Stupiteci

Di nuovo contro, per la quarta volta in stagione. Fiorentina e Juventus, l’occasione per non ammazzarsi di insulti, e dimostrare al mondo che in Italia si può ancora dare spettacolo col pallone al piede, è grande, ma difficilmente verrà colta. Perché diciamolo apertamente, nel calcio le rivalità sono incredibilmente accese, soprattutto se storiche; figuriamoci, dunque, se due opposte fazioni come quella viola e quella bianconera riusciranno a dare meno fiato agli insulti verso il prossimo e più supporto verso la propria squadra. Utopia.

No, un attimo, nessun falso buonismo: alla fine, se la violenza è tenuta fuori, la rivalità e gli insulti, gli sfottò, sono un qualcosa a cui siamo abituati, e fanno (purtroppo o per fortuna) parte di un mondo di convenzioni e modi di fare che ci è oramai entrato nel Dna. E che accettiamo anche. La mia era solo volontà, speranza, di scorgere spettacolo non solo sugli spalti.

Credo di poter parlare per tutti i nostalgici di quel calcio che usiamo oramai dire “non c’è più”, quando dico che bramo una sorta di “vendetta” verso il calcio europeo. È palese: all’estero c’è più spettacolo, in Premier il pallone rotola in porta che è un piacere, in Germania non vi dico, in Francia un po’ meno ma quel Psg là attira attenzione, soldi ed elargisce fascino. E noi? Noi ci attacchiamo al blasone di una Vecchia Signora che ha già ammazzato il campionato, puntiamo il dito nei confronti di un Milan agonizzante, siamo orgogliosi della rinascita dell’ambiziosa (ma incompleta) Roma e confidiamo nella qualità di un Napoli che fa più fatica di quanto dovrebbe. Dunque, siamo un passo indietro, possiamo affermarlo tranquillamente.

Poi, Fiorentina-Juventus. Stasera, ore 19, stadio “Artemio Franchi”. Due storie calcistiche a confronto, la forza incredibile della Juve da una parte, la speranza e il piglio di una Viola orgogliosa dall’altra. Sì, dai: c’è tutto per sperare in uno spettacolo non solo sugli spalti (il pubblico di Firenze sarà come al solito capace di stupire) ma anche in campo. Si parte dall’1-1 dell’andata: risultato migliore non poteva esserci, perché dà un leggero vantaggio alla squadra meno accreditata. Dunque: mettetevi, anzi, mettiamoci comodi, e speriamo che l’ultimo rimasuglio di calcio nostrano fuori dai confini nazionali possa far divertire l’Europa e inorgoglire tutti noi.

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Alex Milone