 42esimo giro.
Cinque tornate dopo si riparte: malgrado Paddy Lowe, responsabile al muretto, abbia personalmente comunicato a entrambi i suoi piloti di portare a termine la gara in modo tranquillo, Rosberg fa subito partire una bagarre che durerà per cinque o sei giri, con il tedesco ad attaccare e l’inglese a incrociare le traiettorie. Uno spettacolo che manda in secondo piano anche l’unico sorpasso ferrarista: Alonso su un Button al 250esimo GP in carriera, e costretto al ritiro (problemi tecnici) quando mancavano due giri alla fine.
L’esito finale è poi quello più scontato: Paddy Lowe parla nuovamente con i suoi due piloti, che a tre giri dalla fine smettono di battagliare (anche per via del consumo delle gomme di Rosberg) e congelano le posizioni, consci di avere un mezzo troppo superiore (malgrado la lotta intestina, nei 5 giri successivi alla ripartenza avevano rapidamente accumulato 14 secondi di vantaggio sulla concorrenza). Sergio Pérez completa il podio; Alonso e Räikkönen chiudono nono e decimo, con la magra consolazione di essere parte dell’unica scuderia ad avere concluso i primi tre GP con entrambe le macchine.
Risultato finale:
1. Hamilton Mercedes
2. Rosberg Mercedes +1.0″
3. Pérez Force India +24.0″
4. Ricciardo Red Bull +24.4″
5. Hülkenberg Force India +28.6″
6. Vettel Red Bull +29.8″
7. Massa Williams +31.2″
8. Bottas Williams +31.8″
9. Alonso Ferrari +32.5″
10. Räikkönen Ferrari +33.4″
11. Kvyat Toro Rosso +41.3″
12. Grosjean Lotus +43.1″
13. Chilton Marussia +59.9″
14. Maldonado Lotus +1’02.8″
15. Kobayashi Caterham +1’27.9″
16. Bianchi Marussia 1 giro
17. Button McLaren 2 giri
Ritirati: Magnussen (McLaren), Gutiérrez (Sauber), Ericsson (Caterham), Vergne (Toro Rosso), Sutil (Sauber).
Classifica piloti: Rosberg 61, Hamilton 50, Hülkenberg 28, Alonso 26, Button 23, Vettel 23, Magnussen 20, Bottas 18, Pérez 16, Ricciardo 12, Massa 12, Räikkönen 7, Vergne 4, Kvyat 3.
Classifica costruttori: Mercedes 111, Force India 44, McLaren 43, Red Bull 35, Ferrari 33, Williams 30, Toro Rosso 7.