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Verso il GP della Malesia. Ferrari: “Sepang è una pista molto difficile”

Dopo il deludente quanto complicato esordio stagionale in Australia, la Ferrari si appresta a scendere in pista per affrontare la seconda prova del Mondiale 2014 di Formula 1. Domenica, infatti, sul circuito di Sepang si correrà il GP della Malesia, gara giunta alla sua sedicesima edizione. Un gran premio, quello asiatico, che si preannuncia davvero impegnativo viste le alte temperature e il fortissimo tasso di umidità che attenderanno piloti e team.

Tornando alla scuderia del cavallino rampante, in casa Ferrari si guarda al futuro immediato, quando la rossa dovrà riscattare l’opaca prova offerta a Melbourne. A parlare in esclusiva al sito ufficiale della monoposto italiana è il Deputy Chief Designer Simone Resta: “Sepang è una pista molto difficile perché ha molte curve ad alta velocità. Questo significa che l’aerodinamica sarà anche quest’anno un fattore chiave. Inoltre sappiamo per certo che troveremo temperature molto elevate che metteranno a dura prova l’affidabilità e il raffreddamento. Un altro aspetto delicato di questo weekend sarà adattare la vettura alle nuove gomme che Pirelli ha deciso di portare per questa pista“.

Resta parla di ciò che non è andato bene in Australia e su cosa bisogna migliorare, considerando anche che dopo la Malesia ci sarà il Bahrain, altra gara davvero difficile: “L’affidabilità è sempre l’elemento più importante secondo noi: senza una vettura affidabile non si vincono titoli. Certo che se questa è la prima delle priorità è anche vero che immediatamente dietro nella gerarchia arrivano le prestazioni e questo significa che bisogna lavorare per migliorare la competitività della vettura. Il miglioramento delle prestazioni è possibile in ogni area: dalla power unit, dove lavoriamo per riuscire ad ottenere maggiore potenza con la stessa quantità di carburante, all’aerodinamica, dalla quale dobbiamo trovare più carico aerodinamico diminuendo la resistenza. Vogliamo ottenere lo stesso obiettivo con uno sforzo minore”.