Home » Il circus sbarca in Malesia

Il primo ricordo che ho, del Gran Premio della Malesia, risale al 1999, la prima edizione: quella del rientro in pista di Schumacher, dopo l’incidente occorsogli a Silverstone. Se possiamo divagare un attimo: è un rientro che aspettiamo ancora, stavolta, quello del sette volte campione del mondo. Sapere che ancora non si è risvegliato, e che in tre mesi ha perduto 20 chili, non aiuta di certo.

Quindi, sicuramente ben vengano le scritte, le speranze e i pensieri di tutti. Perché quindici anni fa, a fine stagione, Schumacher rientrava e una volta tanto dimostrava di poter essere un’ottima… seconda guida, capace di regalare una vittoria tranquilla al suo compagno di squadra, Irvine. Ricordo un Häkkinen piegato in due, sul podio, al termine del GP: spossato, distrutto dalla fatica. Si sapeva che la pista era molto tecnica, e il clima torrido non aveva certo aiutato.

Ma oggi, adesso che Schumacher è uscito definitivamente dal circuito, cosa rimane? Rimangono anzitutto quelle due squadre, le ultime della sua carriera: la Mercedes e la Ferrari, al momento forse le più accreditate per la conquista del titolo. In Australia abbiamo visto i piloti preoccupati più di finire la gara che di gareggiare davvero; e in generale c’è stato un enorme rimescolamento dei valori. Le grandi scuderie hanno sempre più mezzi; ma comunque si parte tutti da zero.

Poi, a pensarci bene, ci sono stati altri fattori: la pioggia che ha scombinato parte della griglia di partenza, più la conformazione del circuito semi-permanente australiano, e la scarsa esperienza con qualsiasi componente. Il risultato è stato un GP quasi privo di sorpassi, quando si pensava che sarebbe stato uno stillicidio di ritiri. È già qualcosa.

Ma cosa ci aspetta, a partire da oggi fino a domenica? Anzitutto, avremo delle prove libere “vere”: cioè con più dati da raffrontare, rispetto all’esordio assoluto. Poi, come Häkkinen ricorderà, si tratta di una pista tutt’altro che facile: e questo vale sia per i piloti, sia per le monoposte, sia infine per il tempo atmosferico. Le vetture, infatti, dovranno riuscire a lavorare con un caldo molto maggiore, e questo potrebbe essere decisivo per quanto riguarda l’attività del motore (negli ultimi anni, per questo GP sono previste sempre più prese d’aria).

Motore che non fa rumore, dicono alcuni piloti; ma fossi in loro mi preoccuperei più della tenuta in condizioni di calore, e soprattutto dell’usura dopo la prima gara portata a termine: dovrebbe reggere bene, per carità; ma le nuove unità motrici (power unit in inglese) rimangono ancora qualcosa da scoprire fino in fondo.

Poi, dicevamo, il tempo atmosferico: nel 2009 la gara è durata meno di un’ora, causa monsone e pioggia conseguente. A memoria, ricordo che Ecclestone di recente abbia sempre gradito la pioggia, in quanto in grado di aumentare lo spettacolo e cambiare le carte in tavola: sarà. Agli spettatori dovrebbe bastare qualche buona notizia: come che le nuove regole permettono un campionato vero, o come Schumacher che torna a vivere, se non una vita a cento all’ora, almeno una vita serena con la sua famiglia. E con i tifosi di questo (nuovo) spettacolo.