Taarabt, chi l’ha visto?

Un mistero. Adel Taarabt è ufficialmente un mistero.

L’ultima volta è stato visto al 45′ di Atletico Madrid-Milan, poi, sostituito nell’intervallo, non ha messo più piede in campo.
Ma perché? Non riusciamo sinceramente a spiegarcelo.
Uomo di spicco e più volte migliore in campo nei primi Milan di Clarence Seedorf, Taarabt si è accomodato in panchina dalla ripresa del Vicente Calderón e lì è rimasto per tutti i 90′ contro il Parma e i successivi 90′ contro la Lazio.

Eppure aveva stupito la platea rossonera — e non solo — presentandosi con gol, assist e prestazioni convincenti. In gol con Napoli e Sampdoria, migliore in campo nell’andata contro l’Atletico e nella sfida contro la Juventus. Ha steccato solo i venti minuti in cui è entrato a Udine sul risultato già compromesso e quel famoso primo tempo in Spagna. Possibile che siano bastati a preferirgli questo Montolivo — già in precaria forma nel suo ruolo, figuriamoci da trequartista — e, soprattutto, questo Honda?

Il Milan, si è visto anche ieri sera nel match contro la Lazio, è una squadra in piena emergenza, sia fisica che tecnico-tattica. I difensori, non adeguatamente aiutati dal centrocampo, sono costretti al lancio lungo e le azioni offensive sono limitate alle invenzioni dei singoli. Singoli che, tra un Balotelli svogliato, un Kakà in declino, un Honda impresentabile e un Montolivo annaspante, non riescono a trovare quel lampo in grado di accendere la partita.
Taarabt — e l’ha dimostrato più volte — ne sarebbe in grado: le sue accelerazioni, i suoi dribbling, i suoi colpi di genio potrebbero davvero essere un importante rinforzo in questo Milan, povero di idee e di qualità.

Ma Seedorf ha deciso di tenerlo in panchina. Fa entrare i Muntari, i Constant, i Saponara, i Robinho, gli Honda. Ma lui no. Seduto a guardare gli altri.
Che l’allenatore del Milan sia alle prime armi e che manchi di esperienza è chiaro a tutti. Ma che sia così poco intelligente da non capire ciò che è palese a chiunque lo crediamo meno probabile.

Il dubbio a questo punto è uno solo: si tiene Taarabt scientemente in panchina per provare ad avere uno sconto sul prezzo del riscatto? Una società come il Milan farebbe una cosa del genere — già successa un paio di anni fa con Aquilani, per il quale sarebbe scattato l’obbligo di riscatto alle 25 partite giocate — pur di non pagare 7 milioni di euro per un giovane 23enne che ha dimostrato di poter cambiare le partite con le sue giocate?
Se ciò fosse vero farebbe capire la profonda crisi che investe la squadra rossonera.

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Francesco Mariani