Home » Nba: la situazione a un mese dai playoff

Ray Allen for threeeee” . Per gli amanti e commentatori della Nba come il sottoscritto, è questo il ricordo più vivo dei playoff Nba 2013 che noi di Mondopallone.it abbiamo provato a raccontarvi in tutte le salse, da aprile a giugno proprio come faremo anche nei prossimi mesi. Oggi, 19 marzo 2014, siamo a un mese esatto dall’inizio della post-season, quei playoff Nba 2014 che faranno venire le occhiaie agli appassionati dello sport più spettacolare al mondo, con la solita volontà di descrivervi quanto di bello succede in ogni ambito sportivo, dal rugby agli sport invernali, dal ciclismo al tennis e a tante altre belle manifestazioni, noi siamo qui ad analizzare quali scenari ci si presenteranno davanti nel prossimo mese.

SI PUO’ FERMARE MIAMI? – Prima di descrivere per filo e per segno quanto è accaduto e sta ancora accadendo in Eastern e Western Conference, la prima domanda che gli addetti ai lavori si pongono è proprio questa. Nessuno può dare una risposta certa però siamo tutti sicuri, Miami è la corazzata della lega, nonostante quest’anno con ogni probabilità non partirà da testa di serie, loro restano i favoriti. LeBron James è ancora in corsa per il titolo di mvp della regular season anche se questa stagione il premio sembra indirizzato al suo amico Kevin Durant. Chris Bosh è cresciuto molto e ha perfezionato il tiro dall’arco, arma in più degli uomini di Spoelstra per i playoff, chi sembra gestirsi dall’inizio della stagione è Wade, proprio lui sembra il fattore determinante per la conquista del three-peat. No, non vogliamo insinuare che il tre volte campione Nba sia più determinante di LeBron ma senza il suo consueto contributo, fondamentale nei due anelli consecutivi vinti da Miami, difficilmente Miami calerà il tris. E poi c’è Allen, già Ray Allen, l’uomo del secondo anello di LeBron, il fab 4 come è stato denominato ultimamente dai media americani, a questo vanno aggiunte le qualità difensive di Birdman, il talento di Chalmers, l’imprevedibilità di Cole e Beasley e l’esperienza del veterano Battier, che spesso ricarica le batterie in regular season per poi dare il meglio nei momenti chiave della stagione. Si possono quindi fermare gli Heat? La risposta è: sulla carta no, ma, nello sport niente è scritto e franchigie che hanno record migliori come Indiana Pacers e San Antonio Spurs, nonostante partano un gradino sotto ai campioni in carica, possono togliere lo scettro a LeBron e compagni, dunque ai posteri l’ardua sentenza.

LE 8 SORELLE DELLA EASTERN CONFERENCE 

Di Miami abbiamo parlato in lungo e largo, come ovvio che sia quando parti col favore del pronostico ma a est c’è una squadra che ha avuto (almeno in regular season) qualcosa in più, parliamo degli Indiana Pacers. A un mese dal termine della stagione la franchigia allenata da Vogel ha dominato dall’inizio dell’anno la Eastern Conference. Quasi mai in discussione il primato per Paul George e compagni, considerati la vera anti-Miami. La difesa e le ottime percentuali offensive hanno determinato la buona stagione a Indianapolis, dove quell’anello mai vinto, nemmeno con Reggie Miller, sembra oggi un sogno tutt’altro che impossibile. Detto che Miami sarà in griglia playoff la seconda forza, per parlare della terza potenza dobbiamo addirittura cambiare stato, in Canada, la rivelazione assoluto della Nba 2014, i Toronto Raptors. Nessuno a inizio stagione avrebbe puntato un euro su una buona stagione dei canadesi e invece l’ex squadra di Vince Carter adesso è lì, a giocarsi da favorita la terza posizione in chiave post-season con i Chicago Bulls. Il segreto del successo dei dinosauri canadesi è il talento della coppia Lowry-DeRozan che hanno reso possibile il “canadian miracle” ma anche la crescita smisurata di Terrence Ross. Chi non muore mai nonostante l’ormai perenne assenza di Derrick Rose sono i Chicago Bulls. Quarti a est all’inseguimento dei Raptors, i ragazzi dell’Illinois sono pronti a giocarsi le loro chance nonostante cessioni importanti e un roster non di primissimo livello grazie però alla miglior difesa della lega e a uno straordinario Joakim Noah. Non ce ne vogliano gli altri coach ma Thibodeau con una squadra in piena crisi e tartassata dagli infortuni ha dimostrato di essere uno dei migliori tecnici della lega. Quinto e sesto posto in bilico tra Brooklyn Nets e Washington Wizards. Si deciderà al fotofinish chi conquisterà la quinta piazza, le due franchigie si sono spesso superate nel corso della stagione, nonostante un inizio disastroso dei Nets che si sono ripresi grazie a Blatche e Pierce. Discorso diverso per la squadra della capitale dove il talento di John Wall e la costanza di Beal e Ariza hanno permesso ai Wizards di giocarsi le proprie carte dal 19 aprile in poi. Le ultime due piazze della griglia playoff a est saranno occupate dagli Charlotte Bobcats e dagli Atlanta Hawks. Ormai solo un miracolo può consentire ai Knicks di agganciare l’ottavo posto distante cinque successi a dodici gare dal termine. A Charlotte, dopo anni di magra, è arrivata la tanto attesa buona stagione, la franchigia del presidente Michael Jordan ce l’ha fatta grazie ai numeri di Kemba Walker, Al Jefferson e Michael Kidd, trio che ha sorpreso in positivo per l’intera stagione. Ad Atlanta, invece, dopo un impatto devastante fino all’All Star Game, la squadra composta da giocatori del calibro di Millsap, Korver (recordman da 3) e Jeff Teague si è spenta scivolando all’ottavo posto, sciupando quanto di buono fatto nella prima parte del campionato. Incrocieranno Indiana o Miami troppo superiori per una franchigia che a meno di clamorosi ribaltoni non conquisterà le semifinali di conference.

L’EQUILIBRIO DELLA WESTERN CONFERENCE

A ovest  non c’è una squadra certa della propria posizione, tutte in lotta per migliorare il proprio record e addirittura in tre in lotta per il primo posto: Spurs, Thunder e Clippers, mentre in coda tra Grizzlies, Mavericks e Suns una sarà costretta a non disputare la post-season. Completano il quadro Rockets, Blazers e Warriors praticamente certe di andarsela giocare ad aprile per l’anello. Finaliste nel 2013 e nel 2012, Spurs e Thunder sono le favorite per la vittoria della Western Conference. Gioco di squadra e compattezza per i texani di Popovich, individualità e potenza fisica sono rappresentate da Kevin Durant e Russell Westbrook. Terza incomoda a sorpresa i Clippers di Doc Rivers, reduci da undici vittorie consecutive, gli angeleni se la giocheranno fino alla fine almeno per il secondo posto, oltre alla qualità di Griffin e Paul si sono aggiunti elementi molto validi come Granger e Barnes pronti a dare una mano per disputare un’ottima post-season. Non una rivelazione ma una conferma i Rockets di Harden e Howard che hanno fatto dell’attacco la loro chiave per il successo, al momento occupano la quarta piazza davanti ai Blazers. Proprio Portland è una delle belle soprese di questa stagione in una conference molto competitiva. Damian Lillard, LaMarcus Aldridge e compagni sono riusciti nell’impresa di qualificarsi e ad oggi lottano ancora per il quarto posto. Sesto posto attualmente occupato dai Golden State Warriors, considerata la peggiore squadra da incontrare ai playoff per le big. Talento, fisicità e una bolgia come l’Oracle Arena sono un incubo per chiunque. A Curry, Lee e Thompson si è aggiunta la qualità di Iguodala e l’esperienza di Blake, se c’è una mina vagante nei playoff 2014 sono loro. Per il settimo e l’ottavo posto tre squadre rimangono in lotta: Dallas Mavericks, Memphis Grizzlies e Phoenix Suns. I texani avendo tre successi di vantaggio dovrebbero farcela a qualificarsi, oltre al solito Nowitzki si è aggiunto il talento di Monta Ellis. Memphis e Phoenix invece sono in piena corsa per l’ottavo posto, al momento occupato da Zach Randolph e compagni. Dopo un inizio di stagione disastroso colpa degli infortuni (Gasol su tutti), i ragazzi del Tennessee si sono svegliati ma nulla però è ancora scritto perché i Suns sono lì ad una vittoria di distanza. Il merito oltre che di coach Hornacek è della coppia Green-Dragic, tra le più spettacolari ed efficaci della lega. L’americano e lo sloveno non hanno quasi mai tradito la franchigia dell’Arizona che fino alla fine cercherà di andare a giocarsi una possibilità per vincere il titolo.