E se l’Europa League finisse a Vladivostok?
È dura, ma non impossibile. Il Luch Energiya Vladivostok, dopo aver estromesso il Tom Tomsk sul neutro di Novosibirsk (curiosamente luogo anche del quarto di finale del 2010, perso col Sibir), si è guadagnato l’accesso alle semifinali di coppa di Russia, e si trova quindi a un passo da una storica qualificazione all’Europa League.
La strada è ancora lunga: se la finalista della parte alta, o CSKA o Krasnodar, molto probabilmente avrà l’Europa grazie alla posizione in campionato, Rostov-Luch è un vero e proprio spareggio per la coppa senza orecchie, oltre che ovviamente per continuare a sperare di alzare la Kubok Rossii. E, a conti fatti, tra queste due squadre non c’è storia: il Rostov ha ben impressionato questa stagione, può contare su giocatori del calibro di Pletikosa, Dzyuba, Dyakov, Ananidze e soprattutto potrà giocare in casa. Si sa, tutto può accadere in una gara secca, ma giocare a Vladivostok sarebbe stato un pesante vantaggio.
La sfida in quarti di finale col Tom è stata rocambolesca: su 10 rigori ne sono stati segnati soltanto tre, con il Luch corsaro con il punteggio complessivo di 3-2.
Tra le file del Luch, presente nel Massimo campionato fino al 2008, spiccano i nomi di Asildarov, che aveva partecipato al ritiro invernale dell’Anzhi ma era stato cacciato per motivi comportamentali (aveva distrutto la mandibola a Sapogov) e Bendz, difensore ex Terek Grozny e Kudryashov. Sono passati i fasti di Igor Shevchenko, Leandro e Bulyga, ma il Luch può sognare qualcosa di clamoroso, non solo per la sua storia, ma anche per quella del calcio mondiale. Nacional Madeira-Zenit (2009), Psv-Sibir (2010), Az Alkmaar-Shakhter Karagandy (2013) potrebbero diventare passeggiate di salute per chi, invece, il prossimo luglio, dovrà volare dall’Europa fino al mar del Giappone.