La rivincita viola, il Napoli arranca
Il destino a volte è beffardo, e quando vuole punirti lo fa senza mezzi termini. Jackson Martinez, il vice-Higuain che il Napoli ha praticamente inseguito per tutta l’estate, ha punito i partenopei costringendo i ragazzi di Rafa Benitez a mandare giù un boccone amaro. Sì perché l’allenatore spagnolo, da sempre abile nel riuscire a caricare le proprie squadre negli incontri di Coppa, questa volta non è riuscito a dare quell’equilibrio necessario per essere grandi anche in Europa. Il Napoli nella prima mezz’ora si è rintanato nella propria area di rigore, cercando di ripartire in contropiede con le ali ma senza riuscire a pungere a dovere la squadra portoghese. Poi un buon finale di prima frazione e, senza mezzi termini, un primo quarto d’ora di ripresa da formazione navigata, con esperienza, che cercava il gol che avrebbe cambiato la storia di queste due partite.
Prima Higuain e poi Callejon, però, hanno sbagliato l’impossibile e nel calcio c’è una sola legge universale: gol sbagliato, gol subito. Guardando l’altro lato della medaglia, però, è pur sempre vero che nel primo tempo il gol annullato a Carlos Eduardo era da convalidare e questo avrebbe inesorabilmente modificato l’andamento della partita già nei primi 45 minuti. Peccato perché il Napoli avrebbe meritato il pareggio, e non credo di passare dalla parte del patriota di turno affermando questo: al San Paolo servirà una partita diversa, cercando magari di segnare un gol nei primi venti minuti per poi provare a gestire la partita con maggiore calma. Di sicuro Benitez sarà costretto a concedere qualche spazio in ripartenza al Porto, ma è un rischio calcolato soprattutto con quattro attaccanti in campo.
Di attaccanti, invece, alla Fiorentina ne è bastato uno per pareggiare l’incontro dello Juventus Stadium: Mario Gomez ha compiuto un’autentica prodezza, andando a stoppare con la suola un pallone complicatissimo da mettere giù e poi, di prima, incrociando in rete col destro anche grazie a un’uscita maldestra di Buffon. Eppure era iniziato tutto bene per la Juventus, che si era dimostrata molto cinica con Arturo Vidal, autore di una rete da punta rapace piuttosto che da centrocampista (seppur molto prolifico). La squadra viola ha sofferto, ha rischiato di andare sotto anche di due reti – clamoroso il palo dello stesso Vidal – ma poi si è rialzata, sfiorando anche il possibile vantaggio negli ultimi minuti grazie a una conclusione al fulmicotone di Vargas. Subire un gol è umano, anche se Gomez era completamente isolato in attacco e con un solo movimento ha tagliato fuori tutta la difesa bianconera, ma Conte dovrebbe essere arrabbiato soprattutto per la mancata reazione della sua squadra, fatta eccezione per l’occasione creata – e sprecata – dal subentrante Pogba.
In una serata di Coppa, però, non si può non sottolineare la grande cornice di pubblico presente allo Juventus Stadium, quasi esaurito anche nel settore ospiti. Si continua a dire che l’Europa League sia la sorella minore dalla Champions, ma per tornare ai tempi in cui Ronaldo e Buffon trascinavano Inter e Parma alla vittoria della Coppa Uefa serve riempire gli stadi anche in queste occasioni. E’ il bello del calcio, che stasera ha vinto in ogni sua forma.