Karpin, Gunko, Fedun. La (decennale) crisi dello Spartak Mosca

La sconfitta casalinga di ieri sera con l’Ural ha gettato nello sconforto più totale il già sfiduciato spogliatoio dello Spartak Mosca. Durante la pausa invernale si parlava addirittura di titolo o quantomeno di andare in fondo nella coppa nazionale, a inizio aprile tutti i sogni di Gloria sono già svaniti e per l’undicesimo anno di fila (esiste tra l’altro un sito che tiene il conto secondo per secondo). E Fedun, presidente della compagine moscovita, è totalmente rassegnato.
Il clima è davvero difficile in casa Spartak: a Krasnodar, dopo la lezione subita da Shirokov e compagni (CLICCA QUI PER LA CRONACA) c’è stato un duro confronto con I tifosi, giunti in massa nel sud della Russia e umiliati in maniera clamorosa. Ieri, invece, ci ha pensato Bubnov, ex calciatore e importante opinionista, a incalzare Gunko, traghettatore dopo l’esonero del biondo Karpin, alzando i toni e facendo trapelare un certo sconcerto (mi si perdoni il gioco di parole) per quello che sta accadendo nel club.

I giocatori ci sono, ma I risultati sono ridicoli. Ed è da un decennio che questo si ripete: possibile che nessuno tra Laudrup, Emery, Cherchesov, Karpin e tutti quelli che hanno avuto la (s)fortuna di passare di qui non hanno trovato il bandolo della matassa e non hanno fatto altro che contribuire al degrado del nome Spartak in giro per la Russia?
Nell’ultima decade lo Spartak in Russia, come detto, non ha mai vinto nulla, e in Europa è stato imbarazzante: nel 2002 ha chiuso il girone di Champions League con un gol fatto e 18 subiti, nel 2008 ha perso il preliminare nel derby di Champions con un punteggio complessivo di 8-2 e, tra le altre, è riuscito a farsi eliminare in Europa League da Legia Varsavia e San Gallo. Contro gli svizzeri proprio quest’anno, in pieno stile Spartak: partita spocchiosa in trasferta (1-1), gara ridicola in casa (2-4). E in patria si ricordano un 5-0 con lo Zenit, acerrimo rivale (2012), e un 5-1 col CSKA.

Continuando a girare il coltello nella piaga, lo Spartak che quest’anno doveva alzare almeno due trofei secondo alcuni veri esperti in questo avvio 2014 ha collezionato il già citato poker di Krasnodar, lo 0-1 interno col Tosno (squadra di serie C!), un pari con il fanalino di coda Anzhi e con Gunko non ha ancora segnato (o prodotto qualcosa di realmente pericoloso in attacco. Di questo passo lo Spartak non giocherà in Europa il prossimo anno e, a conti fatti, è un bene sia per loro che per il movimento calcistico russo.

Con la Lokomotiv lo 0-0 è opera del portiere Dykan, silurato in precedenza ma migliore in campo sia con I ferrovieri che ieri con l’Ural. E il fatto che l’estremo difensore risulti essere colui che ha più impressionato in campo testimonia la situazione complessa, per non dire tragica dello Spartak.
Titov, ex stella del club, ha affermato che si è arrivati a un punto dove si può soltanto piangere. Movsysyan si prende le sue responsabilità’: “Abbiamo giocato in maniera terribile, e se poi io non segno è difficile pretendere che arrivino I successi”.

A Mosca, sponda Spartak, I tifosi sono stufi. In tutto il resto del paese invece gioiscono, confidando che i Myaso possano regalare altri dieci anni di queste continue “soddisfazioni” e, col Krylya Sovetov, potrebbe essere un’altra occasione buona.